Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 4 giugno 2016

don Curzio Nitoglia. La spinosa questione del “Papa emerito”

Col testo che segue don Curzio Nitoglia, che ringraziamo per la pronta condivisione, conferma e sviluppa, con chiara autorevolezza e senza mezzi termini, quanto nei giorni scorsi da me osservato e posto sotto forma di interrogativi, nell'articolo: «La fine del vecchio, l’inizio del nuovo» [qui]. In particolare chiarisce ancor meglio quanto, in conclusione, avevo appena adombrato sulla collegialità, con gli accenni al CJC 1983, alla Lumen Gentium e alla Nota explicativa praevia (nella nota 2). 

Premessa

Il 20 maggio del 2016, presso l’Aula Magna dell’università Gregoriana, è stato presentato il volume di Roberto Regoli Oltre la crisi della Chiesa. Il pontificato di Benedetto XVI (Torino, Lindau, 2016).

La spiegazione di mons. Gänswein

Tra i relatori vi era anche monsignor Georg Gänswein il segretario di papa Ratzinger, ora prefetto della Casa Pontificia, che ha spiegato il vero motivo per il quale Benedetto XVI ha dato le dimissioni.

Secondo Mons. Georg Gänswein la cosa più grande del pontificato di Benedetto XVI è stata l'istituzione del Papa emerito, evento che apre la porta ad un futuro diverso.

Il Papato da collegiale/bipartito a tripartito

Certamente con l’elezione di papa Francesco  nella Chiesa di Cristo non ci sono  due Papi de jure, ma de facto il ministero petrino è stato allargato collegialmente ed è diventato una sorta di triarchia: il Collegio dei vescovi (Lumen gentium, n. 22), un Papa attivo ed un Papa emerito/contemplativo.

Infatti Benedetto XVI non si è ritirato in un monastero isolato, come avrebbe voluto fare Celestino V, ma vive all’interno del Vaticano. Dunque l'abdicazione di Benedetto XVI con l’istituzione della figura del Papa emerito è l'ennesima innovazione a partire dal Concilio Vaticano II, ed è una innovazione che tocca la struttura della Chiesa come Cristo l’ha voluta e edificata su una sola Persona: San Pietro e i suoi successori sino alla fine del mondo.

Dal  vescovo emerito al Papa emerito (1966-2016)

Papa Bergoglio ha detto: «Sessanta o settant’anni fa, il vescovo emerito non esisteva. Venne dopo il Concilio. Oggi è un’istituzione. La stessa cosa deve accadere per il Papa emerito. Benedetto è il primo e forse ce ne saranno altri...».

Ma nella Chiesa non possono esserci due Papi. Essa è monarchica per istituzione divina e neanche il Papa può cambiare ciò che Dio ha stabilito. Infatti l’autorità del Papa è limitata solo da quella di Dio, che ha fondato la sua Chiesa su una sola persona: il Pontefice romano, successore di San Pietro e Vicario di Cristo.

La Chiesa ha un solo capo ed è quindi monarchica per volontà di Dio

“Il potere gerarchico della Chiesa è un potere monarchico, in opposizione ad un potere collegiale o oligarchico/aristocratico; il potere ecclesiastico non è affidato ad una autorità collegiale, ma viene esercitato da un unico titolare del potere” (Albert Lang, Compendio di Apologetica, Torino, Marietti, 1960, p. 260-261).

L’innovazione collegiale fatta dal Vaticano II

Questa dottrina tradizionale è stata innovata, il 21 novembre 1964, dalla Costituzione su “La Chiesa” del Concilio Vaticano II Lumen gentium, n. 22. In essa si ripete parzialmente la dottrina tradizionale, ma si introducono anche delle novità.

Il cardinal Frings e il giovane perito conciliare don Joseph Ratzinger

Per la collegialità episcopale «efficacissimo fu l’intervento del card. Frings, per il quale è legittimo supporre il contributo del suo teologo Ratzinger. Si trattò forse del discorso più incisivo dal punto di vista critico, giacché demoliva lo schema [preparatorio del S. Uffizio]».

Sullo stesso tema della collegialità il cardinal Döpfner, «debitore delle osservazioni di Rahner»[2], tenne un discorso simile a quello di Frings, anche se meno radicale.

Storico è lo scontro (8 novembre 1963) che ebbe Frings con il cardinale Alfredo Ottaviani sulla collegialità.

Ottaviani rispose a Frings che “chi vuol essere una pecora di Cristo deve essere condotto al pascolo da Pietro che è il Pastore, e non sono le pecore [i vescovi] che debbono dirigere Pietro [il Pastore], ma è Pietro che deve guidare la pecore [i vescovi] e gli agnelli [i fedeli]”.

La severa critica della Collegialità fatta dal cardinal Larraona

Il card. Arcadio Maria Larraona il 18 ottobre 1964 inviò una lettera a Paolo VI in cui fra l’altro scrisse: «Lo schema [sulla collegialità, ndr] cambia il volto della Chiesa; infatti la Chiesa diventa da monarchica, episcopale e collegiale. Il Primato papale resta intaccato e svuotato. […]. Il Pontefice romano non è presentato come l’unica Pietra sulla quale poggia tutta la Chiesa di Cristo [episcopato, sacerdoti e fedeli, ndr]; non è descritto come Vicario in terra di Cristo; non è presentato come colui che solo ha il potere delle chiavi. […]. La Gerarchia di Giurisdizione, in quanto distinta dalla Gerarchia di Ordine, viene scardinata. […]. E tutto ciò mentre tutte le fonti, le dichiarazioni dottrinali solenni, tridentine e posteriori, proclamano questa distinzione essere di diritto divino. […] La Chiesa avrebbe vissuto per molti secoli in diretta opposizione al diritto divino […]. Gli ortodossi e in parte i protestanti avrebbero dunque avuto ragione nei loro attacchi contro il Primato»[3].

Sempre sulla collegialità si distinsero per la loro opinione a favore di essa due giovani teologi tedeschi:  Karl Rahner e soprattutto Joseph  Ratztinger, secondo il quale «si fa parte del collegio “vi consecrationis” e non per la giurisdizione su una Diocesi data dal Papa al neo vescovo consacrando»[4].

Il testo della Lumen gentium

La Lumen gentium (n. 22 a-b) recita:
“L’ordine dei Vescovi, che succede al Collegio degli Apostoli nel magistero e nell’impero […] è pure soggetto di suprema [cioè, la più alta, che non ha eguali, ndr] e piena [totale o assoluta, cui non manca nulla nel suo genere e che può tutto da sola, ndr]  potestà su tutta la Chiesa”[5].
La Nota previa

Siccome il testo di Lumen gentium poneva dei seri problemi quanto alla sua ortodossia, Paolo VI vi fece aggiungere una Nota praevia, che tuttavia non cancella le ambiguità e gli errori del testo di Lumen gentium, ma li edulcora, di modo che anche in essa permangono alcune ambiguità. Vediamole.
“Il Collegio dei Vescovi è anch’esso soggetto di supremo e pieno potere sulla Chiesa universale. Il Collegio necessariamente e sempre cointende col suo capo”[6].
La Collegialità (Lumen gentium, n. 22) ha mantenuto, nonostante la Nota praevia,  l’ambiguità del duplice soggetto adeguato, necessario e permanente del supremo potere di magistero e giurisdizione nella Chiesa universale.

La Collegialità episcopale di Lumen gentium, grazie alla Nota praevia,  fa pur sempre del Corpo dei Vescovi un “ceto stabile e necessario” avente “potestà suprema di giurisdizione e di magistero sulla Chiesa universaleper la sola o antecedente consacrazione episcopale senza nessun riferimento alla giurisdizione data al vescovo dal Papa (novità che intacca il Primato di Pietro). La dottrina tradizionale ha sempre parlato di episcopato monarchico (il Papa) e di episcopato subordinato  a quello monarchico del Papa quale successore di Pietro e Vicario di Gesù Cristo, e episcopato che è sottomesso a Pietro come il corpo al capo, mentre con Lumen gentium si inizia a parlare di episcopato collegiale, che include anche il Papa come vescovo di Roma.

La Nota explicativa praevia  anche se si allontana dalla tesi formalmente ereticale del Conciliarismo ribadendo che i Vescovi devono essere “col Papa e sotto il Papa”, mantiene la novità - in rottura con la Tradizione divino/apostolica e col Magistero costante ecclesiastico - del duplice soggetto stabile (Papa e Corpo dei Vescovi) della somma potestà di magistero e di imperio nella Chiesa universale.

La dottrina del duplice soggetto del supremo e totale potere di magistero e impero  nella Chiesa (e quindi di un duplice Capo della Chiesa) era già stata condannata da papa Clemente VI (29 settembre 1325) nella Lettera Super quibusdam ad Mekhithar patriarca degli Armeni (DS 1050-1065, De primatu Romanae Sedis).

Per la teologia tradizionale, infatti, vi è un solo soggetto (per sua natura) del sommo potere di magistero e giurisdizione sulla Chiesa universale e questo è il Papa, il quale, se vuole, senza esserne obbligato, può farne prendere parte il Corpo dei Vescovi (per partecipazione) in maniera transitiva, temporanea e non eguale (inadeguata) alla sua.

Le dimissioni di Benedetto XVI spalancano le porte alla Collegialità papale

Le dimissioni di Benedetto XVI portano alle ultime conseguenze la teologia conciliarista di Lumen gentium, che diminuisce il primato di giurisdizione del  Papa e introduce la novità del Papa emerito/contemplativo accanto ad un Papa in funzione attiva. Quindi con Benedetto XVI siamo giunti a tre soggetti del potere supremo: il Papa in atto, il Collegio dei Vescovi e il Papa emerito.

Al Concilio il giovane professore Joseph Ratzinger, teologo del cardinal Frings, è stato uno dei teologi progressisti, che spingevano radicalmente  verso la Collegialità ed oggi con l’istituzione del Papa emerito ha immesso nella Chiesa un altro capo oltre il Corpo dei vescovi: il Papa a riposo (ma pur sempre Papa) oltre al Papa in atto. Quindi questo provvedimento di Benedetto XVI oltre a dare il potere supremo al Corpo episcopale (cfr. Lumen gentium, n. 22)  introduce un altro capo della Chiesa, ossia il Papa emerito.

Francesco I ha riconosciuto che «sessanta o settant’anni fa, il vescovo emerito non esisteva. Venne dopo il Concilio. Oggi è un’istituzione. La stessa cosa deve accadere per il Papa emerito. Benedetto è il primo e forse ce ne saranno altri...».

Benedetto XVI è il cervello e Francesco I il braccio

Con Francesco I si fanno  cambiamenti, che non vengono spiegati teoreticamente, ma operati pragmaticamente. Il primato  della prassi sulla teoria è uno dei caratteri distintivi di Francesco I. Il comportamento sempre più pragmatico e rivoluzionario di papa Bergoglio (paragonabile al braccio) sta completando l'opera, iniziata da Giovanni XXIII e Paolo VI, con la complicità di Benedetto XVI (paragonabile alla testa), Papa a riposo, ma pur sempre Papa.

S’aggrava, così,  l’equivoco del potere bicefalo nella presenza di un Papa emerito in servizio contemplativo a fianco del Papa in servizio attivo, per cui con il potere del Collegio dei vescovi previsto da Lumen gentium  si giunge al potere tricefalo.

L’istituzione del Papa emerito  di fatto esprime una nuova concezione del Papato, che si trova in rottura con l’istituzione di esso fatta da Gesù quando disse: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt., XVI, 18).

Con Benedetto XVI inizia una nuova era nella storia della Chiesa

Benedetto XVI ha aperto, così, la porta a una nuova fase,  senza precedenti nella storia della Chiesa: il soggetto tricefalo del supremo potere nella Chiesa. Infatti sin dai tempi di Pietro, la Chiesa di Cristo ha avuto un unico Papa legittimo. E tuttavia, da tre anni a questa parte, viviamo con due successori di Pietro viventi tra noi, anche se uno è emerito, ma pur  sempre Papa anche se a riposo e contemplativo. La Chiesa non è più una Monarchia di diritto divino, ma è diventata una specie di triarchia.

Infatti Benedetto XVI ha deciso di non rinunciare al nome che aveva scelto una volta eletto Papa, come invece fece Celestino V, che  ridiventò Pietro dal Morrone.

Perciò dall’undici febbraio 2013 il ministero papale non è più quello di prima, almeno praticamente. Il Papa è il fondamento della Chiesa di Cristo per istituzione divina, ma questo fondamento unico è stato trasformato dal Vaticano II con  l’istituzione del Corpo  dei vescovi e da Benedetto XVI con l’istituzione del Papa emerito in un primato collegiale fondato su due (Lumen gentium, 22) e tre (Benedetto XVI) soggetti.

Prima e dopo le sue dimissioni Benedetto ha inteso e intende il suo compito come partecipazione a un tale ministero petrino. Egli ha lasciato il Soglio pontificio, ma non ha abbandonato questo ministero. Benedetto XVI ha integrato l’ufficio personale con una dimensione collegiale che è quasi un ministero in comune o a tre.

Dall’elezione del suo successore Francesco I non vi sono due Papi de jure, ma de facto c’è un ministero collegialmente allargato, con un membro attivo (il braccio) e un membro contemplativo emerito (il cervello) oltre al Collegio dei vescovi. Per questo Benedetto XVI non ha rinunciato né al suo nome, né alla talare bianca e per questo, inoltre, egli non si è ritirato in un monastero isolato, ma all’interno del Vaticano avendo fatto solo un passo indietro per fare spazio al suo successore e a una nuova tappa nella storia del Papato collegialmente inteso.

Il triplice fondamento della Chiesa

Perciò, dall’undici febbraio 2013 il ministero papale non è più quello di prima. Il Papa rimane il fondamento della Chiesa cattolica, ma tuttavia è un fondamento a tre.

Benedetto XVI, con questo passo, ha demitizzato il Papato ed ha compiuto l’opera della Collegialità episcopale introdotta nel 1964 dalla Lumen gentium.

Conclusione 

La conclusione mi pare ovvia: non si possono addossare a Francesco I tutte le novità in rottura con la Tradizione apostolica, perché esse sono già state introdotte da Paolo VI (1966: il vescovo emerito), da Benedetto XVI (2013: il Papa emerito), da Giovanni XXIII e Paolo VI (1962/1964: la Collegialità episcopale). Francesco I non fa che portare alle conclusioni ultime ciò che si trova in nuce nel Concilio Vaticano II. Quindi occorre risolvere il problema delle rotture del Vaticano II con la Tradizione apostolica, come aveva chiesto mons. Brunero Gherardini, e  fare in modo che esse vengano corrette da chi di dovere. Noi non possiamo che esprimere le nostre perplessità; solo il Papa può prendere delle decisioni di una sana contro-riforma rispetto alla rivoluzione conciliare iniziata da Giovanni XXIII.

L’autorità spirituale e temporale viene dall’alto, anche se attualmente è male esercitata dagli uomini che l’hanno ricevuta, non possiamo arrogarcela noi dal basso. 

Bisogna evitare due errori: 
  1. l’errore per difetto: il servilismo, che obbedisce ad ordini contrari al diritto divino,  naturale e positivo; 
  2. l’errore per eccesso: l’anarchismo, che, negando ogni potere a chi male esercita l’autorità ricevuta dall’alto, se la arroga dal basso (democratismo).
Con l’aiuto di Dio, quando le membra della Chiesa nella quasi totalità vengono invase dall’errore, dobbiamo continuare a credere ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e a praticare ciò che ha sempre comandato, senza innovare sostanzialmente nulla (S. Vincenzo da Lerino, Commonitorium, III, 5).

L’unione fa la forza. Se non è possibile in “quest’ora del potere delle tenebre” (Lc., XXII, 53) essere canonicamente e giuridicamente incardinati, occorre sostenersi moralmente per mantenere la retta ragione (quanto all’ordine naturale) e la Fede integra e pura (quanto all’ordine soprannaturale). Infatti “la grazia presuppone la natura, non la distrugge, ma la perfeziona” (S. Th., I, q. 1, a. 8, ad 2).Che Dio ci aiuti a mantenere il retto sentiero senza deviare né da una parte né dall’altra.
d. Curzio Nitoglia
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1. G. Alberigo (diretta da), Storia del Concilio Vaticano II. La formazione della coscienza conciliare, ottobre 1962-settembre 1963, Bologna, Il Mulino, 1996, vol. II, p. 361. 
2. G. Alberigo (diretta da), Storia del Concilio Vaticano II. La formazione della coscienza conciliare, ottobre 1962-settembre 1963, Bologna, Il Mulino, 1996, vol. II, p. 360. 
3. Cit. in M. Lefebvre, J’accuse le Concile, Martigny, Ed. Saint Gabriel, 1976, pp. 89-98.
4. G. Alberigo (diretta da), Storia del Concilio Vaticano II. Il concilio adulto, settembre 1963-settembre 1964, Bologna, Il Mulino, 1998, vol. III, p. 129. 
5. Permane la novità di un duplice soggetto del sommo potere di magistero e giurisdizione nella Chiesa: Papa e Episcopato, il quale ultimo anche per la Nota praevia è “subiectum  supremae ac plenae potestatis in universam Ecclesiam”. Invece il soggetto è uno solo: il Papa, che se vuole fa partecipare l’Episcopato al suo supremo e pieno potere, in maniera temporanea, e non alla pari (in maniera inadeguata) con il Sommo Pontefice, che è la causa del potere di magistero e di giurisdizione per partecipazione dell’Episcopato. 
6. Il “Collegio dei Vescovi”, che “necessariamente e sempre cointende col suo capo”, è anch’esso “soggetto di supremo e pieno potere sulla Chiesa universale”. Questa è la grande novità della Lumen gentium che permane anche nella Nota praevia. Il Papa non è più l’unico soggetto per sua natura del supremo potere di magistero e imperio nella Chiesa universale e che solo se vuole può farne partecipare, in maniera non adeguata o a alla pari, l’Episcopato riunito in concilio o sparso nel mondo, in maniera temporanea e per partecipazione o subordinatamente. La dottrina tradizionale era chiarissima, quella di Lumen gentium è per lo meno ambigua se non erronea gravemente in alcuni punti che permangono in rottura con l’insegnamento tradizionale anche alla luce della Nota praevia, pur avendo quest’ultima cercato di ribadire alcuni capisaldi della dottrina cattolica.  
7. Brunero Gherardini, Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, Frigento, Casa Mariana Editrice, 2009; Id., Tradidi quod et accepi. La Tradizione, vita e giovinezza della Chiesa, Frigento, Casa Mariana Editrice, 2010; Id., Concilio Vaticano II. Il discorso mancato, Torino, Lindau, 2011; Id., Quaecumque dixero vobis. Parola di Dio e Tradizione a confronto con la storia e la teologia, Torino, Lindau, 2011; Id., La Cattolica. Lineamenti d’ecclesiologia agostiniana, Torino, Lindau, 2011.

123 commenti:

irina ha detto...

Se è così, c'è dolo perseguito e perpetrato nel tempo con intenzione oggi quasi pienamente manifesta.
Ben altro rilievo,sinistro, assumerebbero dunque i personaggi sul palcoscenico dai lontani anni sessanta del secolo scorso.



N.B. "memerito" da correggere.

Anonimo ha detto...

il papa emerito è un invenzione ,non esiste ,non ci possonono esser 2 papi,,la confusione è divenuta sistema,la questione è se Ratzinger è papa ,bergoglio è antipapa ,se il primo ha rinunciato faccia bene di togliersi le insegne papali e vada via
fabio

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ Il mostro sarebbe dunque a tre teste e non a due? Un papato "contemplativo" appare comunque una contraddizione in termini.

Ringraziamo don Curzio per le sue puntuali e nitide precisazioni, che indubbiamente aiutano a far chiarezza. Fuor di metafora, mi chiedo quale significato si possa dare all'istituzione del "papato emerito". Secondo me, l'unico significato accettabile e' quello simbolico, sempre che (speriamo di no) si voglia mantenere quest'istituzione. Un titolo d'onore, come a un generale o a un professore che abbiano cessato dal servizio.
Un Papato meramente "contemplativo" appare nozione alquanto strana, di per se'. Infatti, il Papa e' colui che, a partire dal Beato Pietro, viene eletto al governo della Chiesa, ricavando la legittimazione del suo potere di governo su tutta la Chiesa dall'investitura divina (iure divino). Lo eleggono i cardinali ma non gli conferiscono per delega un potere, una sovranita' che essi stessi gia' abbiano: scelgono tra di loro colui che, per diritto divino, sara' il loro governante, e di tutta la Chiesa, dal momento nel quale accetta l'elezione.
Il Papa sta a quel posto per governare (comandare, esortare, disciplinare, premiare, punire etc.). Non vi sta per "contemplare", per svolgere una funzione mistica, comunque solo spirituale. Un papato solo contemplativo e' percio' una contraddizione in termini. Sarebbe il papato di uno che non governa ma si esercita nella preghiera e nel raccoglimento per il bene della Chiesa. Ma per ottener cio' non c'e' bisogno di esser Papa. Il ministero "contemplativo" o "mistico" (e Ratzinger e' tutt'altro che un mistico) puo' costituire solo una caratteristica individuale dell'azione di governo di un determinato Pontefice, arricchirla o meno (pensiamo p.e. alla personalita' ascetica di Pio XII, che caratterizzava anche la sua azione di governo, per certi aspetti).
Propongo, pertanto, di considerare del tutto nulla l'istituzione del "papato emerito" per manifesta contraddizione con il fine stesso per il quale esiste la figura del Papa, come istituita da Cristo Nostro Signore. Per contraddizione ed insignificanza, vacuita' e completa inutilita'. Bisogna far chiarezza: chi si dimette da Pontefice, dichiarando la Sede Vacante, non e' piu' Papa, "attivo" o "contemplativo" che dir si voglia. Punto e a capo.
Ci sarebbe anche da altro da dire, ma per il momento mi limito a questo.

Luisa ha detto...


E così secondo don Nitoglia: "Benedetto XVI è il cervello e Francesco I il braccio"

Trovo la sua una scorciatoia veramente vertiginosa e scorretta, pretendere che tutto quel che Bergoglio sta attuando è stato ideato, pensato da Benedetto XVI, mentre lui non sarebbe che il braccio unicamente esecutore, è fare oltraggio non solo a Benedetto XVI ma anche al suo successore il cui carattere non è quello di un semplice esecutore senza cervello...
Che possa esserci una certa continuità, una possibile se non probabile identità di vedute su certi temi, lo si può accettare ma pretendere che il picconamento delle fondamenta a cui assistiamo ad opera di Jorge Bergoglio non è opera del suo cervello e della sua volontà ma la "semplice" esecuzione del pensiero e della volontà di Benedetto XVI, il cervello, non sta nè in cielo nè in terra.

Luisa ha detto...

@mic

C`è un errore nel titolo...:)

Anonimo ha detto...

Con tutta la buona volontà, non posso eludere la questione fondamentale: i Papi che hanno cercato di contrastare o aprire alla modernità, prima di Francesco, hanno fatto errori (qui entra in gioco la buona fede e la componente umana), ma l'ultimo pastore al soglio pontificio, non posso porlo sullo stesso piano degli altri. Gli altri erano veramente Papi, su questo troppe nubi si sono addensate e le sue stesse dichiarazioni, sempre più chiare in ciò che vuole perseguire, lo pongono fuori da ogni investitura divina, perché ha professato l'improfessabile: il suo progetto di demolire l'autentica Chiesa.
Francesco I ha risposto a Eugenio Scalfari: “Il Vaticano II, ispirato da papa Giovanni e da Paolo VI, decise di guardare al futuro con spirito moderno e di aprire alla cultura moderna. I padri conciliari sapevano che aprire alla cultura moderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti. Dopo di allora fu fatto molto poco in quella direzione. Io ho l’umiltà e l’ambizione di volerlo fare” (Repubblica, 1° ottobre 2013, pag. 3).
Lui stesso lo dice:" ...fu fatto molto poco in quella direzione...io ho l'ambizione di volerlo fare".

gianlub ha detto...

E' come dice Luisa, non è pensabile che il rapporto Tra BXVI e Bergoglio sia di mente e braccio. Anche perchè la "mente" BXVI mai e poi mai avrebbe minimamente sollevato il dubbio di porter concedere la Comunione ai divorziati risposati insieme ad altre cose irrealizzabili da BXVI perchè semplicemente in contrasto con la Dottrina Cattolica

Anonimo ha detto...

Benedetto XVI ha un cuore grande, ricco di amore per la Chiesa, l'altro un cuore duro che continua a demolire anche ciò che ben funzionava infatti, oggi 4 giugno 2016, Francesco, su proposta del Consiglio dei Cardinali, ha approvato ad experimentum lo Statuto del nuovo Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita nel quale confluiranno, dal 1° settembre 2016, gli attuali Pontificio Consiglio per i laici e Pontificio Consiglio per la Famiglia. In quella data ambedue i Dicasteri cesseranno dalle loro funzioni e verranno soppressi, essendo abrogati gli articoli 131-134 e 139-141 della Costituzione apostolica Pastor bonus, del 28 giugno 1988.

Anonimo ha detto...

Ma chi dice che TUTTO ciò che sta portando avanti Francesco sia esecuzione della mens di Benedetto?? l'articolo è sull'istituzione del Papa emerito, e mi dispiace ma la considerazione e di don nitoglia è incontestabile, essa viene tutta dalla mente di Benedetto, Francesco su questo non ha fatto altro che prendere atto di una scelta rivoluzionaria che ha il suo unico responsabile in Benedetto ( pur su un terreno preparato giá da prima, come giustamente sottolinea l'autore ). Possibile che ogni volta che si dice mezza parola su Benedetto, deve comparire qualche pompiere?
Le cose vanno dette come stanno, piaccia o meno.

Michele Durighello ha detto...

Mi pare ci sia un certo cerchiobottismo nella posizione (che rispetto ma non condivido) di don Nitoglia, che comunque leggo sempre ben volentieri. Ora, da uomo di Dio (incardinato canonicamente o no è un'altra questione) non poteva, non tentare di giustificare la attuale tripartizione del potere della Chiesa (magari specificando che il cervello è il Padre, Ratzinger, il braccio è il Figlio, Bergoglio, e lo Spirito è il collegio che illumina il Figlio secondo la volontà del Padre) ma mi si lasci dire chiaro e tondo che la ritengo una forzatura per giustificare ex post et rebus sic stantibus l'ingiustificabile..

Anonimo ha detto...

Se e tutto o per buona parte frutto della strategia di BXVI perché non l'ha fatto prima senza aspettare Bergoglio? Perché non eleggere Bergoglio già nel 2005 e operare da dietro le quinte come semplice cardinale? Perche passare otto anni a prendere pesci in faccia dai nemici e dagli amici?

Anonimo ha detto...

E quale sarebbe lo scopo di introdurre questa figura? Cosa si può fare ora che prima non si poteva fare? Benedetto è la mente? Lo voglio sentire dalla sua bocca non per mezzo di interposte persone o tramite note vaticane scritte da chissà chi...

Luisa ha detto...

E i pompieri che arrivano ogni volta che qualcuno osa prendere le "difese" di Benedetto XVI?
Bisogna essere ciechi o non aver letto l`articolo per intero e con attenzione per non capire che don Nitoglia pensa Benedetto XVI come "il cervello" ben al di là della questione del "papa emerito", se le parole hanno ancora un senso:

"Il Il comportamento sempre più pragmatico e rivoluzionario di papa Bergoglio (paragonabile al braccio) sta completando l'opera, iniziata da Giovanni XXIII e Paolo VI, con la complicità di Benedetto XVI (paragonabile alla testa), Papa a riposo.

Mi ripeto, pensare e pretendere che Benedetto XVI è il cervello del comportamento rivoluzionario di Jorge Bergoglio, il cervello del picconamento dei Sacramenti che il suo successore sta attuando, è assurdo.

Luisa ha detto...

Ancora una precisione:

"Secondo Mons. Georg Gänswein la cosa più grande del pontificato di Benedetto XVI è stata l'istituzione del Papa emerito, evento che apre la porta ad un futuro diverso. "

Mons. Gänswien NON ha pronunciato quelle parole, quando avevo letto quella frase (in un precedente post) riportata da una persona presente alla conferenza ho subito detto che non pensavo che quella frase fosse veritiera, e in effetti alla lettura del discorso di Gänswein non figura, è dunque un`invenzione, il minimo è riportare correttamente il contenuto di un intervento.

mic ha detto...

Luisa,
Quella frase l'ho riportata io in anteprima (e l'ho dichiarato), come impressione di chi, presente all'evento, mi aveva espresso tutta la sua costernazione.
Però, se non ha pronunciato specificamente quelle parole, non si può dire che non siano il 'succo' del suo intervento. Basta leggerlo con obbiettività.

Anonimo ha detto...

Don Curzio dice semplicemente che Benedetto XVI e Papa Francesco non sono affatto su fronti contrapposti. E questo a mio modo di vedere (purtroppo per noi) e l'interpretazione esatta di quanto accaduto. Questa è la Chiesa con cui dobbiamo fare i conti. E non c'è nessuna cavalleria all'interno dei Sacri Palazzi; semmai il contrario.
Miles

mic ha detto...

Luisa 14:31
Non riesco a capire come una persona intelligente ed equilibrata come ti conosco possa non vedere i 'bachi' di Ratzinger. Il che non significa essere anti-ratzingeriani, come pretendono di qualificarci tanti lettori che non pubblico, ma significa essere semplicemente obbiettivi per amore della verità.
Ho provato una grandissima delusione man mano che, approfondendo, incontravo questioni non eludibili per alcune ambiguità e possibili conseguenze. Del resto abbiamo fatto un percorso comune. Ebbene, il "papato merito" è una di esse. Ne avevo già individuate le origini nel pensiero legato alla collegialità et alia. Don Curzio lo ha confermato sviluppando.
Che Ratzinger fosse la mente di Frings al concilio, è del resto cosa nota. Che fosse la mente (eccelsa per molti motivi) che affiancava Ratzinger altrettanto. Meno eccelsa, per quanto riguarda le famose "alleanze parallele" per le quali ha trovato una scappatoia di conio rabbinico, ma che confligge col Vangelo. Idem per il falso ecumenismo e la libertà di religione... Che poi il rivoluzionario Bergoglio abbia rotto gli argini e non solo, questo è un altro discorso.

Luisa ha detto...

Se le parole hanno ancora un senso, Nitoglia ha affermato in grassetto e in rosso e come titolo di un paragrafo:

"Benedetto XVI è il cervello e Francesco I il braccio"

Ebbene questo io, e non penso essere la sola, lo considero grottesco, mi ero limitata a dire assurdo, qui dico grottesco perchè è il fondo del mio pensiero.
Che si faccia un`analisi critica del lunghissimo e ricco percorso di Benedetto XVI, e lo si faccia senza pregiudizi fin troppo evidenti presso certuni, è una cosa, ma che si arrivi a fare di Benedetto XVI addirittura il cervello delle azioni di Jorge Bergoglio "dépasse tout entendement", va oltre ogni comprensione, e non solo la mia immagino.

La pace dell'ulivo ha detto...

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/islam-papa-francesco-tende-mano-cristiani-e-musulmano-1267517.html?mobile_detect=false

berni ha detto...

ringrazio Don Curzio per la chiarezza e le precisazioni.

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ La frase su Ratzinger e Bergoglio non e' comunque essenziale. La confusione presente proviene dall'eterodossa idea di collegialita' penetrata nel Concilio

La frase di don Curzio su Ratzinger mente e Bergoglio braccio rappresenta una forzatura. Ma un'espressione infelice non dovrebbe costituire il pretesto per distrarsi dal tema principale.
Ora, il concetto importante, opportunamente ricordato da Don Curzio, e' che questa bizzarra figura di un "papato emerito" e' il punto d'arrivo di una errata concezione del papato, preesistente al Concilio, ma introdottasi nel Concilio (LG 22), nel tentativo di rielaborare la figura del Papa come in primis "capo del collegio", ragion per cui la suprema potestas su tutta la Chiesa, che pur puo' esercitare da solo, apparterrebbe allo stesso titolo anche al Collegio dei vescovi con il Papa. Precedentemente, il Collegio (morale) dei vescovi era sempre sub Papa. Ora e'sub Papa quanto all'esercizio della potestas ma cum Papa quanto alla sua titolarita'.
Abbiamo gia' qui il mostro a due teste perche' si attribuisce il potere sovrano su tutta la Chiesa a due soggetti distinti: il Papa da solo (uti singulus) e il Collegio con il Papa. Da cio' consegue anche una duplicita' di esercizio della potestas: del Papa da solo (p.e. con i motu proprio, le Encicliche) e del Collegio con il Papa.
Ora, la summa potestas non puo' avere due titolari. La Chiesa, come istituzione, e' una monarchia elettiva di diritto divino. Di diritto divino perche' il Papa questo potere, come si e' detto, lo riceve da Nostro Signore al momento dell'accettazione. Ora, un potere ricevuto con un'investitura rivolta ad un individuo singolo, un monarca, non puo' considerarsi come ricevuto da un intero "collegio", da un soggetto colletivo assieme a questo monarca.
Ma questa e' la tendenza eterodossa penetrata in Concilio e si comprende perche' il nuovo CIC abbia tolto il riferimento al "diritto divino", cioe' all'origine esclusivamente divina del potere che il Papa e solo il Papa riceve uti singulus.
Siamo cosi' arrivati oggi al "papato allargato". Non possiamo nasconderci che le responsabilita' di Ratzinger in questa deriva sono indiscutibili. Sin da giovane teologo schierato con i Novatori al Concilio egli ha sostenuto la necessita' di superare la distinzione tra potere d'ordine e di giurisdizione (definendola troppo "giuridica" per colpa di S. Tommaso, da lui mai amato), superamento che comportava due gravi conseguenze, entrambe rilevabili nel Concilio: il conferimento del potere di giurisdizione al vescovo gia' all'atto della sua consacrazione (LG, 21); l'attribuzione della summa potestas di giurisdizione al Collegio dei vescovi con il Papa (nuovo soggetto giuridico, accanto al Papa da solo).
Nel "mostro a due teste" si fa giocare la differenza tra titolarita' di un diritto e suo esercizio, credendo in questo modo di attuare una soluzione che metta assieme sommma potesta' del Papa da solo ed esercitata da solo, e somma potesta' del Collegio col Papa, mai esercitabile dal Collegio senza il Papa. Ma la distinzione e' male usata, gia' per il semplice motivo che il Collegio, in quanto soggetto collettivo, anche con il Papa non puo' esser titolare di questa potestas, come si e' detto. Applicando questa categoria spuria ora ci vogliono far accettare la figura improponibile di un papa che si sarebbe dimesso dall'esercizio della sovranita' ma non dalla sua titolarita', cosa che gli permetterebbe di esser ancora Papa, anche se in maniera "contemplativa"!

irina ha detto...

Qui si stanno raccogliendo dati di fatto, come già detto J.R. necessita di uno sguardo d'insieme equanime. Perchè? Ha avuto le mani in pasta in tanti documenti e di tanti altri è stato il supervisore. Non è semplicemente il predecessore del presente vescovo d Roma, no. Lo stesso pontificato di GPII su di lui ha trovato un sostegno ed e un esecutore fedele senza tralasciare il ruolo di perito del Cardinale Frings. Non so quanti altri possono avere avuto nella storia un curriculum par suo. Ora non dobbiamo dividerci in partiti:chi lo porta alle stelle e chi nelle stalle.Dobbiamo cercare di avvicinarci il più possibile alle verità. Quand'anche scoprissimo una premeditazione lunga una vita non lo condanniamo, a che poi? Possiamo solo dire guarda ci hai preso per i fondelli, lo abbiamo capito,pentiti, abbandona le cattive compagnie che nulla possono contro di te perchè il Signore è Grande e Misericordioso ti perdonerà e sarà ed è il tuo Salvatore.Nessuno di noi vuole il male di J.Bergoglio, di J. Ratzinger e di tanti altri, quello che vogliamo che loro si salvino e non siano la rovina di altri.Dobbiamo però aver ben chiaro che le prime reazioni di chi ha sbagliato di solito sono una sceneggiata del vecchio personaggio. Preghiera sincera per loro e per noi,se possibile arrivare alla preghiera continua.E bandire dal cuore l'animosità, l'ira, come l'autobendarsi gli occhi con pie illusioni.

Luisa ha detto...

Potrebbe interessarvi:

http://www.lastampa.it/2016/06/04/vaticaninsider/ita/vaticano/francesco-rimuovere-i-vescovi-negligenti-sugli-abusi-ai-minori-xItV2k0GEoq3RGeot1fZUO/pagina.html

Anonimo ha detto...

Suggerisco di leggere l'articolo di Don Elia perché, anche se darà fastidio a qualcuno, chiarisce bene il ruolo di tutti i papi postconciliari, nessuno escluso.
Come dice Don Elia in conclusione del su articolo>:
"Se poi non vogliamo accettare nemmeno l'evidenza dei fatti, capendo da che parte si trovi la Verità, ci si prepari a pagarne le funeste conseguenze..."


http://lectiobrevis.blogspot.it/2016/06/la-chiesa-dei-rivoluzionari-e-il-popolo.html

Antonio

Luisa ha detto...

Potrebbe interessarvi anche questo:

http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/06/04/0403/00934.html

Anonimo ha detto...

http://www.antoniosocci.com/ce-un-abisso-parte-papa-cattolico-benedetto-xvi-mostra-gesu-perdona-peccatore-condanna-peccato-dalla-parte-opposta-ce-vescovo-vestito-bianco-bergoglio/#more-4501

Anonimo ha detto...

Ho letto il link di Antonio, non dice nulla di 'fastidioso', anzi, ma a parer mio sono più i monsignori, prelati, addetti ai lavori, dei fedeli, purtroppo non si possono scaricare tutte le colpe dell'attuale stato disastroso della cc, le colpe sono anche degli ex fedeli, dei tiepidi, dei chissenefrega e della liquidità di una società senza futuro, se prosegue così, di cui tutti facciamo parte e contribuiamo a formare, quindi unicuique suum, del resto se erano stati predetti 100 anni di lotta furibonda tra il principe del mondo e il Principe del tutto, un motivo ci sarà. Non possiamo dare giudizi né troppo positivi, né troppo negativi su papa Ratzinger perché nulla sappiamo di quello che avveniva ed avviene veramente all'interno dei 'sacri' palazzi, si constata una deriva inarrestabile, questo sì, ma interessa a pochissimi, il resto tira a campare e se ne frega altamente, chi è credente deve assumersi le proprie responsabilità e fare esami di coscienza, alla fine tutti saremo giudicati, e non secondo il nostro metro. Anonymous.

Anonimo ha detto...

Comunque sia nessuno ha ancora risposto. A che pro? Perché un percorso tanto accidentato per arrivare ad istituire una figura tutto sommato inutile dal punto di vista pratico come il papa emerito? Mic, mi interessa la sua opinione, perché? Come ha detto qualcuno sopra non si prende la difesa di nessuno a priori ma occorre avvicinarsi alla Verità e possibilmente attraverso logica e buon senso.

Rr ha detto...

Altri testi di Don Nitoglia non mi hanno soddisfatto, ma questo è chiaro, sintetico, scritto molto bene e ben documentato. E' logico e consequenziale. Come consequenziale è il tentativo, apparentemente riuscito, di detronizzare il Monarca, di attuare la Rivoluzione francese della Chiesa cattolica, "tagliando" la testa al Sovrano, o quanto meno, rendendolo un Sovrano costituzionale, il cui potere è da dividersi ( per ora, poi sparirà) con il Parlamento, nella fattispecie un Senato di nominati, simil Camera dei Lords.
E' ovvio che se il modernismo si rifaceva al liberalismo politico settecentesco ed ottocentesco, e se alcuni dei partecipanti al Concilio erano socialisti, se non comunisti, più ovviamente massoni, la prima cosa da fare, nel riabilitare il modernismo stesso ( sic dixit Maradiaga) era la creazione di una specie di monarchia costituzionale. Se si e' arrivati in ritardo al governo tricefalo ( sostanzialmwnte una pseudoaristocrazia, in realtà un'oligarchia) dipende da un lato dall' ambiguita' e dalla "debolezza" di Paolo VI, dall'altro dalla potente personalita' di GPII. Almeno fin quando è stato sano.
Alla sua morte chi poteva avere gli attributi per accelerare la cosa, era malato, e l'altro, al momento, si c...o' sotto a succedere a cotanto personaggio.
BXVI doveva essere un pontefice di passaggio, ma la Grazia di Stato e la sua Fede prevalsero. A quel punto bisognava farlo fuori, e rimettere in gioco le cose. Et voila'. Alle sue ecentuali obiezioni, gli avranno detto: - Ma come ?! non ricordi te stesso al Concilio? -
E lui, forse, ha pensato che tutto il " Mist" che gli era caduto addosso, in tre lo avrebbero gestito meglio. E si è messo di lato.
In effetti, pax mediatica, nessun nuovo grosso scandalo, vescovi e cardinali obbedienti come non mai, Roma nuovamente "caput mundi"( anche se sembra sempre di piu' Islamabad)

Per quanto ogni volta che vedo una sua foto, o leggo i suoi discorsi, mi venga un magone, non posso però onestamente chiudere gli occhi, e staccare i neuroni. Se non si fosse dimesso, non avremmo Bergoglio. Quanto meno, avremmo dovuto aspettare la sua morte,
per rischiare Bergoglio.

Anonimo ha detto...

Nessuno prende in considerazione un'altra ipotesi? Le fumose e contorte dichiarazioni del segretario di BXVI sono, allo stato attuale, senza reale fondamento giuridico e teologico. Oltre all'ipotesi, spero non vera, ma da non escludere, di modificare la natura del papato, potrebbe starci l'idea del messaggio in codice. In fondo sta passando l'idea, anche dalle parole di Don Nitoglia, che BXVI sia ancora papa, in qualche misura. D'altra parte non esiste,ad oggi , dal punto di vista canonico, la figura del papa emerito e nemmeno quella del ministero contemplativo. Se Ratzinger avesse avuto anche l'intenzione di introdurre il papato collegiale, non esiste un atto che lo istituisca. Quindi non sarebbe corretto dire che è ancora papa. Ganwsein poteva dire che con questo atto Ratzinger voleva suggerire l'idea del ministero contemplativo, ecc.. da sviluppare teologicamente, bla bla...ma ora tutto questo non c'è. E quindi non dovrebbe essere corretto chiamarlo Santità, e tanto meno affermare che in qualche modo è ancora Papa. Non oggi, perlomeno (sto ragionando dal punto di vista di chi vorrebbe il papato collegiale, ovviamente). C'è qualcosa che non sappiamo? Per caso "il mazzo è truccato"? Siamo proprio certi che non ci sia da qualche parte una carta che smentisca ciò che vediamo? Napolitano non può dirsi ancora Presidente, in nessuna maniera. Magari tra sei anni avremo 2 Presidenti, uno con poteri operativi e l'altro che consiglia. Ma oggi non ce ne sono due. Uno dei due non è papa, in nessuna misura. Quale dei due?

mic ha detto...

Anonimo 20:00
Il primo argomento logico e di buon senso che mi viene in mente, è la coincidenza dell'ingravescente aetate e la corrispondenza del vescovo emerito con quella del Papa emerito, confermata anche da Bergoglio come un frutto del concilio.
Questo è un dato oggettivo che non accusa né difende. Constata.

Anonimo ha detto...

"Nella Chiesa la potestà di giurisdizione compete, iure divino al Papa e ai Vescovi. La pienezza di questo potere risiede tuttavia solo nel Papa che, quale fondamento, sorregge tutto l’edificio ecclesiastico. In lui si trova tutto il potere pastorale, e nella Chiesa non se ne può concepire altro indipendente.

La teologia progressista sostiene invece, in nome del Concilio Vaticano II, una riforma della Chiesa, in senso sacramentale e carismatico, che oppone la potestà d’ordine alla potestà di giurisdizione, la chiesa della carità a quella del diritto, la struttura episcopale a quella monarchica.
Al Papa, ridotto a primus inter pares all’interno del collegio dei vescovi spetterebbe solo una funzione etico-profetica, un primato di «onore» o di «amore», ma non di governo e di giurisdizione. In questa prospettiva è stata evocata da Hans Küng, e da altri, l’ipotesi di un pontificato “a termine” e non più a vita, come forma di governo richiesta dalla velocità di cambiamento del mondo moderno e dalla continua novità dei suoi problemi. «Non possiamo avere un Pontefice di 80 anni che non è più pienamente presente dal punto di vista fisico e psichico», ha dichiarato all’ emittente “Südwestrundfunk” Küng, che vede nella limitazione del mandato del Papa un passo necessario per la riforma radicale della Chiesa. Il Papa sarebbe ridotto a presidente di un Consiglio di amministrazione, ad una figura meramente arbitrale, con a fianco una struttura ecclesiastica “aperta”, quale un sinodo permanente, con poteri deliberativi."

E. De Mattei, 12 febbraio 2013 su
http://www.corrispondenzaromana.it/considerazioni-sullatto-di-rinuncia-di-benedetto-xvi/

sacerdos quidam ha detto...

L'anonimo delle ore 20.00 si chiede: "A che pro? Perché un percorso tanto accidentato per arrivare ad istituire una figura tutto sommato inutile dal punto di vista pratico come il papa emerito?"

Ma è elementare, Watson... Perché l'obiettivo primario, anche se non finale, dei neomodernisti attivi nel Vaticano II era, ed è tuttora - per i sopravvissuti tra i periti conciliari e per i loro epigoni - quello di eliminare de facto il Papato, che costituisce il più grande ostacolo, per l'ecumenismo anzitutto, e per l'unione mondialista poi, entrambi obiettivi ultimi dei novatori. Ricordiamo che si tratta di teilhardiani... e con ciò, tutto è detto.
Ora, la figura del 'Papa emerito' ed il 'Papato tricefalo' non sono "tutto sommato inutili": sono espedienti efficacissimi per svuotare il Papato dall'interno ed eliminare l'ostacolo, il Katechon.
Il Papato nullificato per via di inflazione: un colpo da maestro! Modernista, ovviamente.

irina ha detto...

Considerando la questione del contendere,che è una questione di potere,non considero tutte le voci in campo nè potenziali santi nè tanto meno santi. Vicino a casa mia c'è un palazzo, palazzo che è andato in eredità a più persone, queste persone hanno bisticciato tra loro, nessuna ha prevalso, tutti hanno incrociato le braccia,nel palazzo da anni abitano alcuni abusivi,nessuno in questi anni, sicuramente più di trenta, ha fatto manutenzione nè ordinaria nè straordinaria, il palazzo sta perdendo pezzi mentre la contesa tra gli eredi muta procede.E' un palazzo vergognoso, da foto del dopoguerra con le macerie dei bombardamenti. Tanto può l'invidia. Così la Chiesa è come quel palazzo viceversa quel palazzo è come la Chiesa oggi.

mic ha detto...

Michele MAcIK Durighello 13:57

Non vedo del cerchiobottismo nella posizione di don Nitoglia. Nell'articolo sviluppa le motivazioni che possono leggersi nell'accaduto, che hanno la loro origine nelle innovazioni conciliari.
Dunque spiega, non giustifica. :)

Anonimo ha detto...

Guardate qui quale reputazione hanno in Vaticano i cattolici tradizionalisti.
https://testadelserpente.wordpress.com/2016/06/01/cattolici-prolife-e-conservatori-violenti-assassini-parola-del-portavoce-vaticano-mons-rosica/

irina ha detto...

Una domanda, come è accaduto,ai tempi, che tanti giovani d'Oltralpe avendo la vocazione di servire il Signore ed il prossimo anzichè diventare pastori protestanti sono diventati sacerdoti cattolici pur mostrando simpatie protestanti?

murmex ha detto...

Condivido in toto l'analisi di sacerdos quidam . Tutto è chiaro , lampante , evidente , a chi non resta attaccato irrazionalmente a sue illusioni (che sono state anche le mie) . Non cadiamo nel naturalismo così ben descritto da Radicati nella Fede , immaginando intrighi di palazzo (che certamente ci saranno ) , minacce terribili (bomba su Roma ? Ma suvvia ... ),assurde prigionie ... che spieghino tutto . E' chiaro che è in atto una lotta all'ultimo sangue , condotta da una mente perversa ben superiore per intelligenza alla nostra , perchè di natura angelica per quanto decaduta , di cui questi ultimi Papi (se tali sono ) sono stati pedine non sappiamo quanto consapevoli . Lasciamo su questo il giudizio a Dio , ma apriamo gli occhi sulla realtà oggettiva . Abbiamo il gravissimo indizio della visione di Leone XIII , tra l'atro . E ricordiamo , se ci viene il magone quando pensiamo a mons Ratzinger , che l'eesenza del modernismo è quella di camuffarsi , mischiando il veleno a una pletora di cose buone . Questo è ancora più grave di una manifesta eresia su alcuni punti della dottrina . E non lo dico io , ma il santo e sapiente Papa Pio X. Rileggiamo la Pascendi , più e più volte perchè è complessa , dovendolo essere per stanare i multiformi inganni : Rimarremo immunizzati .

murmex ha detto...

Luisa non fermiamoci a una questione secondaria , se siano azzeccate o meno le parole "mente " e "braccio " ... è chiaro che vogliono significare la linea di continuità , ed ovviamente ad uno viene attribuita la sottigliezza intellettuale , all'altro , data la sua rozzezza , l'operatività più platealmente evidente . Ho letto come suggerito l'intervento di don Elia : magistrale .

Anonimo ha detto...

Ma guarda : la continuità. Alla fine, tradizione o no, qui alcuni parlano come i pretoriani più zelanti di Bergoglio, quante volte ha scritto

"Perfetta continuità'" Andrea Tornielli?

Per più di 60 anni il Papa emerito ha servito la Chiesa e difeso la fede, in condizioni difficilissie,anche sotto il pontificato di GPII. Collezionando calci nei denti fino alla fine e alle dimissioni ed ecco che esistono illuminati nel pensiero che consigliano di non guardare alle cose buone, di non farsi ingannare.Loro si che non ci cascano.Papa emerito e regnante sarebbero una cosa sola.Due cuori e una capanna. Sono troppo vecchia x dire fuori dai denti cosa penso veramente.
Ma una cosa oglio dirla e tolgo il disturbo. Siete sicuri che sono gli altri quelli che non vogliono vedere?
Non so dove si voglia andare a parare con argomenti che si è scritto giustamente sono assurdi e grotteschi. Ma l'insistenza con ui vengono battuti e ribattuti è quasi suggestiva.


mic ha detto...

Insomma c'è chi si ostina a bacchettarci perché riconosciamo e documentiamo i punti di indubbia 'continuità' tra i due papi (espressione già di per sé anomala), senza peraltro fare di ogni erba un fascio, ma guardando la realtà in faccia al solo scopo dell'amore per la verità.
Ciò non significa negare quanto Bergoglio sia uscito da ogni argine e regola e assimilare a questo suo aspetto i suoi predecessori e in particolare Benedetto XVI. Significa, però cogliere nei suoi predecessori, compreso Benedetto XVI, alcuni elementi 'spuri' che purtroppo hanno fatto scuola.
E, nonostante si riconoscano anche le deplorevoli resistenze e difficoltà che hanno contrassegnato il pontificato di Benedetto XVI e che nel loro verificarsi hanno fatto soffrire anche noi, le suggestioni moderniste che hanno fatto breccia dove non avrebbero dovuto e che ora stanno dilagando oltre misura non le possiamo negare!

Anonimo ha detto...

Condivido 100 per 100 commento di anonimo delle ore 12:22. Nessuno nega come dice mic l esistenza di alcuni elementi spuri che purtroppo hanno fatto scuola. Ma comparare Bergoglio a Benedetto xvi non è possibile. Bergoglio è altro. Con tutto il rispetto della posizione di don nitoglia, egli esprime un suo personale giudizio ed io non ci sto. Come quando nitoglia in altro articolo si permise di dire che anche se Papa Francesco fosse stato eletto invalidamente, il fatto che tutta la chiesa lo abbia riconosciuto Papa sanerebbe la cosa....è certo don nitoglia che tutta la chiesa, tutte le membra vive della chiesa lo abbiano riconosciuto come tale? Credo che si sbagli davvero di grosso... Come mai si fa fatica a leggere i segni dei tempi e ad interpretarli anche alla luce dei messaggi di La Salette, Fatima, Tre Fontane, e le visioni della beata Caterina Emmerick?

mic ha detto...

Con tutto il rispetto della posizione di don nitoglia, egli esprime un suo personale giudizio ed io non ci sto.

Faccio notare che don Curzio Nitoglia ha costruito la sua riflessione sui documenti conciliari (paragonati alla Tradizione) che rispecchiano e hanno permesso ciò che è accaduto. Questa non è opinione personale è una lettura oggettiva.
Uno può anche non starci, ma come si fa ha insistere sull'elezione invalida di un papa senza produrre argomenti (a differenza di don Curzio) e basandosi sulle rivelazioni private?
Con tutto il rispetto per le rivelazioni private e senza negare la gravità della nostra situazione, rimanere ancorati a Tradizione e Sacra Scrittura non credo ci porti fuori strada.
Mi limito a questo.

Anonimo ha detto...


perché, scusi, dove avrebbero dovuto fare breccia, le suggestioni moderniste?

non sono esse stesse brecce? E si sa cosa sono le brecce.....

se non le possiamo negare,( anche col punto esclamativo !),se ne tragga la conclusione.

gianlub ha detto...

@mic

"Uno può anche non starci, ma come si fa ha insistere sull'elezione invalida di un papa senza produrre argomenti"; ma come "senza produrre argomenti", lei mic li ha letti gli interventi oggettivi di Stefano78 che portavano gli argomenti che lei richiede?

mic ha detto...

Una breccia è una breccia. Uno tsunami è altro.
E non sono solo le brecce a provocare gli tsunami.
Sulle conclusioni, se vuol convincerci delle sue dovrebbe abbandonare i toni taglienti e fornirci ragioni con argomenti sviluppati anziché con affermazioni apodittiche o rivelazioni private.

tralcio ha detto...

Chissà perchè, forse perchè c'è di mezzo Josef, ma mi è venuto in mente San Giuseppe.

Egli era uomo giusto, osservante la legge (i comandamenti). Un artigiano, silenzioso e solerte (più ricordato per il lavoro e le decisioni prese, che per le parole pronunciate). Fu poi il padre amorevole di Gesù e il casto sposo di Maria, attenendosi alle istruzioni avute in più sogni in cui gli parlarono gli angeli.

Non sono in grado di sapere che cosa il Cielo possa aver comunicato a Josef Ratzinger.
Però non posso nemmeno escludere che un uomo retto e fedele, umile lavoratore della vigna, possa aver preso decisioni anche non basandosi solo sulla pura "logica".
Caso mai questo lo fa il successore: la cui logica -compiacere il mondo- è palese.

San Giuseppe è un uomo innamorato (probabilmente nel fiore degli anni, prima di qualsivoglia "anta"), la cui promessa sposa è in dolce attesa malgrado lui l'abbia sempre rispettata nel suo desiderio di purezza. Umanamente si potrebbe gridare al tradimento. Umanamente, da gentiluomo innamorato, si può pensare a ripudiare Maria in segreto, per evitarle la lapidazione (a norma di legge). Umanamente uno non deciderebbe mai di partire per un viaggio d'inverno a dorso di mulo con una moglie al nono mese. Umanamente uno non accetterebbe di finire in una grotta-stalla la notte in cui diviene padre, proprio nella città dove ci sono tutti i suoi parenti...
Ne' la sua intelligenza, ne' la tradizione e l'educazione, ne' la legge di cui era osservante, avrebbero previsto certe scelte che videro Giuseppe protagonista e responsabile. Decisioni scomode, se solamente umane inevitabilmente costellate di dubbi, di dolore e non senza fremiti di rabbia.

Giuseppe però era istruito nel sogno dagli angeli. Destatosi eseguiva. E questo nelle pieghe della legge e della tradizione, mentre le malelingue o semplicemente le persone dotate di umano buon senso potevano far spallucce, scuotere il capo o malignare.

Così San Giuseppe è "sparito" dalla scena. Maria vi è rimasta un po' di più, ma con l'umiltà del suo sposo. A ricoprire decisamente il ruolo di protagonista è rimasto il bambino al quale diedero il nome: Dio salva! E' Lui lo Sposo.

Anche la legge si fa da parte quando è l'ora del compimento delle cose.
Gli uomini, che vivano di leggi o campino del loro aggirarle, arrivano al punto morto.
Il peccato è una brutta cosa, ma la potenza di Dio, la grazia, va oltre la legge.
Il peccato ci costa la perdita della grazia.
San Giuseppe ha accolto la grazia per stare con Maria.
La piena di grazia ci ha dato Gesù.
Gesù ci porta oltre lo sfacelo del peccato, offrendosi in sacrificio per noi.

Ci sono uomini che cavalcano la storia tenendone le redini come fossero fantini.
Ci sono santi, farisei zelanti, che sono disarcionati da cavallo.
San Paolo è diventato santo, ma partì male, ben peggio di un modernista conciliare.
E ci sono santi che vanno dove gli viene detto, con il mulo o l'asino per giumento.
Non riesco a mettere insieme l'addetto al mulo e il ferroviere della vaporiera.
Nè a veder uguali l'umile operaio della vigna e l'uomo di copertina di "The Advocate".

Sono argomenti anche questi.

Il concilio è la legge della Chiesa 2.0. Ma gli uomini parlano anche con il Cielo.
Con tutto il rispetto e la delicatezza possibile verso chi non la pensasse così.

murmex ha detto...

siccomel'gravissimo , attounconanonima delle 13,57 ribatte al mio intervento , anche se mi sembrano sterili queste polemiche personali , le rispondo che bisogna guardare all'oggettività dei fatti :non siamo partigiani o tifosi di questo o quello , pronti a inalberarci :nessuno nega la differenza enorme di stile , cultura , tratti caratteriali , ma questo non è l'essenziale . Padre Pio , ad esempio , aveva naturalmente un carattere tendente all'ira , esistono invece persone più miti ecc. L'essenziale per un Papa è confermare i fedeli nella Fede , senza questo le sue indubbie qualità perdono valore , anzi contribuiscono a danneggiarci .Mons Ratzinger , come Papa . non solo ha conservato fino all'ultimo uno spirito modernista (come dimostra non don Curzio od altri , ma le sue stesse parole al clero romano prima di ritirarsi nel cosiddetto inedito ministero orante , ma ha potentemente contribuito alla demolizione attentando all'essenza del Papato , roccia su cui si è retta la Chiesa per due millenni , pur con buoni o cattivi Papi che mai avevano osato tanto. Che poi Tornielli parli di continuità non mi cale :l'orologio rotto segna l'ora giusta due volte al giorno . Tutto ciò glielo dice , gent anononima , una persona che aveva nutrito moltissime speranze e fiducia in Benedetto . Amicus Plato , sed magis amica Veritas . Concludo . Fuori posto l'ironia su quelli che sostengono di aver capito tutto :io non lo sostengo affatto , ma costato solo dei fatti che stanno sotto gli occhi di chiunque.Una cosa però l'ho capita , e ringrazio infinitamente il Cielo e S S Pio X , :l'essenza del modernismo ,Per questo insisto molto sulla lettura attenta ,ripetuta . del Magistero antimodernista . A me , che purtroppo sono stata intaccata in passato da un pur molto moderato (dati i tempi ) liberalismo è servita molto la Pascendi .

mic ha detto...

"Uno può anche non starci, ma come si fa ha insistere sull'elezione invalida di un papa senza produrre argomenti"; ma come "senza produrre argomenti", lei mic li ha letti gli interventi oggettivi di Stefano78 che portavano gli argomenti che lei richiede?

Gianlub,
quelle di Stefano, come le sue ma in maniera più articolata, erano accentuazioni di alcuni aspetti che potrebbero avvalorare una delle ipotesi, senza tener conto anche del resto.

mic ha detto...

Per tralcio,
ho letto la tua lunga appassionata e anche sapiente meditazione e non posso non condividerne la spiritualità e la logica intrinseca.
Tuttavia, sul momento e sul fatto puntuale dell'abdicazione di Benedetto XVI fin dall'inizio non ho scartato la tua lettura, insieme però ai dubbi legati alle più volte richiamate 'brecce' nel corso del tempo esaminate una per una. In questo caso la 'breccia' è costituita dall'ingravescente aetate insieme alla introduzione della collegialità. E questi sono fatti non supposizioni.

Anch'io "non riesco a mettere insieme l'addetto al mulo e il ferroviere della vaporiera.
Nè a veder uguali l'umile operaio della vigna e l'uomo di copertina di "The Advocate" " e mi colpisce favorevolmente tutto quello che dici prima.
Solo che vedo anche il problema, non escludendo celesti ispirazioni successive, che l'addetto al mulo e l'umile operaio era nel contempo una mente sottile che ha escogitato alcuni sofismi che hanno avuto i loro effetti (oltre alla collegialità, ti ricordo le "alleanze parallele" e molti elementi sul falso ecumenismo e sulla libertà di religione che ancora dispiegano i loro effetti). Poi c'è anche il miracolo del Summorum...

Riguardo al foro interno e al 'sommerso' che non conosciamo, solo il Signore sa e a Lui non ci resta che affidarci....

Con tutto il rispetto per il tuo pensiero così delicato, e anche così ben articolato nella sua profluvie di amorosi sensi nei confronti del "papa emerito" e di una realtà così dura da accettare.

murmex ha detto...

Tralcio , non sta in piedi il paragone addirittura con S Giuseppe ! Suvvia , appezzo molti interventi , ma qui si esagera , si cade nella follia ! S Giuseppe è l ' UOMO GIUSTO PER ANTONOMASIA , tanto da aver meritato un ruolo UNICO , forse non ancora ben sviscerato , ha esercitato autorità su DIO STESSO , ...Non ha contraddetto la Legge , l'ha adempiuta perfettamente obbedendo in toto ...Scusate , ma che c'entra con questo Mons Ratzinger ? Sempre premettendo che non si giudica la persona ma i fatti , non ha certo adempiuto la divina volontà battendosi astutamente in Concilio a favore dell'ala progressista , non ha mai sconfessato questo passato anzi l'ha rivendicato apertamente , ecc .Gli dovrebbe essere giunta una misteriosa voce angelica , ordinandogli di superare il Papato così come voluto da Gesù Cristo , e fedelmente conservato da 2000 anni , anche dai peggiori Papi , veri e propri delinquenti ?A questo punto perchè non pensare che l'angelico messaggio sia giunto anche a Scola che vuole la moschea , a Galantino e Mogavero , a Bergoglio stesso ?

Anonimo ha detto...

Tralcio for ever, con meno classe e delicatezza dico che ognuno ha fatto determinati percorsi e si attiene al suo vissuto, io al mio personalissimo piccolo psicodramma con la cc e molti suoi esponenti, io non so perché abbia scelto 'emerito',lo sanno lui e Dio, l'emerito presidente comanda purtroppo più di prima e a me di magoni ne vengono a vagoni, con il massimo rispetto per tutte le opinioni, ma io la mia scelta l'ho fatta e non mi pento, il giorno in cui tornerà alla Casa del Padre rimetterò tutto in discussione, al momento attendista. Lupus et Agnus.

gianlub ha detto...

mic è diventata come quelli che Gesù aspramente riprendeva perchè "filtravano i moscerini" (bachi e brecce conciliari e post) e si "ingoiavano il cammello" (Bergoglio). Guardi che il suo non è un'atteggiamento "prudente"; la sua è colpa nei confronti di Cristo.

Anonimo ha detto...

@ tralcio
“Non sono in grado di sapere che cosa il Cielo possa aver comunicato a Josef Ratzinger………………...” : da cosa deduci che il Cielo abbia comunicato qualcosa a Ratzinger (assioma) ?
“Però non posso nemmeno escludere che un uomo retto e fedele, umile lavoratore della vigna …”: altro assioma. Il tuo ragionamento (se è un ragionamento e non un’esperienza, magari mistica) parte quindi da un postulato dalla verità indimostrata e indimostrabile, perché nessuno di noi è costantemente addosso all’uomo ad osservarne tutti i comportamenti esterni, e nessun uomo è in grado di leggerne i pensieri e i sentimenti, che poi sono quelli che fanno di un uomo “un uomo giusto e retto” (e non un ipocrita superbo). Noi possiamo sono valutare ciò che appare all’esterno. E di un uomo pubblico non possiamo che valutare le sue esternazioni pubbliche. L’apparente mitezza non è sinonimo di santità, né la implica. Nostro Signore ci ha avvertiti di non fidarci delle apparenze miti, perché possono essere la maschera con cui si nasconde un lupo.
Allora occorre fare riferimento a ciò che Ratzinger ha fatto, detto e scritto. Poi ricavare da questi dati, esaminati secondo ragione ed applicando il magistero della Chiesa di sempre (non la tradizione vivente di conio modernista). Ma tu ometti tutto questo, dai per scontato ciò che invece deve essere, per chi vuol capire, oggetto di attenta e oggettiva valutazione.

Ovviamente poi devi fare ricorso a presunti messaggi del Cielo che addirittura indurrebbero “l’umile lavoratore della vigna” a prendere a picconate le fondamenta della Chiesa del Signore, per potere tenere insieme tutto, per non dovere vedere ciò che è doloroso vedere.

L’argomento “non posso escludere che ………………………………… “, è un argomento capace di considerare qualsiasi cosa, le più disparate ed opposte, soprattutto quando l’ipotesi non è supportata da nulla, almeno da nulla di espresso

“………………………., possa aver preso decisioni anche non basandosi solo sulla pura "logica"………………..”: se siamo sul campo dell’illogico e dell’irrazionale, allora il discorso si chiude, perché noi abbiamo la ragione per comprendere la realtà (fede e ragione non si contraddicono, Dio non è irrazionale, ma è purissima ragione, Logos, siamo noi che abbiamo una ragione tropo limitata e macchiata per comprenderlo)


“……….. Anche la legge si fa da parte quando è l'ora del compimento delle cose. Gli uomini, che vivano di leggi o campino del loro aggirarle, arrivano al punto morto. Il peccato è una brutta cosa, ma la potenza di Dio, la grazia, va oltre la legge. …………………………………..…….”: perdonami, ma qui mi sembra di sentire una certa assonanza con qualche discorso di qualcuno vestito di bianco che non è l’emerito. Come murmex ha già osservato, Gesù è venuto a compiere la legge, non ad abolirla. Egli stesso si è sottoposto alla legge. E poi: quali leggi avrebbe violato san Giuseppe ?

Anna (contunua)

Anonimo ha detto...

“……………….San Paolo è diventato santo, ma partì male, ben peggio di un modernista conciliare……….”: (che il farisaismo sia peggio del modernismo non saprei, a me pare comunque che il secondo sia uno degli ultimi figlioli del primo ……., come spiega bene don Elia) questo è un punto importante e dovrebbe essere approfondito: quando Ratzinger ha abbandonato il modernismo ? Da dove lo deduci che lo abbia fatto ? Il papa che un tempo era modernista (cioè un eretico) e che lavorò alacremente per attuare le sue idee moderniste all’interno del CVII ha forse rinnegato il proprio passato, ripudiato i suoi errori, pubblicamente, come pubblicamente li diffuse ? Come fece San Paolo ? Oppure li ha difesi fino alla fine, tentando di addossare i risultati catastrofici del CVII ad una cattiva interpretazione del concilio (mi ricorda il marito che colto in flagrante adulterio dalla moglie dichiara “non è come potrebbe sembrare !”)?

“……….E ci sono santi che vanno dove gli viene detto, con il mulo o l'asino per giumento…..” Non ci sono solo i santi. La via dell’inferno è molto più larga dei quella del paradiso..... Ancora l’assioma BVI= retto, giusto, umile lavoratore della vigna …. Addirittura santo guidato dal cielo ….”

“…………Non riesco a mettere insieme l'addetto al mulo e il ferroviere della vaporiera. Nè a veder uguali l'umile operaio della vigna e l'uomo di copertina di "The Advocate"……………………: (e daglie coll’umile operaio della vigna ….). Metterli insieme non vuol dire che sono uguali. Il mediano e l’attacante sono diversi, svolgono funzioni diverse, uno è mite e l’altro è aggressivo, ma giocano insieme e il gol se l’attribuisce la squadra, non il solo attaccante …


“……….Il concilio è la legge della Chiesa 2.0. Ma gli uomini parlano anche con il Cielo…….…”. Ecco. Siamo costretti ad attribuire direttamente al Cielo la mostruosità della bicefalia del papato, siamo costretti a dire che Dio ci ha ripensato e non vuole più fondare la sua Chiesa su una persona, Pietro, ed i suoi successori, ma vuole un chiesa democratica, collegiale, come i neo concetti di popolo di Dio modernisticamente intesi richiedono.
Credo che occorra ripercorrere il pensiero di Giuseppe (non il santo) dalla giovinezza (quando non gli vollero pubblicare la tesi) ad ora. Perché, né gli assiomi del sant’uomo (non mi stupirei se partisse immediatamente la causa di beatificazione a ulteriore blindatura del CVII e dell’”emeritato”…), né gli argomenti “l’ha voluto il Cielo, noi non possiamo capire …” portano da nessuna parte.

Anna


tralcio ha detto...

Sono grato a tutti per l'attenzione al mio scritto.
Non volevo affatto paragonare la santità di Giuseppe l'artigiano alla vita dell'Emerito. Non vado in strada con cartelli "santo subito", anche se dovessi pensarlo in cuor mio.

Ho solo scritto che per capire certe scelte bisogna pensare che esistono sempre (grazie a Dio) uomini e donne in grado di ascoltare anche il Cielo, e non solo la legge, i sentimenti o il mondo. Talvolta questo chiede "conversione" persino ai giusti. I quali giusti, tra l'altro, possono peccare anche sette volte al giorno (Proverbi 24,16), senza cessare di essere giusti, perché è il Signore a compiere in lo
A Mic ricordo che il mio non è affatto un "profluvio di amorosi sensi" per un pastore. Come non è certo un fiume velenoso di antipatia o sdegno per un altro. Mi sforzo di ridurre al minimo la liquidità dei miei argomenti. Come scrisse qualcuno in un libro sul matrimonio, "il vero amore non è un sentimento da cui si viene sopraffatti: è una decisione che richiede impegno e riflessione".

Che ci sia chi voglia liquidare il papato, il sacerdozio e la Chiesa cattolica è chiaro. Che l'operazione disponga di quinte colonne interne era già venuto in mente a Paolo VI e non credo che nel tempo la sporcizia sia diminuita, dato che "il mondo", con cui si è dialogato, senza cautelarsi più di tanto del suo principe e del peccato, ha avuto modo di insinuarsi con maggior capillarità nel tessuto ecclesiale.
Ci sono profezie molto chiare in tal senso. Forse alcune altre secretate. Alla fine quel che sappiamo è che tutti questi traffici falliranno. Intanto l'addetto al mulo ha parlato con coraggio -nel terzo millennio, prendendosi sputi e insulti- di "dittatura del relativismo" e di "verità".

C'è davvero chi crede che il problema principale della Chiesa sia il "papato diffuso"?
E' come pensare che il problema dell'Italia sia Renzi (o Berlusconi, o Prodi...).
Ogni uomo (papa incluso, Pietro per primo) è terreno di scontro. Non è mai la soluzione. L'unica cosa che deve cercare di fare è di non oltrepassare i sette peccati al giorno. Giuseppe (il santo) forse non arrivava nemmeno a uno. Eppure, agli occhi della storia umana, appare defilato. Persino per tanti devoti di Maria, San Giuseppe rischia di essere dimenticato. A Fatima no. Guarda "caso"... ro ciò che manca!

Nel caso di Ratzinger la sua vita -che comunque parla di una fede cristallina molto più di certe sintesi mooooolto riduttive- si differenzia dagli altri citati da Murmex.
Immaginare Ratzinger e Galantino nella stessa mistica è possibile solo dopo sbornia.

mic ha detto...

Gianlub,
Avere a che fare con lettori come lei è sfiancante, per usare un eufemismo. Da cosa dedurrebbe che ingoierei Bergoglio?
Questo blog è stracolmo di denunce.
Dovrei forse ingoiare il suo assioma che Bergoglio non è Papa?

Anonimo ha detto...

Sul Modernismo: http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=1302
Sugli eventi del CVII e in particolare sulla collegialità, per chi sa discernere e verificare i fatti riportati, http://www.sodalitium.biz/sodalitium_pdf/59.pdf

v. anche http://www.riscossacristiana.it/un-concilio-pacifista-di-mons-marcel-lefebvre/
“Non esito ad affermare che il Concilio ha realizzato la conversione della Chiesa al mondo. Vi lascio immaginare chi fu l’animatore di tale spiritualità: vi basti ricordarvi di colui che Nostro Signore Gesù Cristo chiama il Principe di questo mondo”
http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2013/february/documents/hf_ben-xvi_spe_20130214_clero-roma.html

Anna

Anonimo ha detto...

Sarebbe preferibile evitare di dare link a siti sedevacantisti.

irina ha detto...

Una volta durante una discussione, forse era una conferenza, un signore,seppi dopo essere un sacerdote,saltò su inviperito per una questione tipo diritti di autore o simili.Nel prosieguo in maniera sempre appena appena adombrata mi formai la convinzione che tra loro, questi maschi vestiti da prete, possono essere di una durezza inimmaginabile;non so quale sia il fondamento della gerarchia, certo è lo strumento umano che tiene ognuno al suo posto salvaguardando il suo onore e la sua dignità evitando molte discussioni che finiscono male.Fatta salva la santità da raggiungere al di là delle proprie ed altrui intemperanze.Nei periodi di crisi della Fede i rapporti tra consacrati peggiorano oltre misura; se poi il valore del proprio capo non viene riconosciuto sul campo si scatena l'inferno: trabocchetti, maldicenze, agguati, trappole, invidie e via andare. Chi in condizioni simili diventa Santo è Santo Santo. Ho fatto un cenno a queste ipotesi per due motivi:a)noi laici mai sapremo qual'è la realtà dei rapporti tra di loro, dobbiamo essere molto cauti e prudenti;b)tra di loro immagino può esserci un gran bene o l'esatto contrario, simpatie e antipatie inveterate,stima e disistima, spirito di corpo ed isolamenti per sempre. Stiamo attenti, noi non siamo felici, non credo che anche molti di loro oggi lo siano.

Anonimo ha detto...

"Sarebbe preferibile evitare di dare link a siti sedevacantisti".

Ho specificato "Per chi sa discernere e verificare i fatti riportati"

E questa operazione, aggiungo, andrebbe effettuata sempre. Al giorno d'oggi. Perché le tenebre sono fitte. Rifiutarsi di ascoltare qualcuno, perché etichettato "sedevacantista" o modernista o qualunque altro ismo non é bene, né utile, secondo me. Quello che é importante é cercare la verità, fare luce. Sono contraria alla censura e all'isolamento (stavolta sì) pregiudiziale.

Anna

Anonimo ha detto...


@ A proposito della "fede cristallina" di J. Ratzinger - il suo ruolo nella tumultuosa fase iniziale del Concilio, da lui mai rinnegato.

Non fu un ruolo di primo piano, era anche troppo giovane, tuttavia faceva parte dello "Stato maggiore" rivoluzionario, cioe' del nucleo scelto di teologi novatori (neomodernisti) che elaborarono la strategia grazie alla quale furono gettati a mare gli schemi (ortodossi) elaborati dai teologi della Curia, sotto la direzione di Ottaviani e Tromp.
Il Concilio si apri' l'11 ottobre con l'infausta allocuzione di Giovanni XXIII. Il 13 ottobre, inizio dei lavori, colpo di mano dei novatori, guidati dal card. Lienart, che impedisce le predisposte votazioni e ottiene dal Papa inversione dell'ordine del giorno e votazioni di commissioni da scegliersi da parte delle Conferenze episcopali, tenutesi il 16. Nelle nuove Commissioni i novatori furono largamente rappresentati.
Il 19 ottobre si tenne a Roma, presso la residenza di mons. Volk (Magonza) un riunione di quello che io chiamo lo Stato Maggiore dei bolscevichi del momento, cioe' la crema dei teologi ribelli e progressisti, alcuni di loro gia' riprovati e censurati da Pio XII, mentre poi Roncalli li avrebbe fatti collaborare al Concilio come consultori. Ci sono diverse versioni di quest'incontro, dai diari dei protagonisti, piu' o meno tutte simili. Scelgo quella dal Diario del teologo Semmelroth.
"19.10.1962. Poi nel pomeriggio alle 16 c'e' stata una riunione alla quale hanno preso parte [vescovi francesi e tedeschi]. Ho fatto la conoscenza di molti teologi che non conoscevo ancora personalmente. C'erano i Padri Danielou e de Lubac. Mons. Philips...E poi P. Congar, e da parte tedesca anche i professori Ratzinger e Kueng.[...] Si e' parlato seriamente, bene e a alto livello, per decidere come procedere per il meglio. [Il clima era buono] Ma tutti erano d'accordo sul fatto che i quattro schemi attuali di teologia e di teologia morale [costituzioni dogmatiche che riassumevano la dottrina perenne, elaborate in 3 anni di lavoro dai teologi ortodossi] devono scomparire. Nello stesso tempo e' stata sottolineata la necessita' di elaborare un nuovo schema che sostituisse quelli proposti. Si e' deciso di formare una commissione di teologi, dapprima molto ristretta, per preparare un primo progetto..." (M-D. Chenu, Diario del Vaticano II, a cura di A. Melloni, Il Mulino, 1996, p. 79 n. 61). Historicus

PetrusLXXVII ha detto...

Mi spiace constatare che in questo blog si pretende di elevare dei sillogismi e delle dietrologie a prova probante, ignorando che gli "argomenti conciliaristi" adoperati per dimostrare la presunta volontà di novatore che si pretende attribuire alla persona in oggetto (nella fattispecie Joseph Ratzinger), cozzano con l'assordante silenzio della medesima persona sulle tematiche circa le quali lo si accusa.. perché di accusa si tratta (mascherata dal definirla "discussione delle presunte prove") e anche molto grave!
L'unica certezza che è possibile costatare in modo oggettivo e non speculativo - perché checché ne dicano Mic, Pasqualucci, don Curzio et al., di speculazioni si tratta anche nel loro caso - è che è assolutamente indubbio che la direzione che Ratzinger volle imprimere alla Chiesa non è la stessa che le si vuole imprimere oggi. Ratzinger amava e ama la Chiesa, la difendeva e la difende.. lo si percepiva, lo si respirava, lo si costatava. Oggi purtroppo questa non è più una certezza e le difformità tra ieri è oggi sono sostanziali, non riducibili a divergenze di forma, come spesso qui viene detto.
Dico solo di non dimenticare che accusare qualcuno sulla base di dimostrazioni che possono risultare logiche e probanti per chi ha una particolare forma mentis, può significare benissimo aver preso un granchio.

Paolo Pasqualucci ha detto...


Il granchio l'ha preso Joseph Ratzinger che, dopo essersi inopinatamente dimesso abbandonando la barca che affonda, rovinando con cio' anche quello di buono che aveva fatto, vuol continuare a recitare la parte del Papa, essendosi inventato la carica risibile e del tutto pleonastica di "Papa emerito". Un servizio alla Chiesa potrebbe ancora renderlo: rinchiudersi in un vero convento e passare le giornate in preghiera, digiuni e mortificazioni, per il bene delle anime e della Chiesa tutta, come sembra stia facendo da tempo per esempio P. Mannelli, il fondatore dei FFI.

Anonimo ha detto...

@tralcio commenti delle ore 14:39 e 18:57
Grazie Grazie per aver espresso così bene il mio pensiero che è il tuo e quello di molti altri. Preghiamo per Papa BXVI.
San Pio X vide un Papa che portava il suo nome (Giuseppe) che stava fuggendo dal vaticano.

Anonimo ha detto...

Talvolta sentiamo affermare con superficialità che poiché le rivelazioni private non aggiungono niente alla Rivelazione Pubblica, sono superflue per il credente. Chi sostiene questo trascura che esse sono state per tanti secoli un formidabile strumento di conversione per tanti non credenti e non di rado sono servite a rafforzare la fede di chi già credeva. Tante volte il Signore si è servito delle apparizioni mariane per accrescere la devozione per Sua Madre, per veicolare la conversione di intere popolazioni (si pensi a cosa hanno significato le apparizioni di Guadalupe per il continente americano negli ultimi 400 anni), per esortare, ammonire e consolare la comunità dei fedeli nei momenti di smarrimento e di sofferenza.
San Tommaso, nella sua Summa Theologica, scrive che la profezia, come altre grazie, viene data da Dio per il bene della Chiesa (Summa II-II, Q.172 Art.4).
Nell'Antico Testamento vediamo che quando Dio si prepara ad intervenire in maniera diretta e decisiva nelle vicende umane, manda prima i suoi messaggeri: i profeti, per ammonire e preparare il Suo popolo. Questo è il criterio con cui opera Dio, oggi come ai tempi dei Patriarchi. Per questa ragione sarebbe stolto avere un atteggiamento di sufficienza o di rifiuto verso le profezie, perché significherebbe negare la possibilità che Dio possa parlare anche oggi, perché no, anche ad un Papa che ha accolto le profezie di cui è venuto a conoscenza (certamente il messaggio completo di Fatima, oltre ad altri messaggi divini di altri veggenti e profeti).

Luisa ha detto...

Decisamente è un dialogo di sordi che, purtroppo, si innesta un pò troppo sovente a mio giusto in questo spazio, sarà per amore della verità ma chi può dire con assoluta certezza, se non sicumera, di possederla?

Per certuni Benedetto XVI è a prescindere un terribile modernista, un punto e basta, non vedono e non vogliono vedere altro, Benedetto, un eretico come o peggio di Küng!
Che siano dei "tradizionalisti" ad avere quella posizione è abbastanza stravagante e assai poco riconoscente per il dono che hanno ricevuto.
Dono? Ma che cosa stai farneticando Luisa, nooooo anche in quel dono vedono il veleno, il trucco, il tranello, sì, sì, c`è chi pretende che il SP è stato fatto solo per togliere fedeli alla FSSPX :):)
Che siano certi membri della FSSPX, magari facenti parte dei fuoriusciti, che si sono autodefiniti "resistenza" (e di cui don Nitoglia è l`antenna in Italia) o che siano sedevacantisti, per costoro Benedetto XVI è bollato al ferro rosso, non c`è nulla di buono in lui e in quel che ha fatto e dato alla Chiesa, durante la sua lunga vita.
La loro è forse ricerca della verità? O è la loro verità?

Ci sono coloro che nella loro ricerca di verità nella quale Benedetto XVI sembra orami occupare un ruolo centrale e prioritario, sanno fare la parte delle cose( come si dice da noi), non istruiscono unicamente a carica( à charge) il processo a "Ratzinger", sport molto in voga anche se a praticarlo oggi non sono più i modernisti e progressisti per i quali Benedetto XVI era l`avversario da abbattere fino nel 2013, ma cattolici detti "tradizionalisti".
La loro è una ricerca comprensibile, ancor più dopo quel terribile, e ancora oggetto di dispute, 11 febbraio 2013 e, mi ripeto, se vedono le ombre non dimenticano o negano le luci.

Ci sono coloro per cui ogni critica a Benedetto XVI, anche la più moderata e equlibrata, è respinta e ci sono coloro, ed io penso essere fra di loro, che, malgrado certe incomprensioni, perplessità, e anche delusioni, riconoscono e non dimenticano tutto quel che Benedetto XVI ha fatto per la Chiesa, e per loro, ricordano e serbano nel loro cuore e nella loro mente l`altezza e la profondità del suo Magistero, la sua persona così umile e mite, la loro è una gratitudine che non si è spenta, che resta viva, la loro, la mia, è una gratitudine che non poggia su sabbie mobili ma su basi solide che non spariscono nel nulla.
È la mia verità, e so di non essere sola.

Poi c`è quella decisione di un`inaudita gravità, quella porta spalancata su orizzonti incerti e inquietanti, ma su questo mi sono abbastanza dilungata.
Solo il Signore SA come il gesto di Benedetto XVI si iscrive nel Suo disegno e nella Sua Volontà.




mic ha detto...

Nessuno ha mai affermato qui che le rivela io i private sono superflue ma solo che, se prese come punto di riferimento unico (e purtroppo succede spesso) diventano fonte di superstizione.
Nessuna sufficienza e nessun rifiuto, ma attenzione cui grano salis, col cuore e la mente all'insegnamento costante della Chiesa e alla Scrittura.
E chiudiamola qui per non spostare l'attenzione su diatribe inconcludenti.

Anonimo ha detto...

@ luisa ore 8:38
Luisa grazie per aver espresso così bene concetti e opinioni che come tu dici correttamente sono di molti fedeli ed anche i miei. Frequento la fsspx apprezzo il loro amore per la Santa Messa Antica, ritengo Mons. Lefebvre un martire, ma come ben dici tu, vedono a volte il trucco lì dove non c' è (esempio SP). E sono ipercritici con Papa GPII e BXVI, unilateralmente, mentre solitamente da cattolico dovrebbe se proprio deve per amore di Verità, criticare con carità e discrezione, ed al tempo stesso amare il Papa, magari parlando a lungo delle cose positive da lui fatte. Parlo per esperienza diretta: esiste la critica ma non la lode. Inoltre sempre per esperienza diretta ho notato ( e contrastato con veemenza ) che in alcuni ambienti della Tradizione si tende ad accomunare e mettere sullo stesso piano Benedetto xvi con Bergoglio. Questo non è possibile. Si rischia di diventare dei pretoriani di Bergoglio.
A mic vorrei assicurare che non siamo superstiziosi se insieme al Vangelo alla Dottrina della Chiesa e alla Tradizione, ascoltiamo anche le profezie approvate dalla Chiesa e quelle che fanno parte della Rivelazione e pertanto sono Verità di Fede. Non è superstizione.mè la Sacra Scrittura. Forse l'Apocalisse non è abbastanza chiara in molti punti? E non si scorgono elementi che rimandano ai nostri tempi? Forse il Profeta Daniele non ha parlato chiaro sull'abolizione del Santo Sacrificio? Forse che ciò debba accadere non è stato ribadito da Sant Alfonso? Forse il nuovo catechismo della Chiesa Cattolica non contiene anche esso una profezia sui tempi finali nella quale si dovrà realizzare una impostura, una falsa chiesa ed una falsa religione? E noi dovremmo rimanere dentro e uniti a questa falsa chiesa e falsa religione? Molti fedeli amano BXVI e lo riconoscono,a ragione e con motivazioni valide, ancora come l unica autorità spirituale legittima ( fino a sua morte) e non pretendono di sapere/capire tutto, di conoscere il motivo reale per il quale si è dichiarato ancora Sua Santità (Papa per Sempre, conservando il munus spirituale). Certamente non osiamo dichiarare che Papa BXVI ha fatto questo con l'intenzione di distruggere il Papato e la Struttura della Chiesa. Questo è affermato da don Nitoglia e questo è grave! E non si può accettare. Si può accettare di dire che in apparenza questo sembra e che tale decisione crea non pochi problemi e che induce a riflettere sul Papa regnate e sul Papa Emerito e su quale dei due sia realmente il leader spirituale. Si deve certamente continuare a difendere la Chiesa ed il Papato dicendo che la Chiesa non è bicefala. Che non è possibile che ci siano due papi. Ma arrivare ad immaginare che BXVI intenzionalmente abbia voluto distruggere il Papato è inaccettabile. E BXVI non è la mente di Bergoglio. Preghiamo per il nostro Pontefice.

irina ha detto...

La leggenda del Ponte Vecchio o Ponte del diavolo di Bobbio, ponte lungo 280 metri con undici arcate tutte disuguali, racconta di San Colombano in cammino verso Bobbio e ansioso di arrivare alle terre che aveva ricevuto in dono, quando prima di notte giunse davanti al fiume Trebbia e il diavolo gli si parò davanti. Il diavolo fece al Santo la proposta di costruirgli, entro la notte, un ponte per attraversare il fiume a patto che Colombano gli avesse consegnato il primo essere che l'indomani avrebbe attraversato il ponte. Colombano accettò. La mattina il ponte era finito con le arcate disuguali causa la diversa altezza dei demoni che le sostenevano durante la costruzione. Il primo essere che attraversò il ponte, come da patti fu del diavolo, era un cane le cui impronte possono essere viste ancora nella cripta della Chiesa poco lontano.
San Colombano è uno degli apostoli dell'Europa cristiana,di lui tracciò una essenziale biografia, l'11-06-2008 durante un'udienza generale, Benedetto XVI.

Zagor ha detto...

Le dichiarazioni di Mons. Gaenswein andrebbero virgolettate, per correttezza. Esprimerne il succo in modo arbitrario facendogli dire il contrario di ciò che voleva dire per poter assecondare il proprio pensiero è operazione intellettualmente disonesta.

mic ha detto...

Zagor,
Lei sta facendo il trito discorso sofista di chi non vuol capire e cerca di depistare e delegittimare.
Nel mio articolo di riferimento le affermazioni di don Georg sono state regolarmente virgolettate e commentate e, se la frase a cui lei si riferisce non è il succo del suo discorso, ce lo dimostri!

Zagor ha detto...

Io sarei sofista? Mi scusi, ma rispedisco l'accusa al mittente. Non so quale articolo lei abbia scritto, io mi riferivo al testo di don Curzio, in cui si dice questo:

"Secondo Mons. Georg Gänswein la cosa più grande del pontificato di Benedetto XVI è stata l'istituzione del Papa emerito, evento che apre la porta ad un futuro diverso.

Il Papato da collegiale/bipartito a tripartito

Certamente con l’elezione di papa Francesco nella Chiesa di Cristo non ci sono due Papi de jure, ma de facto il ministero petrino è stato allargato collegialmente ed è diventato una sorta di triarchia: il Collegio dei vescovi (Lumen gentium, n. 22), un Papa attivo ed un Papa emerito/contemplativo.

Infatti Benedetto XVI non si è ritirato in un monastero isolato, come avrebbe voluto fare Celestino V, ma vive all’interno del Vaticano. Dunque l'abdicazione di Benedetto XVI con l’istituzione della figura del Papa emerito è l'ennesima innovazione a partire dal Concilio Vaticano II, ed è una innovazione che tocca la struttura della Chiesa come Cristo l’ha voluta e edificata su una sola Persona: San Pietro e i suoi successori sino alla fine del mondo".

Dove vede il virgolettato? Se si vuole criticare si dovrebbe innanzitutto leggere per intero il discorso e poi controbattere. Dal discorso non emerge assolutamente niente di quanto scritto da don Curzio, ma anzi tutto il contrario. Glielo devo dimostrare citando le esatte parole di Mons. Gaenswein? Accusare poi il Papa di aver toccato la struttura della Chiesa è atto di superbia e presunzione che non si dovrebbe ripetere.

Unknown ha detto...

Non entrando in tema ma approfittando degli interventi del prof. PASQUALUCCI, vorrei chiedere a questo ultimo se sia possibile e dove, acquistare il suo saggio sul discorso di apertura del Concilio.

mic ha detto...

Zagor,
sulla frase virgolettata avevo già chiarito a Luisa. Appena torno in postazione metto il link al mio articolo.
Don Curzio non fa altro che motivare attraverso l'analisi dei testi conciliari la mens e i concetti innovativi che sono all'origine dell'accaduto, peraltro da me già adombrati insieme ad altre considerazioni.

Anonimo ha detto...

“Decisamente è un dialogo di sordi”:
concordo, ma confido che con la buona volontà e la grazia di nostro Signore si possa riuscire a togliere i tappi dalle orecchie, o lasciarceli togliere dagli elementi di verità che si presentano a noi attraverso qualunque mezzo, qualunque voce, anche la più spregevole, piegandoci docilmente ad essa.

Carità nella verità, verità nella carità. Io mi scuso dei modi a volte, troppo spesso, bruschi, è uno dei miei difetti, che tento di correggere, ma non è facile riuscire a conciliare il tentativo di dissipare nebbie con i guanti e le mezze parole, soprattutto quando le nebbie sono trattenute con forza da chi non intende minimamente liberarsene. Non ho la pretesa di avere il possesso della verità. E mi farebbe comodo fare ricorso a quella “umiltà” che mi consentirebbe di non prendere mai posizione, di non formulare giudizi e di non espormi esprimendoli, soprattutto quando contrastano con quelli di una maggioranza che a volte, invece che contrastare gli argomenti, contrasta la persona che li formula, attribuendole pregiudizi o etichette di ogni sorta, buone sempre a spostare l’attenzione dalla luna al dito che la indica. Non sono certa di avere compreso bene gli eventi che accadono, ma non posso sottrarmi alla responsabilità che mi deriva dalla ragione che Dio mi ha (come a tutti) dato e dalla grazia di essere stata raggiunta dalla conoscenza di certi meccanismi che agiscono all’esterno ed all’interno della Chiesa per demolirla quando ero ancora fuori da essa e quindi non influenzata dalle pratiche postconciliari. Non ho la presunzione della certezza. E chiedo quindi ancora una volta il contributo di tutti, non emotivo o esperienziale, però, ma di ragione, applicata ai fatti. Sono disponibile a che si disperderanno le mie nebbie e si aprano le mie orecchie.

La tentazione di limitarmi alla mia santificazione personale (che è già un compito veramente arduo) è continua. La tentazione di ascoltare il comandamento del nuovo papa “fatti i fatti tuoi e vivi felice”, invece che scrivere commenti controcorrente (il papa attivo è oggetto di critiche feroci, peraltro giustissime e persino morbide, rispetto alla gravità del momento, ma guai a criticare il papa contemplativo) è forte. E “non posso escludere” di scegliere questa strada, per un po’, considerata la scarsa utilità dei miei interventi, che non riescono minimamente a innescare una franca discussione oggettiva e secondo ragione su questo pontificato pieno di luci e ombre.

La questione di questo pontificato (e dei precedenti) è importante. E’ importante per comprendere come sia stato possibile lo scatenamento bergogliano e soprattutto l’entusiasmo o comunque l’accondiscendenza dei cattolici tutti (salvo la sparuta minoranza che resiste). E cioè le cause del fenomeno, che non sono, evidentemente, solo immediatamente prossime, ma risalenti e continue, tanto che il fenomeno ha trovato un terreno ormai purtroppo fertilissimo.




Anna (continua)

Anonimo ha detto...

“……………………..Per certuni Benedetto XVI è a prescindere un terribile modernista,…. Ci sono coloro che…. Ci sono coloro per cui…. È la mia verità, e so di non essere sola………………………………………..…..”: la verità è una sola, sempre. Non esistono le verità mie, tue ecc. Una cosa non può essere vera e falsa al contempo. E non sempre, né spesso, quello della maggioranza è un valido criterio per orientarsi in questo senso (la maggioranza scelse Barabba, prima, Ario, dopo).

“……………………………non vedono e non vogliono vedere altro, Benedetto, un eretico come o peggio di Küng!
Che siano dei "tradizionalisti" ad avere quella posizione è abbastanza stravagante e assai poco riconoscente per il dono che hanno ricevuto. ……………..” Non è stravagante. BVI non si è mai nemmeno spacciato per “tradizionalista”. Si è sempre mostrato un conservatore del CVII, ed ha anzi inventato il sofismo della tradizione viventedell’unicosoggetochiesa (il magistero passato riletto e rinnovato alla luce delle istanze del mondo diverse in ogni tempo) che stravolge e capovolge la vera Tradizione, che invece è invece fonte primaria di quel Santo Deposito alla luce del quale la Chiesa deve leggere “i segni dei tempi” e darvi adeguate risposte. Quanto alla riconoscenza per il dono che si riceve, mi viene da pensare al cavallo di troia e alle caramelle degli sconosciuti: a volte il dono nasconde un’insidia. E argomentare che chi indica l’insidia è preso da ossessioni o altro è ancora una volta spostare l’attenzione dalla luna al dito che la indica ed evitare così di entrare nel merito del problema sollevato. L’insidia o c’è o non c’è e poco importa la persona dell’interlocutore, poco importa il dito che indica la luna.

In ogni caso la persona cui si deve riconoscenza non diviene per questo motivo insuscettibile ingiudicabile, quando peraltro il giudizio su altri (bergoglio) è senza peli sulla lingua e durissimo (giustamente). Il dono che devia il giudizio corrompe.




Anna (contina)

Anonimo ha detto...

“………………..Dono? Ma che cosa stai farneticando Luisa, nooooo anche in quel dono vedono il veleno, il trucco, il tranello, sì, sì, c`è chi pretende che il SP è stato fatto solo per togliere fedeli alla FSSPX :):) ……………………………..”: Sulle intenzioni nessuno può giudicare, solo Dio, per stabilire se l’uomo è giusto e retto oppure no. Certamente però ognuno di noi ha la ragione per valutare le intenzioni altrui per adottare il comportamento opportuno di fronte ai comportamenti altrui. E questo , non leggendo i diari segreti, ma sulla base del comportamento complessivo e di tutti i dati oggettivi che ha a disposizione. Spesso aiutano anche gli effetti (anche non è necessariamente vero, ed è solo uno dei tanti elementi da prendere in considerazione, che “post hoc propter hoc”. Nel caso specifico è indubitabile che la FSPX ha subito una lacerazione, che il gruppo di sacerdoti che è entrato in “piena comunione” celebra la Messa di sempre e tace per il resto (potrei sbagliarmi su questo, ma mi pare che sia successo questo). Tace sul CVII. Così come è noto che la condizione per il rientro “in piena comunione” era l’accettazione del nuovo ed unico dogma del CVII. Altrettanto nota è la fine che hanno fatto i FI nel momento in cui si sono avvicinati alla Tradizione ed alla Messa di sempre. Nel momento in cui hanno criticato il superdogma del CVII.

Anna (continua)

Anonimo ha detto...

”Poi va dato anche rilevo alle dichiarazioni dello stesso papa sul SP e sulla VO, che riporto senza commentare
da http://www.vatican.va/news_services/liturgy/insegnamenti/documents/ns_lit_doc_liturgia-tradizione-progresso_bxvi_it.html:
“DOMANDA: Che cosa dice a coloro che in Francia temono che il Motu proprio "Summorum pontificum" segni un ritorno indietro rispetto alle GRANDI INTUIZIONI del Concilio Vaticano II? In che modo può rassicurarli? BENEDETTO XVI: È una paura infondata perché questo Motu proprio è semplicemente UNN ATTO DI TOLLERANZA, ai fini pastorali, per persone che sono state formate in quella liturgia… È un GRUPPO RIDOTTO poiché presuppone una formazione in latino, una formazione in una cultura certa. ………….la liturgia è una realtà viva che si sviluppa... Credo ….che vi sia una POSSIBILITA’ DI ARRICCHIMENTO DA AMBEDUE LE PARTI. …mi sembra che vi sia un mutuo arricchimento, ed è chiaro che LA LITURGIA RINNOVATA E’ LA LITURGIA ORDINARIA del nostro tempo.

“…nel Messale antico potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi e alcuni dei nuovi prefazi. La Commissione “Ecclesia Dei” …studierà le possibilità pratiche. Nella celebrazione della Messa secondo il Messale di Paolo VI potrà manifestarsi …quella sacralità che attrae molti all’antico uso. La garanzia più sicura che il MESSALE DI PAOLO VI POSSA UNIRE le possa unire le comunità parrocchiali e venga da loro amato consiste nel celebrare con grande riverenza in conformità alle prescrizioni; ciò rende visibile LA RICCHEZZA SPIRITUALE E LA PROFONDITA’ TEOLOGICA di questo Messale.
(...)Nella storia della Liturgia c’è crescita e PROGRESSO, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere IMPROVVISAMENTE DEL TUTTO proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze …e di dar loro il GIUSTO POSTO. Ovviamente per vivere la piena comunione anche i sacerdoti delle Comunità aderenti all’uso antico NON POSSONO, in linea di principio, ESCLUDERE LA CELEBRAZIONE SECONDO I LIBRII NUOVI. Non sarebbe infatti coerente con il RICONOSCIMENTO DEL VALORE E DELLA SANTITA’ DEL NUOVO RITO l’esclusione totale dello stesso.

….e io spero che l’indispensabile pacificazione degli spiriti sia..in via di realizzarsi… non dubito che potrete giungere, in tempi ragionevoli, a soluzioni SODDISFACENTI PER TUTTI, così che la tunica senza cuciture del Cristo non si strappi ulteriormente. NESSUNO E’ DI TROPPO NELLA CHIESA. Ciascuno, senza eccezioni, in essa deve potersi sentire “a casa sua”, e mai rifiutato. Dio, che ama tutti gli uomini e non vuole che alcuno perisca, ….
“…la liturgia rinnovata del Concilio Vaticano II è la forma valida in cui la Chiesa celebra la liturgia. Ho voluto rendere più facilmente accessibile la forma antica in modo tale da preservare il profondo ed ininterrotto legame che sussiste nella storia della Chiesa. …non può considerarsi DEL TUTTO errato quello che PRIMA prima era RITENUTA la cosa più sacra. Si è trattato della RICONCILIAZIONE con il proprio passato, della CONTINUITA’ interna della fede e della preghiera nella Chiesa”.

….la Liturgia .. vive di un corretto e costante rapporto tra SANA traditio e LEGITMA progressio, …: la tradizione è una realtà viva, include perciò in se stessa il principio dello sviluppo, del progresso. Come a dire che il fiume della tradizione porta in sé sempre la sua sorgente e tende verso la foce.

Anna

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ Il prof. Pasqualucci, per gentile concessione di Mic, risponde ad un lettore, sul suo studio concernente l'Allocuzione di apertura del Concilio

Ringraziando il lettore per l'interesse, questi sono i dati. Il lavoro non ha ovviamente trovato editori nel circuito dei piccoli editori piu o meno noti. E' stato stampato dalle Edizioni Ichthys, cioe' dalla FSSPX, come supplemento a "La Tradizione Cattolica", anno XVIII, n. 3 (65), 2007. Credo sia ancora reperibile presso i Priorati della FSSPX. Titolo:
P. PASQUALUCCI, "Giovanni XXIII e il Concilio Ecumenico VAticano II. Analisi critica della lettera, dei fondamenti, dell'influenza e delle conseguenze della 'Gaudet Mater Ecclesia', Allocuzione di apertura del Concilio, di S. S. Giovanni XXIII, collana Aliis tradere, Ichthys, 2007, pp. 415. L'analisi della Allocuzione finisce a p. 327. Ho poi aggiunto 4 appendici. Credo che sulla versione in rete de "La Tradizione Cattolica" si possano trovare i dati di riferimento (cfr.: www.sanpiox.it). Grazie

Anonimo ha detto...


@ La frase di mons. Gaenswein non e' virgolettata ma e' in corsivo, il che e' lo stesso.

La frase non e' quella diventata ormai famosa secondo la quale "la cosa grande del pontif. di BXVI e' stata l'istituzione del Papa emerito, evento che apre la porta a un futuro diverso"?
Ora, si vede bene, nell'articolo, che, dopo questa frase in corsivo comincia il commento di d. Curzio, preceduto dal titolo in grassetto: Il Papato da collegiale/bipartito a tripartito. Si vede chiaramente che questo titoletto corrisponde all'interpretazione che d. Curzio da' delle affermazioni di mons. Gaenswein. Forse d. Curzio avrebbe dovuto mettere la frase in questione tra virgolette invece che in corsivo, per evitare equivoci.
Ma dov'e' lo scandalo? Francamente non lo vedo. A meno che non si dimostri che la frase in corsivo non e' di mons. Gaenswein o comunque non corrisponde a quello che lui ha effettivamente detto. PP

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ Zagor, chiunque lei sia, invece di lanciare accuse gratuite di "superbia e presunzione", entri nel merito degli argomenti.

Accusiamo il Papa, i Papi ultimi di aver "toccato la struttura della Chiesa"? Io li accuso si' e ripeto l'accusa, un 'accusa gia' avanzata da mons. Lefebvre e da altri migliori di me, anche se non molti. Andro' all'inferno? Sto tremando dalla paura. Ed entro nel merito.

1. Giovanni XXIII ha imposto alla Chiesa di non piu' condannare gli errori. Si rende conto? E' come se avesse castrato il magistero. In ogni caso, questa direttiva contraddice la missione conferita da Cristo agli Apostoli e a Pietro, che comprende il potere di legare e di sciogliere e quindi di condannare gli errori. Anzi, condannarli per preservare il gregge e' stato sempre considerato un dovere fondamentale del Papa, oltre che dei singoli vescovi. La desistenza roncalliana contraddice la costituzione divina della Chiesa. UN simile vulnus non tocca "la struttura"? Sto facendo solo una cernita:
2. Paolo VI ha attuato la famigerata riforma liturgica, distruggendo in pratica la liturgia cattolica. La Messa del NO e' stata un evento inaudito ed incredibile. Se non ha toccato "la struttura" questa riforma, quale allora? La "struttura", suppongo lei intenda l'impianto dottrinale e la pastorale e il rito. E su Paolo VI non dico altro.
3. Giovanni Paolo II vedeva nel Concilio soprattutto la liberta' di coscienza e religiosa e l'ecumenismo, il dialogo, quali novita' che dimostravano l'ispirazione divina del Concilio. Non so se mi spiego. Sono rimaste celebri certe sue dichiarazioni filoislamiche nonche' il bacio del Corano. Un Papa che rende pubblico omaggio al Corano, uno dei libri piu' anticristiani che siano mai stati scritti!
4. Sul Papa regnante ho preso posizione, con il dovuto rispetto, su questo blog.
5. Benedetto XVI, felicemente in pensione, a quanto sembra; anzi no, ancora regnante ma solo in senso "contemplativo"! Il miglior Papa postconciliare, ha fatto molte cose buone assieme ad altre cattive, che continuavano la deriva ecumenica e mondialista instaurata dai predecessori. L'elenco del buono e del cattivo l'abbiamo gia' fatto piu' volte su questo blog e non voglio ripeterlo. Con le sue inattese e singolari dimissioni (invece di imbracciare la lupara contro i lupi, si e' dimesso) ha fatto sorgere un polverone che continua e si e' ispessito, dopo l'uscita di mons. Gaenswein, e dal quale non si sa come uscire, ad esser realisti.
Tacere di fronte a tutto cio', ed e' solo un elenco parziale del disastro? Chi tace si rende complice, anche senza volerlo.

Stefano78 ha detto...

@Mic

Gianlub,
quelle di Stefano, come le sue ma in maniera più articolata, erano accentuazioni di alcuni aspetti che potrebbero avvalorare una delle ipotesi, senza tener conto anche del resto.


Manco per niente. Nei miei interventi, cosa non presente in quelli di molti qui, accetto e comprendo TUTTE le ipotesi. Comprese quelle che ritengo, sì, parziali, di don Nitoglia. Ho ammesso che, a prescindere da ogni altra considerazione, è INNEGABILE che i problemi derivino dallo spirito e da alcune (un bel po') lettere del Concilio Vaticano II. Dalla stessa natura "pastorale" a-dottrinaria, a-definitoria del Concilio. Il problema di oggi è innegabilmente derivato dal problema di "ieri" del Concilio Vaticano II.
Poi, però, ci sono tutta una serie di situazioni, fatti, elementi, testi e atti, che a mio avviso NON SI POSSONO IGNORARE rifacendosi, de plano, alla teoria di cui sopra, pure giusta. Sarebbe a dire: tutto concorre alla realizzazione voluta e studiata dei "canoni" conciliari. Alla fine si potrebbe dire che il risultato che si ottiene SEMBRA questo. Ma non è vero, se si vuole davvero fare un'analisi a 360°, che non sia accaduto (in questi 50 anni!) ALTRO rispetto all'esclusivo perseguimento della sovversione conciliarista. E' ACCADUTO ALTRO! E' accaduto MOLTO ALTRO. Non considerarlo (perchè di fatto questo accade qui!), con la scusa della "colpa al concilio" (DI FATTO, lo ripeto, questo emerge), NON RENDE GIUSTIZIA ALL'ANALISI. Dire che quello che ho mostrato, e che insieme a me è stato affermato da un addetto ai lavori, da un Canonista (quindi uno specialista che se non altro dovrebbe essere considerato per questo. Poi magari si può vedere se le sue siano forzature o no!), sarebbe "parziale" è quantomeno di cattivo gusto. Per ovvi motivi di spazio e di "tedio", che mi è già stato rimproverato, non posso scrivere trattati. Ma ciò che ho fatto notare, SENZA NULLA TOGLIERE ALLE ALTRE IPOTESI, ma solo aggiungendone una PLAUSIBILE e degna di avere la stessa considerazione delle altre, è che il "papa emerito" NON ESISTE. Non è stato nemmeno esplicato teologicamente. E, solo perchè è stato voluto da un Papa, non per questo è realtà e verità! Vi faccio notare nuovamente, che avete scritto molto sul fatto che il Papa non è un despota, ma di fatto lo trattate e lo accettate come tale! La rinuncia di Ratzinger, al di là del motivo che l'ha fatta iverare, è DUBBIA. Che sia dubbia è PALESE, incontrovertibile! Poi, a questa stranezza VOI date ESCLUSIVAMENTE il valore conciliarista. Devo dire che la teoria della "collegialità del papato in comune" ha un po' dello strano, se vogliamo usare un eufemismo. Ma non mi scandalizza che sia stata fatta. Ma credo che affermare di aver fatto tutto le ipotesi, o di essere aperti all'analisi non risponda al vero. Qui si attua una linea editoriale EVIDENTE.

Cico Gonzales da Darkwood ha detto...

@il signore che si firma "Zagor".
Per favore, il suo nick, accostato all'attacco che fa al semplice realismo espresso dalle righe di don Nitoglia e del Prof. Pasqualucci, mi fa un brutto effetto. Mi sento offeso due volte. Come fedele della Chiesa Cattolica (non di quella 2.0 o Vaticano-secondista a dir si voglia) e fan del personaggio. La prego di cambiare nick.
Con i migliori saluti di Icaro La Plume, di Re Gutrhum dei Vichinghi e pure del Professor Hellingen.

Stefano78 ha detto...

@Mic

Dovrei forse ingoiare il suo assioma che Bergoglio non è Papa?

Sì. Perchè gli altri "assiomi" sì, e questo no? Ha la stessa "dignità" degli altri, ed è basato su ipotesi Canoniche SERIE. E allora sì. Si dovrebbe considerare anche questo. Con il corollario di motivazioni, sempre ipotetiche ma molto concrete, che ne deriva. Esiste una evidente contraddizione nei "bachi", nelle innegabili azioni "spurie" di Benedetto, e nelle clamorose MARCE INDIETRO, costituite da luminosissimi atti di magistero TRADIZIONALE. Questi atti, alla luce dei fatti, non possono essere spiegati semplicisticamente con la classica doppiezza modernista. O con la mimetizzazione. Certi atti NEGANO in modo diretto il modernismo, e non sono semplicemente degli atti di mimetizzazione. Certi atti, come la critica al Vaticano II, fatta per la prima volta da un Papa ( qui non rileva come ,rileva che sia stata fatta), riportata dallo stesso Pasqualucci in un indimenticato articolo, sono inspiegabili alla luce del modernismo conciliarista. Le ipotesi devono essere logiche e coerenti. Non assiomi (appunto!), che ribadiscono in modo apodittico un'idea.

sacerdos quidam ha detto...


L'anonimo delle 09.53 ha scritto: "arrivare ad immaginare che BXVI intenzionalmente abbia voluto distruggere il Papato è inaccettabile".

Non si tratta di un giudizio temerario, e ciò per diversi motivi:

-anzitutto perché il 'colpaccio' fu tentato già durante il Vaticano II dall'ala dei vescovi e teologi neomodernisti, riuscendo allora solo a metà;

- in secondo luogo, perchè Ratzinger ha ribadito fino all'ultimo la sua fedeltà alle 'novità' neomoderniste di quel Concilio, nel suo ultimo discorso al Clero romano, dimostrando di non essere sostanzialmente cambiato da allora;

- in terzo luogo, perché - come ho già detto - il neomodernismo per ottenere i suoi scopi deve per forza di cose annichilire il Papato così come fondato da Nostro Signore.
Il Papato della Tradizione cattolica è apertamente rifiutato da tutte le denominazioni cristiane eretico-scismatiche: per portare a termine il progetto ecumenico scaturito dal Vaticano II, il Papato va in qualche modo trasformato in qualcosa di diverso.
Il progetto ultimo del neomodernismo, poi, è il raggiungimento dell'unità mondialista, religiosa e politica, elaborata seguendo le linee del pensiero di Pierre-Marie Teilhard de Chardin, principale ispiratore dei novatori conciliari, specie quelli del gruppo di de Lubac.
I neomodernisti devono dunque obbligatoriamente snaturare il Papato per renderlo 'accettabile' agli eretico-scismatici e al mondo non cristiano. Altrimenti il 'progetto Vaticano II' andrebbe a rotoli. Per loro è una necessità assoluta.
E' davvero così difficile capirlo?

Istituire la figura di un "Papa emerito" significa snaturare il Papato, creando un 'papato allargato', un 'collegio papale' con un Papa eletto in carica e uno o più Papi emeriti dediti ad altri compiti.
Questo, per ogni persona dotata di normale intelligenza e di una conoscenza anche solo a livello catechistico, significa attaccare il Papato e distruggerlo.
Poteva un teologo come Ratzinger - neomodernista sì, ma teologo - non rendersi conto di tutto questo?
Mi piacerebbe pensarlo, ma non mi sembra logico. Tutto qui.

A meno che non risulti soffrire di arteriosclerosi o altro, cosa possibilissima alla sua età: ma anche dai suoi ultimi interventi appare lucidissimo, in perfetto possesso delle sue facoltà mentali.

Comunque, come ha sottolineato giustamente il Prof. Pasqualucci, Ratzinger ha la possibilità - se vuole - di rimediare a questo disastro da lui stesso provocato,
che è una catastrofe indicibile ed incommensurabile per tutta la Chiesa, una falla spaventosa aperta nello scafo: abdichi sul serio ed imiti San Celestino V, oppure si dichiari tuttora unico vero Papa.


murmex ha detto...

Luisa , è vero , è un dialogo tra sordi . Anche un po' scorretto ,però :dire che chi non la pensa come noi è "supponente " o che "sputa veleno " non sono ar:lo dimostrano pletore di sgomenti , anzi dimostrano la mancanza di argomenti . Lei poi aggiunge l'aggettivo "terribile " al sostantivo "modernista" che io attribuivo a Ratzinger . Io non l'ho scritto , ma adesso ci ripenso . un modernista al Soglio è veramente da temere . E lui lo è stato e lo è ancoraE lo dimostrano non delle illazioni (di gente velenosa , dice lei,di persone amanti della verità , dico io), e il mio parere vale quanto il suo , con la differenza che io non la insulto perchè capisco la forza dei sentimenti ) ma dei FATTI , tangibili , c. d .DOCUMENTIche sono alla base del lavoro degli storici . Non vogliamo vederlo ? Va bene , forse non è neppure così importante , le conseguenze del suo essere modernista sono quelle che sono , indipendentemente da come la pensiamo . Proprio ieri ho ricevuto una copia di La Tradizione Cattolica . Leggo un istruttivo articolo a firma don Mauro Tranquillo , nè "resistente" nè sedevacantista , come apostrofa lei con implicito disprezzo persone che come tutti noi sono scandalizzate dall'attuale caos , . (nè "resistente " nè sedevacantista , L'analisi della Laudato si , in cui il suddetto sacerdote , che presumo più ferrato in teologia di noi due Luise (csono Luisa anch'io ) , evidenzia luna concezione gnostica , panteista , esoterica agli antipodi del cattolicesimo . Vi sono chiarissimi influssi teilhardiani .I Sacramenti sono segni del mondo divinizzato , la stessa Eucarestia è sacramento di questo sacramento(il mondo , segno della presenza di Dio ). Ebbene , qui trascrivo le parole di don Tranquillo :"L'idea dei sacramenti e soprattutto dell'Eucarestia come massima espressione del divino contenuto nella materia(e cioè segno di questa più generale presenza cosmica ) NON E' UN' INVENZIONE DI PAPA FRANCESCO ; MA E' UN TOPOS DELLA TEOLOGIA DI UN GRANDE MAESTRO DEL MODERNISMO , L' EX PAPA , IL VESCOVO RATZINGER . Lei mi dirà :è un parere un'interpretazione...ma di un sacerdote colto , di un uomo RAZIONALE . Non sbrigliamoli troppo i sentimenti , ci obnubilano . Vuole per forza aver ragione ? Allora non resta che ritorcerle l'accusa di saccenza .

murmex ha detto...

sacerdos quidam e prima di lui il Prof Pasqualucci :ondivido in toto . Postilla per Tralcio :non sono solita prendere sbornie ,la caduta di stile nei confronti di una signora la perdono , ma mi stupisco che non abbia capito che l'accenno a galantino e Bergoglio era per mostrarle la strampalatezza delle sue elucubrazioni mistiche . Se a Ratzinger sono arrivate rivelazioni che lo hanno spinto a un comportamento misterioso e apparentemente dannoso (solo apparentemente , eh , se no come poteva Dio ordinarglielo?)perchè agli altri due no ?La diamo noi la parente di misticismo ?. Suvvia , stiamo con i poedi per terra , la mistica è una cosa seria

Luisa ha detto...

" e il mio parere vale quanto il suo , con la differenza che io non la insulto perchè capisco la forza dei sentimenti ) ma dei FATTI , tangibili , c. d .DOCUMENTIche sono alla base del lavoro degli storici . "

E dove e quando l`avrei insultata!?!

"don Mauro Tranquillo , nè "resistente" nè sedevacantista , come apostrofa lei con implicito disprezzo persone che come tutti noi sono scandalizzate dall'attuale caos , . (nè "resistente " nè sedevacantista ,..."

Don Tranquillo è forse un fuoriuscito della FSSPX? Non penso.
Se poi lei vede un implicito disprezzo laddove riprendo il termine con cui si sono definiti quei fuoriusciti e cioè la resistenza, è un problema suo, non mio, si informi.

Don Tranquillo non è depositario della verità, difende la sua visione, la sua analisi critica, altri teologi hanno un` altra analisi, ben più ponderata e equilibrata.
Lei condivide quella di don Tranquillo, libera di farlo e liberi altri, come me, di non farlo.
Dialogo fra sordi.

irina ha detto...

Anche questi sono frutti del "buongoverno" di lor monsignori, purtroppo!

Unknown ha detto...

Grazie all'esimio professore P. PASQUALUCCI per le informazione datemi in merito al suo lavoro sul discorso inaugurale del Concilio di papa Roncalli: mi metto subito in ricerca attraverso i canali indicatimi. Grazie però anche a questo sito che ha svolto amorevolmente la funzione di medium.

miurmex ha detto...

Gent Luisa , ma chi ha mai detto che don Tranquillo è un fuoruscito della FSSPX? Io ho detto tutto il contrario , cioè che non è nè un "resistente " nè un sedevacantista , proprio dalle sue parole si desume che lei non dà loro nessuna credibilità a priori .Quindi le citavo l'analisi di un sacerdote che nonè nè l'uno nè l'altro . . Le parole "vedono veleno anche nel dono( non sputano veleno , lo riconosco , leggo molto in fretta e mi era rimasto in testa ma non cambia molto )ma e "essere supponenti" , secondo la lingua italiana non sono complimenti, assomigliano a quelle che Bergoglio indirizza anche a lei, gent Luisa , e non credo le piacciano .(cuori duri chiusi specialisti del Loos , farisei ecc)Qualificano come sospettoso , ingrato , superbo chi non la pensa come lei . Mi pare che siano rivolte a chi osa criticare l'$$oggettoì del suo affetto e ammirazione , io l'ho fatto poco prima ergo ...Ma non si può proprio ragionare serenamente , ognuno portando argomenti razionali , senza tifoserie assurde ? Comunque , finiamola li'

Sara ha detto...

Mi associo grazie Tralcio.prego per il Papa Giuseppe!

Luisa ha detto...

"Comunque , finiamola li'"

Effettivamente finiamola qui, forse murmex non ha letto con attenzione il mio commento di ieri mattina alle 8:38, mi sembra di aver fatto una sintesi descrittiva e credo corretta dei diversi modi espressivi attorno a quello che pare essere diventato il problema ricorrente, se non per taluni centrale, "il caso Ratzinger"( mons. Ratzinger come lo chiama murmex).
Che ognuno resti del suo avviso ma senza pretendere detenere la verità.
La verità la conosce solo il Signore.
Solo il Signore SA perchè tutto ciò DEVE succedere.

Anonimo ha detto...

.Lo chiamo monsignore perchè è vescovo , la figura del papato emerito non esiste , o meglio esiste solo nella prassi come esistono molte altre storture . Se invece la ritenessimo formalizzata autorevolmente istituita nell'esercizio del potere papale , forse non ci rendiamo conto che sarebbe ancora più devastante , perchè il Papa avrebbe formalizzato l'eresia , l'attacco frontale e consapevole alla Chiesa nella sua costituzione divina , e quindi a contro Gesù Cristo stesso . Del caso Ratzinger si è dibattuto perchè innescato dall'articolo di don Curzio , mi pare ponderato , anche se da lei forse non apprezzato perchè avamposto in Italia Della "Resistenza"(mi pare lo dica lei , se sbaglio mi corregga , non ho tempo di rileggere tutto .)Mi pare si parli di tanti altri temi . Comunque io questo tema lo considero importantissimo , non inferiore di quello dell'attacco bergogliano ai Sacramenti .Tutto si tiene :se crollase il Papato , la Roccia , (e sappiamo bene chi ha sferrato l'attacco )crollerebbe la Chiesa , con essa tutti i Sacramenti . Non praevalebunt , no , ma intanto il maligno lavora alla grande , con l'aiuto (consapevole o no , ho detto è ripetuto che non si giudica l'interno )di tutti quelli che contribuiscono a dare un'ulteriore picconata , con crescente sviamento di molte anime . E mi accaloro perchè molte di queste anime mi sono estremamente care . . Scusi , ma cosa c'entra che solo il Signore sa perchè tutto ciò deve succedere ? E' chiaro che tutto ciò che accade è voluto o permesso da Dio , ma sicuramente Dio non Vuole il male .Perciò chi può non è esentato dal sforzarsi , secondo il proprio stato , di capire la realtà , vedere senza paraocchi dove si annida il male (Chiaremente coi nostri limiti , ,ma insomma , se ci sono studi , indizi gravi e concordanti evidenze documentali , possiamo pensare di avvicinarci alla realtà )e combatterlo . Se no perchè stiamo qui a leggere , dibattere , perchè le sue stesse giuste indignazioni contro le storture se non peggio con cui ci affligge Bergoglio ? A questo punto veramente basta , la saluto cordialmente.Murmex .Firmo anonimo perchè se no non mi compare il"pubblica commento "

Zagor ha detto...

Non è importantre che venga pubblicato, ma che abbiate capito di quale male siete affetti

Anonimo ha detto...



Mi associo grazie Tralcio.prego per il Papa Giuseppe!

Quello che si dice di voi, che è la verità:

Conosco il blog in questione (voi), è malato di un male molto pericoloso. Ogni tanto qualcuno, come Tralcio, cerca di farglielo intendere per pura carità cristiana, perché il male della superbia può essere letale per l'anima. Infatti è la superbia che impedisce allo Spirito Santo di entrare nel cuore dell'uomo e come sappiamo, il peccato contro lo S. Santo non può essere perdonato

mic ha detto...

Qui, di malato, c'è solo chi si ostina ad accusare, e così gravemente nonché ossessivamente con ripetitiva insistenza, senza comprendere.
Tra l'altro tralcio è un fratello, prima che un lettore, col quale siamo in grande comunione e ringraziamo il Signore perché ci fa godere anche dei doni che gli fa. E si sente che parla dal cuore e ci nutre e fa bene a tutti.
Soltanto che anche tra fratelli, a volte càpita, di avere un sentire diverso. E lo si dice, semplicemente, senza voler coartare nessuno. Così è tra di noi.

@Zagor,
la superbia è sempre in agguato per tutti, non solo per noi. Esprimiamo, però, convinzioni supportate e confermate, oltre che dall'insegnamento costante della Chiesa, anche dal discernimento dei sacerdoti.
Se lei non condivide è ammissibile, ma non possiamo star lì ad alimentare diatribe sterili che non portano da nessuna parte. Tra l'altro tempo ed energie non lo consentono. Si bada all'essenziale...

Stefano78 ha detto...

Qualcuno si ricorda l'articolo che ho citato del Prof. Pasqualucci? E' questo: Qui

mic ha detto...

L'avevo pubblicata qui, Stefano,

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2012/12/sulle-recenti-critiche-di-benedetto-xvi.html

Pasqualucci mi pare ponga una serie di questioni e non credo cambi nulla in riferimento al discorso dell'abdicazione...

Stefano78 ha detto...

@Mic

Cambia sul mio discorso relativo alla molteplicità di eventi accaduti nel post-concilio.
Ci sono vari "Ratzinger", ad esempio. C'è il Ratzinger che, nel famoso discorso alla curia sull' "ermeneutica" del Concilio, di fatto sancisce la possibilità di una critica ufficiale allo stesso. Definire che per dei documenti di un concilio serve un ermeneutica, significa già criticarlo, poichè manca di un dato fondamentale: la chiarezza. Inoltre in quello stesso discorso del "soggetto Chiesa che si sviluppa e rimane sempre lo stesso", afferma che nel Concilio ci sono documenti in discontinuità che hanno bisogno di essere letti alla luce della Tradizione. Dopo aver fissato l'attenzione sul "soggetto Chiesa", dice pure, però, che esso non può allontanarsi dall' Oggetto-Rivelazione, che l'assise Conciliare non aveva il diritto, nè la possibilità, di cambiare "Costituzione" alla Chiesa poichè la Costituzione è la Rivelazione. Poco prima, dunque, sembra aprire al soggettivismo, poco dopo nega questa apertura.
Poi c'è il Ratzinger che elimina la scomunica ai Vescovi della SPX.
Ma c'è il Ratzinger che però vuole discutere con loro della recezione del Vaticano II. E mette questo paletto, il riconoscimento del Concilio (?), come criterio per assegnare alla SPX uno status canonico. Ma allo stesso tempo dice che una Critica al Concilio, nei giusti modi, non si può negare. Ma subito dopo, arriviamo allo sgambetto curiale che fa naufragare le trattative. La curia afferma che lo "ha voluto il Papa"...
Poi c'è il Ratzinger delle luminose catechesi Tradizionali.
C'è il Ratzinger del Summorum.
C'è anche il Ratzinger di Assisi (come ci fu Giovanni Paolo, ma in modo peggiore).Anche ad Assisi, però, c'è un Ratzinger decisamente diverso da Giovanni Paolo, in merito alla prudenza e all'abbassamento dell' "Importanza" dell'evento.

Poi c'è il Ratzinger della fine. Dell'apologia del Concilio, che sarebbe stato frustrato dal "concilio mediatico": il che contraddice tutto quello che aveva detto, anche da Papa, riguardo il Concilio e le sue criticità ermeneutiche.

Così, brevemente, ho citato solo la complessità del Papato di Ratzinger! In questo ginepraio, ci si può e ci si deve porre domande sul PERCHE' questi contrasti e queste contraddizioni. Dire che FORSE sono frutto della autentica GUERRA intraecclesiale, non è peregrino. Perchè basta ricordarsi cosa è accaduto al Summorum! Basta ricordarsi cosa ha scatenato. E basta ricordarsi cosa è successo anche quando Benedetto decise di nominare il Curato d'Ars come patrono! Basta anche ricordare cosa è accaduto col Cammino Neocatecumenale e i COLPI ricevuti, a furia di fatti compiuti. L'ultimo scampato dall'intervento del Card. Burke! Nel 2008, al suo Presbiterio romano, aveva detto che non era molto incerta l'approvazione degli statuti del cammino, per i problemi ancora non risolti. Per tutta risposta, pochi giorni dopo, Rylko li approva! E il PAPA TACE PER MOLTO TEMPO!
Sono alcuni elementi, del mare magnum che esiste, che evidenziano FATTI gravi e particolari. E che si ricollegano alla Rinunzia FASULLA, o che almeno io ritengo tale.

irina ha detto...

Leggere tutto questo dire e contraddire mi rafforza nell'idea della sua non libertà, come detto da Rosa,è come se fosse prigioniero ed usato da altri.Forse anche il modernismo riaffiorante in quasi tutte le sue opere potrebbe essere un modo di tranquillizzare i suoi carcerieri.Il suo onore appeso all'estro dei suoi carnefici.
Enea Silvio Piccolomini che era stato conciliarista rigettò più volte, prima e dopo essere diventato Pio II, quella sua adesione di gioventù e a gran voce e se non ricordo male anche i suoi trascorsi mondani.

Anonimo ha detto...

Stefano:: non leggo nessuna critica dei testi del CVII, ritenuti poco chiari. L’ermeneutica a suo avviso sbagliata poggerebbe sull’errato riferimento allo “spirito del CVII” invece che ai testi . Anzi, il riferimento ai testi garantirebbe l’ermeneutica corretta.

“…Nessuno può negare che, in vaste parti della Chiesa, la recezione del Concilio si è svolta in modo piuttosto difficile,…: Perché..? Ebbene, tutto dipende …dalla sua giusta ermeneutica.. I problemi della recezione sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie …hanno litigato tra loro. ..Da una parte esiste un'interpretazione che vorrei chiamare “ermeneutica della discontinuità e della rottura”; .Dall'altra parte c'è l'“ermeneutica della riforma”, del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; è un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino.

. L'ermeneutica della discontinuità rischia di finire in una rottura tra Chiesa preconciliare e Chiesa postconciliare. Essa asserisce che i testi del Concilio come tali non sarebbero ancora la vera espressione dello spirito del Concilio. Sarebbero il risultato di compromessi ..Non in questi compromessi, però, si rivelerebbe il vero spirito del Concilio, ma invece negli slanci verso il nuovo che sono sottesi ai testi: ..e partendo da essi e in conformità con essi bisognerebbe andare avanti. …In una parola: occorrerebbe seguire non i testi del Concilio, ma il suo spirito”.

Quando, poi nega che i testi conciliari siano essi stessi di rottura, una nuova Costituzione, non lo dimostra, non entra nel merito. Dice che non lo sono perché non lo potevano essere essere:
“... Con ciò, però, si fraintende in radice la natura di un Concilio come tale...esso viene considerato come una specie di Costituente, che elimina una costituzione vecchia e ne crea una nuova. Ma la Costituente ha bisogno di un mandante ..I Padri non avevano un tale ..nessuno, del resto, poteva darlo, perché la costituzione essenziale della Chiesa viene dal Signore …I Vescovi, mediante il Sacramento che hanno ricevuto (!!!!!! E il Papa ??????????????????), sono …“amministratori dei misteri di Dio” (1 Cor 4,1); …devono amministrare il dono del Signore in modo giusto, affinché non resti occultato in qualche nascondiglio, ma porti frutto e il Signore, alla fine, possa dire all'amministratore: “Poiché sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto” (cfr Mt 25,14-30; Lc 19,11-27). In queste parabole evangeliche si esprime la dinamica della fedeltà (???????????????), che interessa nel servizio del Signore, e in esse si rende anche evidente, come in un Concilio dinamica e fedeltà debbano (ma lo sono state ????????????? nulla dice) diventare una cosa sola.”

Anna

Anonimo ha detto...

mi sembra dunque che il Ratzinger n. 1 (C'è il Ratzinger che, nel famoso discorso alla curia sull' "ermeneutica" del Concilio, di fatto sancisce la possibilità di una critica ufficiale allo stesso. Definire che per dei documenti di un concilio serve un ermeneutica, significa già criticarlo, poichè manca di un dato fondamentale: la chiarezza.) non ci sia (almento, io non lo vedo.

Anna

Anonimo ha detto...

Ratzinger 2

Stefano: Dal testo sopra riportato mi sembra eliminato anche Raztinger 2, quello che

dopo il “discorso del "soggetto Chiesa che si sviluppa e rimane sempre lo stesso", afferma che nel Concilio ci sono documenti in discontinuità che hanno bisogno di essere letti alla luce della Tradizione. Dopo aver fissato l'attenzione sul "soggetto Chiesa", dice pure, però, che esso non può allontanarsi dall' Oggetto-Rivelazione, che l'assise Conciliare non aveva il diritto, nè la possibilità, di cambiare "Costituzione" alla Chiesa poichè la Costituzione è la Rivelazione. Poco prima, dunque, sembra aprire al soggettivismo, poco dopo nega questa apertura.”

Infatti, non dice che i testi vanno letti alla luce della Tradizione, ma formula implicitamente l’assioma (affermazione indimostrata) della non rottura con la Tradizione perché “I Vescovi …sono …“amministratori dei misteri di Dio”
quindi
…devono amministrare il dono del Signore in modo giusto”
Come nella parabola,
quindi
sarebbe salvaguardata, e sarebbe persino evidente, la fedeltà alla Tradizione, pur nella dinamicità (“In queste parabole evangeliche si esprime la dinamica della fedeltà (???????????????), che interessa nel servizio del Signore, e in esse si rende anche evidente, come in un Concilio dinamica e fedeltà debbano (ma lo sono state ????????????? nulla dice) diventare una cosa sola.”

Anna

Anonimo ha detto...

Ratzinger 3 e 4

“Poi c'è il Ratzinger che elimina la scomunica ai Vescovi della SPX. Ma c'è il Ratzinger che però vuole discutere con loro della recezione del Vaticano II. E mette questo paletto, il riconoscimento del Concilio (?), come criterio per assegnare alla SPX uno status canonico. Ma allo stesso tempo dice che una Critica al Concilio, nei giusti modi, non si può negare. Ma subito dopo, arriviamo allo sgambetto curiale che fa naufragare le trattative. La curia afferma che lo "ha voluto il Papa".

Non trovo contraddizione: la rimozione della scomunica è finalizzata al “rientro” della FSSPX nella “piena comunione” della Chiesa (quella in nessuno deve stare fuori, perché Dio vuole la salvezza di tutti, quella che Bergoglio ora chiama la casa comune) da attuarsi previo il raggiungimento di una “ soddisfacente soluzione del problema posto in origine” (CVII)

Decreto di remissione della scomunica: “……………Sua Santità Benedetto XVI - paternamente sensibile al disagio spirituale manifestato dagli interessati a causa della sanzione di scomunica e fiducioso nell'impegno da loro espresso nella citata lettera di non risparmiare alcuno sforzo per
approfondire nei necessari colloqui con le Autorità della Santa Sede le questioni ancora aperte
, così da poter giungere presto a una piena e soddisfacente soluzione del problema posto in origine - ha deciso di riconsiderare la situazione canonica dei Vescovi …con la loro consacrazione episcopale.”
Con questo atto si desidera ..dare stabilità ai rapporti della Fraternità San Pio X con questa Sede Apostolica. Questo dono di pace..vuol essere anche un segno per promuovere l'unità nella carità della Chiesa universale e arrivare a togliere lo scandalo della divisione. Si auspica che questo passo sia seguito dalla sollecita realizzazione della piena comunione con la Chiesa di tutta la Fraternità San Pio X, testimoniando così vera fedeltà e
vero riconoscimento del Magistero e dell'autorità del Papa con la prova dell'unità visibile…” (bavaglio sul CVII e sulla conseguente pastorale dei papi postconciliari, anche in tema di libertà religiosa, ecumenismo ecc.)

Quanto alla dichiarazione sulla libera criticabilità del CVII con i giusti modi mi manca la fonte (detta così poi non capisco l’affermazione: quali sarebbero i giusti modi ? la FSSPX avrebbe usato modi non giusti ?)

Anna

Anonimo ha detto...

Ratzinger 5
“Poi c'è il Ratzinger della fine. Dell'apologia del Concilio, che sarebbe stato frustrato dal "concilio mediatico": il che contraddice tutto quello che aveva detto, anche da Papa, riguardo il Concilio e le sue criticità ermeneutiche.”

A me pare invece di vedere sempre lo stesso R, uno dei più importanti autori, prima, e l’apologista, poi, del CVII (i frutti cattivi sono dei cattivi interpreti, quelli del famoso spirito del concilio) sbaglierò di sicuro.

Anna

Anonimo ha detto...

Ratzinger 6, 7 e 8:
“Poi c'è il Ratzinger delle luminose catechesi Tradizionali”: per grazia di Dio il CVII recepisce gran parte della dottrina della Chiesa... E poi nessuno nega che il pontificato di BVI abbia voluto “in un certo qual modo” rappresentare, o essere percepito, come un rallentamento dell’evoluzione dell’unicosoggettochiesa nella storia, del cammino del popolodidio, anzi di un recupero di qualche pezzo del passato, del tutto minoritario ma agguerrito, lasciato fuori …….”
“C'è il Ratzinger del Summorum” (su questo ho già detto) “C'è anche il Ratzinger di Assisi …decisamente diverso da Giovanni Paolo, in merito alla prudenza e all'abbassamento dell' "Importanza" dell'evento (stessa cosa di cui sopra: rallentamento).

Sugli indiscutibili attacchi che Ratzinger ha subito dall’esterni e dall’interno …. Forse una spiegazione può trovarsi nella successiva accelerazione pazzesca impressa … Forse non c’era più tempo per lunghe ed elaborate strategie di assimilazione del vecchio nel nuovo …. La conflittualità interna, tra gruppi di potere personale non mi sembra una ipotesi valida. Troppo poco per gli attacchi che ha subito.

Comunque sia una risposta andrebbe cercata alla domanda Ratzinger: uno, nessuno o centomila ?
Qui mi fermo

Deo gratias … :)

Anna

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ A chi ci accusa di superbia, senza mai entrare nel merito delle questioni


A chi restando nell'ombra ci accusa di esser "malati di superbia", rispondo:

"meglio aver combattuto e perso che non aver neanche combattuto".

In ogni caso, oggi e sempre: Portae Inferi non praevalebunt!

Anonimo ha detto...

Grazie Stefano78, Tralcio, anonimo 6 giugno 09.53. Preghiamo uniti insieme a BenedettoXVI, immerso nella preghiera, nel silenzio. Basta vedere il suo volto, nelle ultime immagini che lo ritraggono, per scorgervi una grande armonia, serenità e pace, lui è un uomo di Dio, Maria Santissima è sempre accanto a lui, mite ed umile di cuore.

Stefano78 ha detto...

Condivido Irina.
@Anna
Il discorso che fai sembra non tenere conto delle contraddizioni, ma sembra risolverle esattamente come dicevo:col modernismo. Ma il modernismo, non ha ragione di "inventare" elementi che lo possono, in qualche modo, mettere in discussione. Il modernismo è quello di Martini, dei Gesuiti attuali,dei Forte,dei Kasper,dei Marx.Quello del "mi camuffo e ti distruggo da dentro". Come si fa a "camuffarsi", quando il presunto "camuffamento" mette in discussione....il camuffamento stesso.Ci sono degli assiomi modernisti che, in quanto tali, non possono essere discussi. Altrimenti viene giù l'edificio.Gli assiomi sono:"l'evoluzione del dogma"; lo storicismo; la concezione "vivente" di Tradizione, tale che cambiando i tempi cambia anche Tradizione; il relativismo dottrinale e liturgico;il pauperismo;la razionalizzazione della fede; l'ideologizzazione di Cristo, ridotto a un ideale.Questi assiomi,visti nell'insieme e mai isolabili fra loro,non possono essere messi in discussione, altrimenti si mette in discussione l'intero edificio modernista! Che poi si voglia dire che c'è un "modernismo 2.0" e giustificare tali contraddizioni col dire che "il modernismo si è evoluto" lui stesso, non soddisfa.Si può evolvere per meglio raggiungere i suoi scopi,non per inaugurare uno scontro interno a se stesso, tale che "un regno in sè diviso crolla"!Si può credere che i modernisti abbiano pensato a una possibilità di crollo di se stessi, piuttosto che rimanere metodologicamente ancorati ai propri principi? E' una teoria abbastanza bislacca, secondo me.Il modernismo, anche quello 2.0, non prescinde dai suoi cardini.E,se questi cardini vengono messi in discussione,in qualche modo,c'è qualcosa che fa pensare ad un contrasto interno alla Chiesa.Negare che questo contrasto ci sia,credo non risponda a verità.Possiamo discutere l'estensione e la forza di tale contrasto,ma credo non si possa ignorare la sua realtà. Ratzinger è stato modernista, e credo che su questo dubbi non ci possano essere. Come invece Giovanni Paolo I non lo era.E non lo era nemmeno Giovanni Paolo II!Al contrario delle apparenze, GP II non era spiritualmente modernista! La spiritualità del Papa polacco, era fortemente ancorata alla Tradizione della Polonia Cattolica! La diffusione del culto di Santa Faustina, profondamente Tradizionale, e la concezione di Divina Misericordia, e di DEVOZIONE (liturgica e non), che ne sono scaturite, sono potentemente Tradizionali. Lo dico da devoto di Santa Faustina. Il problema di Giovanni Paolo II, è stato quello di tutti i Papi post-conciliari, e che prescinde dalla loro formazione: la Gerarchia pesantemente ammutinata e modernistica a vari livelli. Poi,se anche il Papa era tendenzialmente tale (come Giovanni XXIII,e Paolo VI,ma con sfumature diversissime),era un altro discorso.In ogni caso, Benedetto XVI ha subito innegabilmente attacchi forsennati. Proprio per quello che ha fatto notare il suo segretario. Che poi è stato affogato dalla assurdità del "ministero allargato".Il segretario ha detto che nel collegio c'è la MAFIA (di San Gallo...),che i "partiti"si sono scontrati,e che, sostanzialmente, l'elezione di Ratzinger era stata accettata con la "clausola" della "riforma curiale"(per i rancori e le guerre intestine).Al momento dell'elezione, c'è stata sicuramente anche la minaccia della rinuncia:o fai così o te ne vai. Ratzinger, ricordato come vecchio modernista (moderato),poteva servire alla bisogna. Ma alla MAFIA gli è sfuggito di mano,perchè il diavolo fa le pentole,ma non i coperchi. E siamo arrivati al "papa emerito", che non vuole rinunciare ma lo fa per la MAFIA...Ho letto, contestualmente, i documenti pubblicati da Nuzzi. Sono solo una pallida espressione del casino in cui viviamo.

Anonimo ha detto...

@ Stefano

Ho letto, velocemente, solo ora il tuo commento, complesso.
Ti risponderò più tardi (non é una minaccia :). Ora non posso più scrivere. Ma volevo subito ringraziarti per avermi risposto, per avere accettato di entrare nel merito delle questioni che ho sollevato e per averlo fatto con carità.

Siamo di Cristo. Prima e più che di altri o altro (persone o idee che siano). E Cristo è Verità.

Anna

irina ha detto...

Sintesi e ipotesi mia finale, forse:
Ho avuto la fissa per tanto tempo dell'auriga e i due cavalli, opposti tra loro nella direzione di marcia. Ovviamente uno era il bene, l'altro il male e l'auriga il nostro Don Doppio. Se è doppio vuol dire che serve due padroni.Questo servaggio deve essere cominciato molto presto, uno per amore di Dio ed uno per amore di sè. Entrambi i percorsi comportano un mascheramento: uno per smascherare il male, l'altro per mascherare il male facendo apparentemente il bene.Il primo per costruire, il secondo per distruggere.Personalmente smisi di leggere i suoi scritti per via di quelle frasette qui e là che facevano collassare tutta la costruzione,ora mi viene il dubbio che tolte quelle frasette, quegli ammiccamenti, la costruzione tenga,questo però non l'ho verificato.Quindi tutta la sua vita è trascorsa su questa giostra mentre gli uni erano convinti che stesse lavorando per costruire, gli altri che stesse lavorando per distruggere. Il costruire in che cosa consisteva? Ritengo nel mettere in piazza i beoti, che altro poteva fare? Tutti a ruota sul palcoscenico del mondo, nessuno escluso.Quella sporcizia l'ha portata davanti a tutti( senza dire che era sporcizia naturalmente).
Però non ero molto contenta di questa ipotesi, era troppo arzigogolata. Bisognava ridurre tutto a uno,via i cavalli, via l'auriga, via i piani a lunga scadenza. Però il male e il bene c'erano,eccome. Un cavallo solo,a macchie bianche e nere. Non c'è.
C'è. In America. La razza è Appaloosa, un cavallo forte resistente, nato da sapienti incroci dei nativi americani con cavalli di razza andalusa entrati in America nel XVI secolo e poi tornati allo stato brado. Si sono dunque formate diverse razze: docili,veloci;agili resistenti;parchi e generosi, tra le quali la nostra con mantello a macchia di leopardo, che prende il nome dal fiume Palouse nell'Idaho e che gli indiani usavano per la caccia al bufalo e per andare in battaglia(questa parte tutta copiata da internet). Quindi un solo cavallo con il mantello pezzato che può mimetizzarsi nel bianco e nel nero.Di più non so. Mi sembrava una bella immagine di chiusura quando mi è tornato in mente il meticciato di Scola e non so più che dire!"I Padri della Chiesa attribuirono al cavallo superbia e lascivia, ma al tempo stesso l'animale divenne simbolo della vittoria,come quella dei Martiri sul mondo"(Le Garzantine, I simboli, p.101)

Anonimo ha detto...

Stefano,

non trascuro le contraddizioni, cerco di trovare una spiegazione plausibile. Il modernismo non è solo quello di Martini ecc, ma è anche quello c.d. moderato. Non mi risulta che Ratzinger abbia mai messo in discussione il modernismo, ma solo alcune idee di alcuni esponenti. Non mi risulta un percorso di allontanamento. Quando ho letto l’ultima intervista sono rimasta veramente pietrificata.

Non mi risulta che il modernismo sia un sistema compatto. “L’eresia modernista ha rappresentato la grande sfida dottrinale e pratica dell’inizio del secolo scorso, perché non è un movimento strutturato organicamente né un corpo di dottrine elaborate, ma più che altro è una tendenza sparsa, un orientamento diffuso tra gli intellettuali di diverse nazionalità che non condividevano neppure le stesse idee. Il primo problema che si pone parlando del modernismo è, dunque, quello di definirlo”. Tra l’altro il modo di essere e soprattutto di presentarsi del modernismo è l’ambiguità, la fluidità, il maanchismo ecc. per cui risulta difficile individuare i modernisti più raffinati, perché si propongono come moderati e tendono continuamente a mescolare ortodossia luminosa con particolari dissonanti, che potrebbero sembrare marginali, ma che deformano quanto prima detto, a volte capovolgendolo ecc. Ciò è coerente col loro fine che è cambiare dall’interno la Chiesa, senza dare l’impressione di farlo, spacciando la rivoluzione per naturale adattamento della Chiesa ai tempi.

Sarebbe interessante ripassare il modernismo, vecchio e nuovo, le sue varie componenti e caratteristiche, così da non lasciarci ingannare. Sull’ipotesi di scontro all’interno della cerchia modernista non vedo problemi. La frammentazione e i contrasti sono tipici di tutti i movimenti gruppi ecc di uomini (v. ad es. il mondo dei cattolici fedeli alla Tradizione).

Su GPII ometto, perché è un discorso troppo lungo (non condivido la tua opinione sulla sua fedeltà alla Tradizione). Ometto anche sulla c.d. Divina Misericordia , sulla quale ho dubbi serissimi, rafforzati dalla constatazione che proprio la falsa misericordia di Dio costituisce il grimaldello con cui si sta devastando con ferocia quello che rimane della Chiesa.

Sull’ipotesi del papa prigioniero e controllato che è costretto a dire cose che non pensa e a fare cose che non vuole ho già detto che mi pare inverosimile. Tra l’altro c’è continuità tra il prima e il dopo.

Le onde fanno davvero paura. Ma Gesù non dorme. Non perdiamoci d’animo.

Anna

Anonimo ha detto...

Segnalo a tutti il seguente post del Direttore Blondet, sui due papi la roccia

http://www.maurizioblondet.it/sui-due-papi-la-roccia/

Segnalo anche altro post di Blondet sul rituale orgiastico satanico tenutosi per l inaugurazione del traforo del Gottardo alla presenza di tante auorità. Signore salvaci! Signore vieni presto in nostro aiuto. Gesù torna presto sulla terra!
Alex

Stefano78 ha detto...

Condivido Blondet! Come me, non scarta nulla. Anna, ti consiglio di leggerlo

mic ha detto...

Amici miei, è ora di fare il punto. C'è il rischio che ognuno veda ciò che vuole vedere e anch'io vorrei sposare le tesi di Stefano e Blondet ed altri. Ma, con uno sguardo più allargato e obbiettivo, ci sono sufficienti elementi per farmi rimanere tuttora nel dubbio.
Datemi il tempo di impostare un articolo esaustivo su questa vexata quaestio che tocca molte sensibilità.

murmex ha detto...

Condivido Anna . Il modernismo , fin dai tempi di S Pio x , è per sua natura proteiforme . Quel santo Papa ci aveva messo in guardia : in una pagina di luminosi , tradizionali , edificanti insegnamenti , si nasconde , subdola , l'eresia . E non una eresia qualsiasi , ma quella chepone la scure alle radici della Fede :essa infatti ha un carattere unificante che sottende a tutte le sue contraddizioni :la negazione del trascendente . Questo mi pare spieghi concilio o post concilio , senza escludere nessun momento . Ora si sta palesandp in maniera eclatante con Bergoglio , col suo esplicito panteismo,forse perchè la forza preternaturale che lo spinge (il modernismo )sente di aver poco tempo (che i 100 anni per distruggere la Chiesa stiano per finire?- e questa rivelazione non la mettere sullo stesso piano di quelle ad altri mistici , perchè fatta a un pontefice che si è poi preoccupato di contrastare il maligno con una prescrizione liturgica cogente). O forse perchè si ritiene il degrado così avanzato (e chi se non i precedenti papi l'ha fatto avanzare ')che ormai si opossa usciredi più allo scoperto

Luisa ha detto...

"l'auriga il nostro Don Doppio. "

Ammetto che non ho letto tutto, ma visto che si parla dei "vari Ratzinger da uno a sette, anzi otto"... devo capire che irina con don Doppio si riferisce a Benedetto XV!?
Se è così, a parte lasciarle il copyright sul don doppio, e avendo perso la voglia di discutere su Benedetto, vorrei solo dire che, sempre ammesso che io abbia ben capito il senso e il contesto di quelle parole, pretendere che Joseph Ratzinger-Benedetto XVI:
" Quella sporcizia l'ha portata davanti a tutti( senza dire che era sporcizia naturalmente).",
è semplicemente falso, devo ricordare la meditazione alla nona stazione per la Via Crucis del 2005?
L`avete diomenticata? No problem, eccola:

"Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce?
Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio.

Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa?
A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra!
Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata!
Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote!
Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui!
Quanta superbia, quanta autosufficienza!

Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci (cfr. Mt 8, 25).


http://www.vatican.va/news_services/liturgy/2005/via_crucis/it/station_09.html

irina ha detto...

Cara Luisa,
sono certa che tu hai compreso benissimo,la sfumatura era leggermente diversa in quanto avevo in mente una sorta di agente segreto.Tutti siamo provati ma, ognuno a suo modo,a volte in maniera più seria o concitata a volte in maniera più leggera o ilare,cerchiamo di comprendere anche se comprendiamo poco poco come la sottoscritta.Come tu hai notato questi articoli hanno il maggior numero di commenti,tutti accorati sia nel disappunto che nel dolore, evidentemente l'argomento prende ciascuno profondamente. Anche gli altri soffrono, anche quelli sferzanti. Nessuno è contento dell'accaduto nè lo comprende totalmente. Ed ora ti dirò che c'è un'altra parola che ho usato qui, ma su altri commenti, una o due volte in maniera generica, in senso lato ma, fa il paio con doppio la parola è, schizofrenico. Fuori luogo? Fuori tema? No. Roberto Calasso,nella introduzione di un libro(appena mi si snebbia la memoria sarò più precisa) definì i Santi "Grandi Schizofrenici". Sul momento mi scandalizzai, mi parve un insulto. Poi non più. Capii che la parola usata non veniva presa nella sua accezione di sdoppiamento patologico, ma nella accezione di una capacità in più, posseduta per grazia da chi riesce a stare consapevolmente con un piede in terra e con l'altro in cielo.Non stancarti di discutere e di dare i tuoi contributi sono parte importante della battaglia che stiamo combattendo. Grazie per aver letto il mio commento ed essere stata franca.

Anonimo ha detto...

Stefano, l'ho letto.
Blondet dice "Come credente, questa ipotesi mi calma". Ecco, calmerebbe pure me, come ho sempre detto. E desidererei che fosse così (meglio un papa prigioniero ed un antipapa che due sedicenti papi-papatoallargato e quindi, oppure, nessun papa). Ma io non cerco ipotesi che mi tranquillizzino, cerco di capire come stanno veramente le cose. Cosa sta succedendo veramente (la mia serenità comunque riposa sempre nel Signore, che è sveglio e presente anche se non sembra intervenire e nella sua e nostra Madre immacolata e potente, pronta a sollecitare il figlio quando sarà il momento).
Devo dire che il problema di Blondet dei sacramenti non me lo pongo. So che è previsto un periodo in cui la Chiesa vivrà nascosta, che Dio non abbandonerà la sua Chiesa e che la nutrirà nel deserto. Quali mezzi abbia scelto per fare ciò, nei 40 giorni, non lo so. Mi affido.
Ci sono troppe cose che non tornano. E la questione non sta nei termini, secondo me, Bergoglio=cattivo antipapa / Ratzinger = buono vero papa prigioniero. Certamente, nell’ambito del modernismo, il primo è un estremista e il secondo un moderato, come è certo che la sua frenata e le sue concessioni al mondo della Tradizione (qualunque sia stato il fine di BVI) hanno scatenato l’inferno. Mi sembra altrettanto evidente che Ratzinger modernista (moderato) è tuttora (v. l’ultima intervista). Quanto alle dimissioni, da un lato, sono evidentissime le pressioni esterne, ma dall’altro lato c’è una sua risalente e sempre coltivata concezione ecclesiologica, “non interamente” (direbbe lui ) conforme a quella della Tradizione, che giustifica e spiega le dimissioni e l’istituzione del papato emerito.

Le ipotesi che riesco formulare sono tre. La prima, complottista come quella del papa prigioniero e opposta. La riassumo cosi: false flag. Stessa squadra, ruoli diversi (fantasiosa e terrificante). Seconda: le pressioni esterne non nono state uno spettacolo per il pubblico, ma reali, e sono scattate per il rallentamento imposto/proposto dal papa all’attuazione del CVII e per gli inaspettati frutti delle concessioni al mondo della Tradizione (un’esplosione di giovani “tradizionalisti ferventi e informatissimi, altro che gruppetto ristretto di intellettuali nostalgici) ma non hanno influito sulla scelta delle dimissioni, che erano da lui teorizzate e ritenute, insieme alla collegialità, lo sviluppo positivo del papato, Terza ipotesi: da cardinale Ratzinger ha avuto modo di conoscere il segreto di Fatima, il segreto faceva riferimento all’apostasia della Chiesa, così lui ha fatto qualche passo indietro nel modernismo, ritenendo di potere conciliare l’inconciliabile, cioè cattolicesimo “tradizionale” e modernismo moderato, cattolicesimo e filosofia moderna, lotta al relativismo e lotta al dogmatismo e ritenendo di potere trovare una giusta via di mezzo che fermasse il processo di autodemolizione della Chiesa, senza abbandonare però “del tutto” (come direbbe lui) i dogmi del modernismo. Fallito il tentativo, per l’opposizione degli estremisti) degli uni (progressisti) e degli altri (la marginale ma agguerrita schiera dei “tradizionalisti” non disposti ad accettare la “pentecoste” del CVII) e soprattutto per la coercizione del potere finanziario (e di chi c’è dietro), ha fatto un “passo di lato”, ha rotto la diga, lasciando che il fiume tornasse a scorrere senza freni lungo il suo letto (del CVII), a quel punto, precipitosamente, ed ha realmente ritenuto (in buona fede) che il bene della Chiesa fosse comunque rimanere nel recinto di Pietro come a compensare con le preghiere e soprattutto la presenza da “papa” moderato la devastazione che ne sarebbe seguita. Senza riuscire a rendersi conto di colpire così lui stesso in modo gravissimo la Chiesa che voleva proteggere.

Aspettiamo con fiducia che qualcuno di competente provi a fare un po’ di luce.

Anna

Anonimo ha detto...

Condivido Stefano e Luisa. Ovviamente. Blondet e Socci. Vorrei poter esprimere la mia opinione:'non è che non vediamo i problemi legati al magistero di Ratzinger-BXVI. Comprendiamo tutte le critiche, le osservazioni, le perplessità, i dubbi su di esso. Ringraziamo come dice Anna il Santo Santo Papa Pio X per averci messo profeticamente in guardia dal male presente, il modernismo. Per quanto riguarda GPII e BXVI io per esempio condivido la linea della Fsspx: ovvero sono Papi, hanno autorità ma nel loro magistero "fallibile" purtroppo sbagliano. Su GXXIII e Paolo VI, ho a un'altra opinione (personale e discutibilissima) più in linea con Don Villa. Su Bergoglio invece non ritengo che egli sia Papa, egli stesso si è presentato a me come VdR. Inoltre è ancora vivo un Papa, Papa BXVI che conserva (per sua stessa dichiarazione quando era ancora Sommo Pontefice) Titolo di Sua Santità, Munus Petrino, stemma con chiavi di Pietro, basilica pontificia di San Lorenzo al Verano ( dico questo, è una mia impressione da verificare, perché andando spesso lì a pregare davanti al Beato Pio ix per la Chiesa Cattolica, ho notato stranamente che quella Basilica Maggiore pontificia da tre anni non ha ancora cambiato lo stemma del Papa. Fuori è esposto solo lo stemma di BXVI. Il che mi fa molto piacere e mi riempie di gioia andare a pregare lì), abita in vaticano, veste di bianco, porta le scarpe rosse. Scusate, ma cosa dovrei fare io che sono un fedele? Andare appresso ai vari don oppure seguire il Sommo Pontefice? È vero non è tutto chiaro. Anzi è tutto oscuro, ma non tutto si può spiegare subito. Io aspetto pazientemente che le cose si chiariscano con il tempo. Certamente è motivatamente per me Bergoglio è un eretico e riconoscergli autorità su di me è per me inaccettabile, così come essergli in comunione. Nessun cattolico dovrebbe mai dirsi in comunione o riconoscere anche solo formalmente autorità ad un eretico. L Anticristo che instaurerà la nuova religione ecumenica vuole proprio questo. Lasciare che tutti credano quello che vogliono con i loro riti, ma che lo riconoscano e si sottomettano alla sua autorità. Poi poco importa se un giorno si è l altro pure, continua a bestemmiare Dio, offendere Gesù e Sua e Nostra Madre Santissima, a non inginocchiarsi davanti al Santissimo, ma invitare i fedeli di tutto il mondo a commettere sacrilegio contro il SS Sacramento. No questi non sono semplici errori. Questo non è solo modernismo. Io purtroppo ravviso l'azione di Satana. Nè Bergoglio può essere comparato, anche lontanamente, a GPII e BXVI. Sia Lodato Gesù Cristo. Elia M.

Clodine ha detto...

Condivido in pieno quanto affermato da Luisa!