Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 15 ottobre 2015

Sinodo: immagini eloquenti

Si intrecciano sui media e sulle Reti sociali i 'detti' di padri sinodali illustri. Che dire? Se non fosse un dramma si direbbe che è una grande farsa...

42 commenti:

mic ha detto...

Tornielli: Alcuni padri sinodali hanno prospettato una soluzione che prevede una maggiore autonomia del vescovo, a livello diocesano, in merito a certi temi. Come valuta questa ipotesi?
Koch: «Dipende dalla materia. Penso per esempio alla giurisdizione dei matrimoni, i processi di nullità, di cui il papa ha dato la responsabilità al vescovo diocesano; ma se si tratta di questioni che toccano tutta la Chiesa non penso che questo sia possibile. Possiamo incoraggiare una terza visione: non c'è soltanto la Chiesa universale o il vescovo della diocesi locale, si può pensare anche a una commissione regionale continentale, questi livelli non sono ancora ben sviluppati e penso che tale aspetto sia molto più importante che dare ogni responsabilità al vescovo diocesano. Perché c'è anche una comunione tra i vescovi che devono trovare una soluzione comune nella stessa regione».

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43982/

Luisa ha detto...

E qui dal briefing:

"Un percorso in discussione.

Centrale in questo percorso la possibilità, già evocata, di individuare per i divorziati risposati un accesso non indiscriminato ai Sacramenti ma consentendo un approccio personalizzato, come riassunto da padre Bernd Hagenkord:"

“Serve un cammino di discernimento ben strutturato per i divorziati e risposati, per lasciarli prendere la loro decisione, nella loro coscienza. !?!

"La via penitenziale è stata discussa: questo progetto che nasce dall’intervento del cardinale Kasper, un anno e mezzo fa, perché in ogni caso il Sacramento della Penitenza precede il Sacramente dell’Eucaristia: è chiamato la via penitenziale. E’ stata proposta una valutazione delle situazioni caso per caso e una limitazione di una tale ammissione per casi particolarmente significativi”.

La via penitenziale = la via regale per raggirare la Dottrina e, se nessuno si muove( ma tanto a che cosa servirebbe con questo papa?), probabilmente quella che uscirà da un Sinodo che sembra sempre più già finito ancor prima di cominciare, i segni in questo senso erano già molti e i resoconti di p. Lombardi e colleghi non fanno che confermarli.


http://it.radiovaticana.va/news/2015/10/15/sinodo,_briefing_dibattito_sui_divorziati_risposati/1179544

Baronio ha detto...

Quando Nostro Signore ha costituito la Chiesa, ha stabilito che la giurisdizione universale appartenesse al solo Pietro ed ai suoi Successori, e che gli Apostoli ed i loro Successori avessero una giurisdizione immediata sul gregge loro affidato. Le Conferenze Episcopali sono un organismo spurio e che non ha nessuna legittimazione. Adesso se ne esce Koch con un'altra entità continentale che dovrebbe governare contro il Papa e contro i Vescovi. Perfetto spirito assemblearista conciliare, peccato che contraddica la struttura divina della Chiesa, ma questo - si sa - conta poco per i ministri della setta conciliare.

mic ha detto...

Riprendo una sintesi da una discussione sommersa, che vale per questo discorso:

Citato su Rorate Caeli di oggi;
Doctrinal "devolution" to the bishops' conferences? Francis already endorsed it in 2013.
http://rorate-caeli.blogspot.com/2015/10/doctrinal-devolution-to-bishops.html

Quanto segnalato da Rorate lo avevo evidenziato, sull'EG (6 aprile 2014)
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/04/conversione-del-papato.html

Anche questa è una innovazione tutta conciliare. Esorterei allora a leggere anche sulla collegialità, come pure sulla sinodalità come sbocco tutto bergogliano, ma che ha le sue radici in precedenza. Nel testo di cui al link qui sotto (21 settembre 2013) ci sono tutti i link di rimando ai documenti citati.
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/09/papato-e-sinodalita-eo-conciliarita_21.html
...
Tra gli ormai numerosi segnali di mutazioni genetiche apparentemente inarrestabili, per nulla marginali, estraggo qui il punto sulla 'sinodalità'. A seguire, le considerazioni corredate dei documenti dell'epoca citati da Bergoglio.

[...] «Si deve camminare insieme: la gente, i Vescovi e il Papa. La sinodalità va vissuta a vari livelli. Forse è il tempo di mutare la metodologia del Sinodo, perché quella attuale mi sembra statica. Questo potrà anche avere valore ecumenico, specialmente con i nostri fratelli Ortodossi. Da loro si può imparare di più sul senso della collegialità episcopale e sulla tradizione della sinodalità. Lo sforzo di riflessione comune, guardando a come si governava la Chiesa nei primi secoli, prima della rottura tra Oriente e Occidente, darà frutti a suo tempo. Nelle relazioni ecumeniche questo è importante: non solo conoscersi meglio, ma anche riconoscere ciò che lo Spirito ha seminato negli altri come un dono anche per noi. Voglio proseguire la riflessione su come esercitare il primato petrino, già iniziata nel 2007 dalla Commissione Mista, e che ha portato alla firma del Documento di Ravenna. Bisogna continuare su questa strada». Cerco di capire come il Papa veda il futuro dell’unità della Chiesa. Mi risponde: «dobbiamo camminare uniti nelle differenze: non c’è altra strada per unirci. Questa è la strada di Gesù». [...] (intervista a "La Civiltà cattolica", 19 agosto 2013)

Ora che emerge questa nuova e ulteriore 'fessura', dalla quale potranno derivare ulteriori voragini che solo de fide possiamo non pensare incolmabili, ripropongo quanto avevo espresso con timore e ora si mostra con sconcertante evidenza.

« La X Sessione plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico fra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa (Ravenna 8-15 ottobre 2007), nel documento sottoscritto intitolato «Le conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa. Comunione ecclesiale, conciliarità e autorità (documento di Ravenna)», pone la reciproca interdipendenza tra primato e conciliarità al livello locale, regionale e universale, per cui «il primato deve essere sempre considerato nel contesto della conciliarità e, analogamente, la conciliarità nel contesto del primato» (n. 43). Questa visione dà una dinamicità al modo di concepire il ministero pontificio in una proiezione verso un futuro che ogni fedele vorrebbe vedere realizzato [!?] ».

Ricordo che il documento di Ravenna - promotore il pluri-citato (dal nuovo papa) card. Kasper - fu accolto con alcune riserve [documentai a suo tempo le perplessità di diverso ordine del Patriarcato di Mosca - vedi il seguito nel 2010 - e anche], mentre ora viene riproposto sic et simpliciter senza remore addirittura dal papa stesso. Esso aggiunge alla collegialità la cosiddetta conciliarità, peraltro nel documento non riferita propriamente al Vaticano II. Tuttavia si corre ugualmente il rischio di riconoscere ad esso, in virtù della collegialità che evoca e che si intende realizzare, una ulteriore funzione costitutiva e fondante una nuova realtà che va a toccare il cuore stesso della Chiesa e della sua identità nella persona del Romano Pontefice.

er ha detto...

Scusate, ma dov'è lo scandalo? Nel tweet decontestualizzato. E' una mera ipotesi in fieri, tutta da costruire. Poi che significa commissione regionale continentale? Che differenza avrebbe rispetto alle conferenze episcopali che hanno già una certa autonomia?

mic ha detto...

er,
Chiesa cattolica = universale
Il potere delle chiavi appartiene al Papa e implica giurisdizione universale, che non è continentale, né nazionale (Conferenze episcopali), né diocesana (vescovi). I vescovi in comunione con lui la esercitano, limitatamente alla loro giurisdizione locale, sulla base dei principi generali uguali per tutti e non discrezionali a seconda delle culture o delle contingenze...
Altrimenti avremmo Chiese autocefale e andrebbero a catafascio sia la Catholica che il primato petrino.

Le "soluzioni a livello continentale per alcuni temi" sono il cavallo di troia per altro...

Baronio ha detto...

@ Mic

Attenta mIc: tu citi la dottrina cattolica del Vaticano I. Ricordati che costoro hanno in mente la dottrina sulla collegialità enunciata dalla Lumen Gentium, che stiracchiano a lor comodo per far sì che il soggetto del Magistero sia in pratica il solo collegio episcopale, il quale assorbirebbe l'autorità universale del Papa e quella diocesana dei Vescovi.

Il Papa, come insegnano negli Atenei romani e nei vari Istituti di Scienze (!) Religiose, sarebbe soggetto del Magistero in quanto capo del Collegio dei Vescovi, e i Vescovi a loro volta in quanto membri del Collegio stesso. Una distorsione che spersonalizza in chiave assemblearista - tipica di tutti i movimenti rivoluzionari moderni - la responsabilità individuale dei singoli ed il munus proprio del Papa e dei singoli Vescovi, rendendo ovviamente manovrabile l'attività dell'assemblea grazie alle commissioni. Il Concilio ne ha creato le basi, le Conferenze Episcopali hanno sviluppato ulteriormente questa deriva parlamentare e il Sinodo attuale ha dimostrato sin dove si possa arrivare. E dove non arrivano le manovre occulte, le interferenze mediatiche e i diktat dei modernisti, ecco il deus ex sancta Martha che cambia in itinere le norme per addomesticarle agli scopi della propria fazione. Perché di fazione si tratta: non prendiamoci in giro. Alla faccia della parresia.

Baronio ha detto...

Soluzioni a livello continentale che ricordano i gruppi linguistici del Concilio e i circuli del Sinodo... Della serie: se questi Vescovi africani ci tengono tanto a tenersi la loro indissolubilità e le altre fesserie oscurantiste che lo facciano a livello continentale; ma noi tedeschi, olandesi ecc. siamo gente aperta - come piace a Bergoglio - e andiamo avanti per la nostra strada.

La spocchia di Kasper & C. ha l'amaro retrogusto della sua omologa Merkel in ambito europeo. L'eretico porporato si crede depositario di un'autorità che, sin da Lutero, è negata a Roma solo per rivendicarla a se stessi. Da quando poi c'è Francesco le cose si sono fatte più semplici. E come osservava giustamente mic, tra la tesi di Burke e l'antitesi di Kasper si giungerà alla sintesi di Bergoglio, capolavoro rivoluzionario paludato da gesto di misericordia.

Tutta roba già vista.

er ha detto...

mic,
ho ben presente quanto scrive, grazie comunque.
Penso che dobbiamo essere sì saldi e vigili, ma non dobbiamo agitarci ad ogni "stormir di fronde".

irina ha detto...

La soluzione unica è tornare a Cristo.
Il resto è fumo.
Le loro Eminenze stanno mostrando a se stesse e al mondo intero la diversità abissale tra la Parola di Dio Creatrice e la parola dell'uomo, allontanatosi da Dio Padre, Figlio e Spirito Santo,portatrice di distruzione, rovina e morte.
L'imbarbarimento delle guide mette a sacco e fuoco le anime dei popoli lasciandosi alle spalle anime bruciate.
Questo strazio a cui stiamo assistendo è però lezione grande, impareggiabile, sui vizi capitali che le loro Eminenze stanno incarnando così egregiamente dando ad ogni catechista un ricco repertorio, a cui attingere,di esempi attuali, al passo sì con i tempi.

Luisa ha detto...

Come spesso, molto istruttiva la carrellata on line del mattino,
Vorrei dire: sono impazziti o non sono cattolici che parlano, ma non sono pazzi, sono cattolici che stanno impegnandosi in ranghi serrati per far passare la comunione si divorziati sposati, ognuno dà il suo contributo, Tornielli è in prima linea, e sapendo che è il portavoce di Bergoglio i suoi articoli sono particolarmente "istruttivi".
Tornielli, come altri, sfrutta la storia del bambino che il giorno della sua prima comunione ha spezzato l`Ostia in tre per portarla ai suoi genitori entrambi divorziati e risposati, innanzitutto "complimenti" a chi ha peparato quel bambino, a chi gli ha insegnato, o avrebbe douto farlo, Chi è realemte presente in quell`Ostia consacarata e poi, non viene in mente a nessuno che quel gesto possa essere stato pilotato come per caso proprio quando c`è il Sinodo?

Tornielli che con pathos non esita a dire che:

""È così, là dove non sono arrivati i canoni, le leggi ecclesiastiche, le controversie dottrinali, è arrivato un semplice desiderio. Il desiderio di un figlio: il suo gesto spontaneo che dà carne e sangue alla parola «comunione»."

Ma non basta, nella sua "crociata", nel suo mandato che sta svolgendo con grande zelo, Tornielli intervista p. Cavalcoli che afferma cha la Comunione ai divorziati risposati non è una questione di dottrina ma di disciplina, secondo lui:

" l'eventuale ammissione a determinate condizioni e in determinati casi dei divorziati risposati ai sacramenti non tocca la dottrina né la sostanza del matrimonio e dell'eucaristia."

Leggete non solo le risposte di Cavalcoli ma le aste che gli ha teso Tornielli con le sue domande, questa non è male:

Leggendo alcune affermazioni anche in relazione al dibattito sinodale, si ha l'idea che la Tradizione venga quasi ipostatizzata e fissata come fosse un testo immutabile, sulla base del quale ci si arroga poi il diritto di giudicare tutti, compreso il Papa, facendogli l'esame di «cattolicità». Può spiegarci che cos'è la Tradizione?
 
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43987/

http://ilsismografo.blogspot.ch/2015/10/vaticano-l-ostia-spezzata-dal-bimbo-in.html

Ci stanno preparando a ciò che è già deciso, continuo a domandarmi a che cosa serve questo Sinodo, ma stiamo tranquilli e sereni, secondo un suo amico:
"le ostilità o le incomprensioni, persino i veleni che si trascinano al Sinodo, hanno un effetto benefico sul Bergoglio che osserva il braccio di ferro in atto con una buona dose di contentezza !

Josh ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Poi che significa commissione regionale continentale? Che differenza avrebbe rispetto alle conferenze episcopali che hanno già una certa autonomia?
Ecco messi i puntini sulle "i". Le conferenze episcopali,se non verranno fatte rientrare nei ranghi della loro funzione originaria, ovvero di natura MERAMENTE ED ESCLUSIVAMENTE CONSULTIVA (organi non permanenti, che si riuniscono solo in casi particolari, su richiesta di vescovi e per il solo ed unico scopo di fornire CONSIGLI NON VINCOLANTI, su specifiche situazioni), non si andrà mai da nessuna parte. Ma lo sapete, secondo il mio parroco di allora, quale era la colpa di MONS. LEFEBVRE? Mica di aver consacrato vescovi senza il mandato romano, ma di averlo fatto in spregio delle attuali procedure che prevedono la deliberazione in materia della Conferenza Episcopale.

Josh ha detto...

cito e commento sotto:
_"ma stiamo tranquilli e sereni, secondo un suo amico:
"le ostilità o le incomprensioni, persino i veleni che si trascinano al Sinodo, hanno un effetto benefico sul Bergoglio che osserva il braccio di ferro in atto con una buona dose di contentezza ! "

sarà contento che in Chiesa rimarranno solo i suoi "divorziati risposati" e qualche semplicione che si beve ogni cosa.

_" l'eventuale ammissione a determinate condizioni e in determinati casi dei divorziati risposati ai sacramenti non tocca la dottrina né la sostanza del matrimonio e dell'eucaristia."

tocca invece proprio la dottrina (perchè si dà il "premio" eucaristico, che già è fuorviante, a chi vive in peccato mortale, perchè se la loro condizione fosse tale da poter ricevere l'eucarestia sarebbe perchè il primo matrimonio era nullo o ora nel 2ndo vivono in perfetta castità, ma quello poi non si potrà chiedere perchè s'è già detto che la chiesa non è fatta di soloni investigativi, non di formalisti, e poi "quando c'è l'ammmore" perchè l'ammmore supera la dottrina e annulla i Comandamenti etc), e la sostanza del matrimonio (è evidente, ed è già stata distrutta l'indissolubilità) e l'eucarestia (evidente, si può ricevere nche in peccato mortale)

Josh ha detto...

e invece, schematicamente:
Si può offrire la SS. Eucarestia a chi persevera nel peccato mortale?

risponde S. Paolo:

1Corinzi 10,21

non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni.

Anonimo ha detto...

mic
hai visto l'intervista a padre Cavalcoli??
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43987/

laura

mic ha detto...

Attenta mIc: tu citi la dottrina cattolica del Vaticano I. Ricordati che costoro hanno in mente la dottrina sulla collegialità enunciata dalla Lumen Gentium, che stiracchiano a lor comodo per far sì che il soggetto del Magistero sia in pratica il solo collegio episcopale, il quale assorbirebbe l'autorità universale del Papa e quella diocesana dei Vescovi.


Ne sono consapevole, ma stavo chiudendo una giornata pesante. Ho detto l'essenziale. Le mie riflessioni sulla questione sono diverse. Le più condensate sono qui:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/06/che-ne-del-primato-di-pietro.html

In ogni caso le Conferenze episcopali hanno funzione meramente consultiva, anche se più volte negli ultimi tempi si sta tentando di conferir loro anche quella di governo. Riproduco di seguito un passaggio.

La nuova ecclesiologia conciliare sancita da Lumen Gentium si armonizza con la “Pastor æternus” circa la giurisdizione universale del Romano Pontefice (n.18), però azzarda un avventuroso allargamento di questa mediante la dottrina della collegialità vescovile come organo di governo accanto e analogo a quello del Sommo Pontefice (nn.19, 22). Nonostante la “Nota esplicativa previa”, mons. Gherardini osserva che « dottrina della Chiesa è quanto la sua Tradizione, dagli Apostoli sino ad oggi, presenta e propone come tale: la collegialità non ne fa parte ».

mic ha detto...

mic
hai visto l'intervista a padre Cavalcoli??


No. Non l'ho vista. Ne ha parlato più su Luisa e tanto mi basta. Conosco i sofismi di padre Cavalcoli e non ho intenzione di perdermi dietro ogni virgola di questa confusa e movimentata situazione.

Anonimo ha detto...

Ormai dovremmo aver raggiunto il fondo. Quand'è che potremo cominciare a risalire?

Nicola L. ha detto...

Meraviglioso! Un cattolicesimo a macchia di leopardo: bianco qui e scuro là. Variegato. Coool. Trendy. O, in poche parole, ciò che preconizzava Buonaiuti: un cioccolatino ripieno. Fuori un sottilissimo guscio di cioccolato cattolico, dentro un'ottima crema protestante al Grand Marnier. E a chi non piacciono i cioccolatini ripieni?

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=NaEExxzJxMY#t=192

Intervista con il Vescovo Mihai Cătălin Frăţilă
Eparca di San Basilio Magno di Bucarest dei Romeni

Finalmente 2 parole chiare e schiette ha detto...

http://www.radiospada.org/2015/10/linsostenibile-leggerezza-del-sinodo/

Anonimo ha detto...

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-se-passasse-la-dottrina-kasper-sulleucarestia-ai-divorziati-bisognerebbe-cambiare-il-vangelo--14119.htm

RR ha detto...

LA storia del bambino è l'ennesimo "false flag", o detto più semplicemente, l'ennesima bufala con bambini che ci affligge dai tempi del divorzio. Il caso "pietoso" inesistente creato e raccontato ad arte. Prima a far ciò erano altri, non nominabili, ora lo fanno i gerachi della Chiesa cattolica. Penoso!
Meno male che sempre più gente, grazie a Dio, non ci crede più ai casi pietosi.
(ma quanti di voi conoscono divorziati risposati con bambini così zelanti alla I comunione ? Perchè quelli che conosco io, non passano in chiesa da decenni. E non hanno bambini piccoli. Sarà che in Italia si aspetta a divorziare e risposare che i figli siano grandicelli...
RR

Anonimo ha detto...

Scusate ma quando durante la Messa di Prima Comunione, essendo l'Eucaristia data sotto le due specie e quindi PER FORZA DI COSE in bocca, come è possibile che il fantomatico bambino la possa maneggiare e addirittura spezzare per darla al padre? Qualcosa non quadra! Io penso piuttosto si tratti ad una falsa, strumentale e ingannevole testimonianza del Padre sinodale/Vescovo che ha avuto l'ardire di pronunciarla! A pensar male si fa peccato(per modo di dire) ma spesso ci s'azzecca! Che degrado allucinante, mamma mia!

Anonimo ha detto...

Sorvolerei con eleganza la patetica storiella, falsa come Giuda, del bambino, salterei a piè pari sul fatto che la comunione la danno a chiunque si presenti colle mani a coppa e che taluni l'ostia se la mettono in tasca o in borsetta, che non si sa se queste persone potrebbero o meno riceverla degnamente, ergo, distribuzione di caramelle tonde, niente più; ieri sera ascoltavo per caso un notiziario con Liguori e c'era Di Giacomo ospite e parlavano della famosa lettera, ebbene dopo prudenti paragoni coi vatileaks, il suddetto sac. almeno credo sia ancora tale, se n'è uscito con una frase molto eloquente e cioè che i complotti e le lotte di potere sono sempre stati il pane quotidiano della CC, ma che adesso, la curia e gli italiani non contano più niente, anzi è tutta Roma che non conta più niente, per questo ci sono furibonde lotte intestine, per non perdere il potere italico in Vaticano, ora secondo lui valgono le diocesi , le parrocchie, sempre di più quelle sperdute nell'orizzonte infinito delle periferie, le realtà locali, insomma in fin dei conti, il papa non conta più nulla ed alla fine non serve, ognun per sé e Dio per tutti, perché la 'pastorale' lo richiede e i fedeli vogliono fare di testa loro, visto che i preti sono succubi dei consigli parrocchiali e non dite che non è così, io giro continuamente chiese e sono una peggio dell'altra, ognuno si fa le sue leggi e i suoi rituali, liturgici e non. Altra notizia, e qui chiudo, M.me Pigozzi pare sia in predicato di diventare prossimo ambasciatore della Francia presso il Vaticano, dato che il vdr non vuole quello gay sponsorizzato da Hollande, quindi.......altro che Beautiful, qui le puntate sono sempre di più, sempre più imprevedibili, che triste commiato da quello che fu per secoli il fulcro ed il centro della Cristianità con a capo il successore dell'apostolo scelto da Gesù a capo della Sua chiesa, ora mi pare un'azienda globalizzata in cerca di partners per scopi commerciali. Lupus et Agnus

Catholicus SSM ha detto...

Concordo pienamente con Irina e Luisa, ed anche con RR: a quanti trucchi non esitano a ricorrere questi imbonitori del gregge ormai allo sbando; ma lo fecero anche per far passare le leggi sul divorzio e sull'aborto. Niente di nuovo, quindi, peccato solo che voi sprechiate ancora tempo per leggere Tornielli, io l'ho cancellato persino dalla mia memoria, e così ho fatto anche per Livio Fanzaga: non hanno più niente da dirmi, mi fanno solo perdere tempo; siamo noi che dobbiamo insegnare loro il viver del vero cristiano e dobbiamo esserne fieri (ci si gloria solo in Cristo, infatti), dirglielo in faccia, a questi signori; poi, ognuno per la sia strada, e Dio per tutti.

mic ha detto...

Niente di nuovo, quindi, peccato solo che voi sprechiate ancora tempo per leggere Tornielli

C'è chi legge per documentarsi e chi lo fa per mettere in guardia gli altri dalle menzogne e dagli inganni troppo spesso subdolamente ammanniti.

ilfocohadaardere ha detto...

Questo vi piace? A me si, tanto!(non vi si cita il Concilio Vaticano II, ma solo Paolo VI----per me merita un post "in prima" con foto, Mic, che dice?!):

"NON E' CONCESSO DISTRUGGERE LE FONDAMENTA. INTERVENTO DEL VESCOVO DEL KAZAKISTAN TOMASH PETA
Intervento di tre minuti dell'arcivescovo Tomash Peta di Astana (Kazakistan) al Sinodo.
Nel 1972 il beato Paolo VI disse "da qualche fessura il fumo di Satana è entrato nel Tempio di Dio". Credo che quelle parole dell'autore della Humanae Vitae fossero profetiche. Durante il Sinodo dello scorso anno "il fumo di Satana" cercava di entrare nell'aula Paolo VI.
Specificatamente (mediante):
1) la proposta di ammettere alla Santa Comunione i divorziati, risposati civilmente,
2) l'affermazione che la convivenza sia una unione che contiene in sé stessa dei valori,
3) la pretesa che l'omosessualità sia qualcosa di presumibilmente normale.
Alcuni padri sinodale hanno frainteso l'appello di Papa Francesco ad aprirsi alla discussione con franchezza ed hanno cominciato a proporre idee che contraddicono la tradizione bi-millenaria della Chiesa, scaturita dalla Parola Eterna di Dio. Sfortunatamente, ancora quest'anno si percepisce l'odore del "fumo infernale" in alcuni punti dell'Instrumentum Laboris ed anche negli interventi di alcuni padri sinodali. Per quanto mi riguarda, lo specifico obiettivo di un Sinodo consiste nel confermare l'indicazione del Vangelo, dell'insegnamento del nostro Salvatore, sul matrimonio e sulla famiglia. Non è concesso distruggere le fondamenta - distruggere la "pietra".
Lo Spirito Santo, sempre vittorioso nella Chiesa, illumini tutti noi nella ricerca del bene delle famiglie e del mondo.
Maria, Madre della Chiesa, prega per noi.
(dal sito Church Militant)


Anonimo ha detto...

"Inoltre, la riflessione si è concentrata attorno ad un unico nucleo tematico - quello della comunione ai divorziati risposati civilmente - con il rischio di fagocitare tutti gli altri. La divisione in due fasi straordinaria e ordinaria è pure stata una assoluta novità metodologica densa di conseguenze. Il Sinodo straordinario non aveva una funzione deliberativa, però ha votato un documento che ha senz'altro influito sul Sinodo ordinario. La lunghezza della fase sinodale ha dato spazio a molteplici esternazioni che hanno creato un clima confuso e la decisione di non rendere pubblici gli interventi dei Padri, diversamente dal passato, ha alimentato la possibilità di ricostruzioni non sempre precise. Ora si aggiunge l'incertezza su cosa si dovrà votare e sulla composizione della segreteria che scriverà la relazione finale, incertezze però rafforzate dalle precedenti incertezze metodologiche."
Stefano Fontana

Anonimo ha detto...

Per chi chiedeva su padre Cavalcoli:
....
Il primo errore

Il primo errore riguarda l’affermazione secondo cui la comunione ai divorziati riguarderebbe la disciplina e non la sostanza della dottrina dei sacramenti. Come si faccia a dire una cosa del genere non lo so. So solo che in questo caso la logica salta. Mi spiego. Che ci sia una differenza tra la dottrina dei sacramenti e la disciplina degli stessi è vero, che la prima sia intoccabile mentre la seconda sì, è altrettanto vero; ma che per la comunione ai divorziati si tratti solo di una questione disciplinare è una grande sciocchezza sul piano logico. Faccio un esempio (peraltro citato dallo stesso padre Cavalcoli nell’intervista) la decisione di san Pio X di abbassare l’età per ricevere la Prima Comunione e la permissione di riceverla più frequentemente fu sì un cambiamento disciplinare ma che non toccava la sostanza della dottrina. Lo sarebbe stato se si fosse detto: possono accostarsi all’Eucaristia anche coloro che si trovassero in stato di peccato grave. Ecco dunque un semplice ma chiaro problema (fa riflettere il fatto che lo si debba dire ad un professore di teologia della levatura di padre Cavalcoli): i cambiamenti disciplinari possono esserci fatta salva la sostanza. Padre Cavalcoli pone male il problema dicendo che ogni cambiamento disciplinare, perché non di sostanza, avrebbe sempre una sua legittimità. La questione deve invece essere precisata in questo modo: un cambiamento disciplinare non è più tale quando muta la sostanza, se muta la sostanza non è più “disciplinare” ma “sostanziale”. (segue)

Anonimo ha detto...

Il secondo errore

Padre Cavalcoli afferma che esiste il peccato ma non esisterebbero le “condizioni di peccato”, perché il peccato è sempre un atto della volontà. Egli dice nell’intervista: «Non esistono “condizioni peccaminose”, perché il peccato è un atto, non è una condizione, né è uno stato permanente. L’atto del peccato può essere prolungato nel tempo, come può avere per sua essenza una durata temporale (per esempio un furto in una banca); ma, trattandosi di un atto della volontà, può essere interrotto in qualunque istante e comunque cessa entro un certo lasso di tempo, una volta che l’atto è compiuto. Quello che è permanente in noi per tutta la vita, anche nei migliori, è la tendenza a peccare, conseguenza del peccato originale…” Siamo all’assurdo. Convivere non è un atto di volontà? Due sono le cose: o la convivenza e il concubinato sono legittimi oppure no. Se si ritengono legittimi, cambia la dottrina. Se si ritengono illegittimi e si afferma che essi non costituiscono condizioni peccaminose allora salta la logica…e anche in questo caso la dottrina. Padre Cavalcoli fa l’esempio del furto e dice che esso può essere interrotto… e la convivenza? Non può anch’essa essere interrotta? Lo so che a riguardo si dice: ma ci sono delle convivenze che ormai non possono più interrompersi perché consolidate nel tempo e con figli da crescere ed educare… Ma bisogna rispondere: anche queste convivenze devono essere interrotte. Padre Cavalcoli dovrebbe ben conoscere che in tal caso l’interruzione non riguarderebbe la forma ma la sostanza, prendendo tutte le precauzioni del caso. I due conviventi dovrebbero vivere non più come marito e moglie (perché non lo sono), ma semplicemente collaborando all’educazione dei figli. La “Familiaris Consortio” al n.84 è chiara: “La Chiesa ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell’unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall’Eucaristia. (…). La riconciliazione nel sacramento della penitenza – che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico – può essere accordata solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l’indissolubilità del matrimonio. Ciò comporta, in concreto, che quando l’uomo e la donna, per seri motivi – quali, ad esempio, l’educazione dei figli – non possono soddisfare l’obbligo della separazione, «assumono l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi» (Giovanni Paolo PP. II, Omelia per la chiusura del VI Sinodo dei Vescovi, 7 [25 Ottobre 1980]: AAS 72 [1980] 1082).”

“Educazione”, ecco un’altra questione che in questi giorni si dimentica nel dibattito teologico. Ma è possibile che nessuno pensa ai figli? Si dice: due divorziati che sono risposati hanno comunque l’obbligo di educare i propri figli… giusto. Ma, appunto, educarli! In questo caso l’educazione imporrebbe il far riconoscere visibilmente ai figli (vivendo non come marito e moglie) lo sbaglio fatto affinché anche i figli non lo ripetano nella loro vita. Ma questo –diciamocelo francamente- non lo si dice perché tutto sommato non ci si crede più.

Inoltre c’è un’altra questione, quella che la convivenza va a ledere inevitablmente l’indissolubilità. Ma padre Cavalcoli crede o non crede che vita natural-durante i due coniugi rimangono uniti sacramentalmente in Dio? Se è così, anche quando non vi è più la possibilità di convivere, per esempio il caso del coniuge abbandonato, questi è tenuto a continuare a sentirsi unito al proprio marito o alla propria moglie pregando per lui. Un’unione che non finisce con la separazione e che è esclusiva, e proprio perché tale non può essere condivisa con altri, pena l’indissolubilità del matrimonio. Questa è la logica.
(segue)

Anonimo ha detto...

Il terzo errore

Ma è proprio sulla logica la questione. E vengo al terzo errore che fa padre Cavalcoli. Ovviamente non poteva non venir fuori l’ipostatizzazione della Tradizione, la Tradizione che dai tradizionalisti viene intesa come una sorta di libro, il fatto che non si riconosca ad essa una dimensione “vivente” e via discorrendo… Ora, premettendo che (è bene ripeterlo altrimenti padre Cavalcoli pensa che noi “tradizionalisti” –definizione che a me non piace- siamo impreparati) che Tradizione e Scrittura sono fonti “remote” della Rivelazione, mentre il Magistero ne è fonte prossima… premettendo questo, va detto che padre Cavalcoli quando parla del rapporto tra Tradizione e Magistero si dimentica due importanti cose che mi limito solo a citare perché necessiterebbero di molto più tempo. Primo, che il Magistero non può nella storia entrare in contraddizione (ipotesi tutt’altro che impossibile, infatti è contemplata teologicamente tant’è che ne parlava già San Vincenzo da Lerino). Secondo: quella della possibile fallibilità del papa. Nel primo caso, la palese contraddizione implicherebbe che si segua ciò che è stato insegnato prima non ciò che viene affermato dopo; nel secondo caso, va ricordato che l’infallibilità del Papa non è infallibilismo. (di Corrado Gnerre)

Anonimo ha detto...

Mah. A me pare che la boiata sacrilega dal bambino, probabile bufala sesquipedale (ma neanche tanto: da come ho visto celebrare certe Messe di Prima Comunione, con le zampine protese e tutto quanto, non si può nemmeno escludere...), sia un pietoso tentativo di osare l'inosabile, l'ultimo rantolo dei criptoprotestanti che forse si stanno accorgendo di essere in minoranza (spero). Siamo alla soap opera.
La figura di emme della segreeteria del sinodo e dei vari padri Lombardi e donabbondi vari dovrebbe indurre i padri sinodali autentici (e cattolici) a rilasciare interviste a raffica fuori e a piantare un casino apocalittico dentro.
Dimenticavo: su Avvenire, nel vergognoso articolo scritto per strombazzare questo orrore (mi pare definizione appropriata) c'è il nome del genio che ha tirato fuori la storia: don Roberto Rosa di Trieste. Se fosse stato milanese sarei andata personalmente a dirgliene quattro (come mi è già capitato di fare con qualche prete poco attento, e per molto ma molto meno; e a qualcosa, a volte, è servito).
humilitas

Anonimo ha detto...

L'EUCARESTIA NON E' UNA COSA. E' UNA PERSONA
“l’Eucaristia non è una cosa, ma una persona”, proseguendo con il monito di San Paolo a “non mangiare la propria condanna”. Per poter ricevere l’Eucaristia è necessario avere la coscienza pulita. Per avere la coscienza pulita occorre avere ricevuto il perdono. Per ricevere il perdono, bisogna essere disposti ad accoglierlo. Si è disposti ad accoglierlo se si vuole convertirsi, guarire dal peccato. Allora: “Se ho un motivo per non guarire, non posso godere dell’efficacia della misericordia di Dio. Ovvero: non accetto di essere perdonato, perché preferisco restare nella mia situazione”. Qui ha detto il card. De Paolis: “Ammettere ai sacramenti senza un rinnovamento interiore significa che tali sacramenti non sono cristiani. Si riducono a riti esterni che non valgono nulla”.
(card. Velasio de Paolis)

Luisa ha detto...

Catholicus, se leggo ancora Tornielli è, come ho detto, perchè è portavoce di Bergoglio, perchè la sua solerzia nel far passare il messaggio aperturista di Bergoglio e alii, attraverso interviste, commenti e analisi "personali", ci informa e ci dà modo, anche se non serve a niente, di mostrare in quali manovre si stanno illustrando coloro che, a mio avviso, e spero di sbaglirmi, usciranno "vincitori" da questo Sinodo.

PS: comperato Match, mia prima reazione: vedere un papa prendere la posa per fare la copertina di quel giornale come una delle tante star e starlettes che lo hanno preceduto e verranno dopo, mi dà il voltastomaco.
Compito a domicilio questo pomeriggio, con una tazza di camomilla a lato.

er ha detto...


Socci ECCO LA BAMBINA (VERA) CHE IL SINODO DOVREBBE INDICARE COME ESEMPIO
it.aleteia.org/2015/06/10/una-grande-testimonianza-sulleucaristia/

tralcio ha detto...

Sono cattolico. Non per merito mio. Ho ricevuto quel che sono.
Ho una fede cristiana cattolica. Non è tutta mia.
Se una parte di fede la ammetto razionalmente (ho fatto le mie valutazioni sulla proposta e ho pensato "bene" farla mia e fondarvi il mio modo di vivere) posso dire che c'è una fede "cerebrale" che dipende da me: tuttavia è chiaro che la fede teologale è dono di Dio, ricevuta da Lui, faccenda di "cuore", cioè di intelletto.
Non so quanti cattolici oggi possano distinguere intelletto e mente/ragione.
Non so quanti possiamo considerare il cuore non una pompa emodinamica, ma il luogo in cui lo Spirito santo prende casa nella creatura umana. Distinto dal cervello, che elabora pensieri a partire da un sapere mondano e sensibile. E tuttavia altrettanto (potenzialmente) esperienziale, nel determinare un sapere/sapienza che viene da Dio, dal trascendente.
Non so perciò quanti non si siano ormai assuefatti a ridurre lo Spirito santo (che è Dio) alla "spiritualità" che è propria dell'umano per poi -ancora- ridurre lo spirito dell'uomo alla sua anima, e infine risolvere l'anima nella mente... facendo scadere tutto il fatto religioso in sentimentalismo e psicologia.
E' evidente che questa religiosità semplificata è scaduta in una gestione della vita presente, fatta di devozioni talora scaramantiche/superstiziose o in una filantropia attivistica, volta a consolare un nostro bisogno psicologico o gli ideali (le idde) dietro le quali si sono dispersi superbamente i pensieri del nostro cuore.
Il cuore cioè non è più "puro": non si tratta di qualche moralistico astenersi dalle zozzerie, bensì dal ritenere di troppo persino le buone intenzioni, la fame di mondo, il bisogno che gli altri ci accettino e parlino bene di noi. Pensiamo al vangelo di oggi e alla gerarchia ecclesiastica odierna.
Solo i puri di cuore possono vedere Dio: cioè solo chi ha fatto spazio nel proprio cuore allo Spirito santo, purificandolo dall'ottenebramento che sale dal mondo (buone intenzioni incluse) può avere un intelletto che dà la luce di Dio (non i lumi del mondo) alle cose.
E' un'operazione complicatissima, anche per chi biasima le derive della Chiesa postconciliare, ma inquina e ottenebra la mente di tanta tristezza e qualche rancore, senza riuscire a bearsi della presenza del Signore, unendosi aLui come vittima, come giustizia che non passa dalle mie opere, ma è grazia di Dio.
Per questo oggi la Chiesa è fuori strada: considera la Presenza Reale nel sacramento una "cosa", non una Persona. Considera l'amore un sentimento, non una Persona. Considera il peccato una cosa non tanto grave, coperta dalla misericordia di un Dio che-pensa (un'idea) e non che-E' (Persona).
In fondo è l'uomo a contare, la sola persona in scena. Il resto sono idee. Parole, parole, parole. Anche la Parola. Infatti non si crede che sia Verbo fatto carne. E' un'idea. Perciò i pensieri del cuore, sono tutti "terra". il Cielo è lontano. L'uomo non è più -potenzialmente- tempio dello Spirito santo, luogo sacro. Di sacro non c'è più nulla. Tutto è mondo, l'evangelii gaudium e un mondo gaio che celebra se stesso...
Perciò restare cattolico per me non significa essere uno scriba/fariseo, ma considerarmi un malato di sclerocardia, curabile facendo la Volontà di Dio, che spesso non è la mia, ma che posso scegliere di accettare, unendo la mia alla Sua. Il diavolo ha un motto per l'uomo: sia fatta la tua volontà. Le parole sono le stesse, il verso, l'orientamento è ribaltato. Purtroppo non è come nei calcoli umani: Invertendo l'ordine dei fattori, il prodotto cambia.

mic ha detto...

Grazie ancora una volta,tralcio!
Aggiungo velocemente.
Chi insegna più la distinzione tra anima e spirito?
1. L'anima, l'elemento vitale che abbiamo in comune con gli animali, sede delle passioni (come l'ira, ad es.), delle emozioni (paura), sentimenti (affetto)
2. Lo spirito: intelletto, memoria, volontà.

Finché non riusciamo a mettere a nudo la nostra anima davanti a Dio e ricevere da lui la grazia di cui ogni volta abbiamo bisogno, vano è ogni nostro sforzo anche se mosso da buone intenzioni, perché se esse non coincidono con la volontà di Dio e quindi non ne ricevono la fecondità soprannaturale, terra sono e terra restano, col rischio di alimentare l'orgoglio.
Purtroppo, ciò che stiamo vedendo prevalere è il sentimentalismo, invece della retta ragione illuminata da un intelletto vigile accesa da un cuore aperto e dunque in ascolto e libero "luogo' delle scelte profonde e orientata da una volontà aderente al Signore...

mic ha detto...

Dunque è molto importante anche la distinzione che fai tra "fede intellettuale" e "fede teologale", tra l'idea e la realtà, tra la speculazione e l'incarnazione nel Verbo Incarnato, Dio fatto uomo. Ma basta seguire il corso delle tue parole, così come sono scaturite, per coglierne il succo e il 'sapore' e lo sprone della Verità.
Peccato che, al solito, passo di corsa. Ci sarebbe da trarne molte perle.

Anonimo ha detto...

Grazie Tralcio per questa autentica perla.
"Il diavolo ha un motto per l'uomo: sia fatta la tua volontà. Le parole sono le stesse, il verso, l'orientamento è ribaltato. Purtroppo non è come nei calcoli umani: Invertendo l'ordine dei fattori, il prodotto cambia."
Da imparare a memoria e citare spesso, opportune et importune...
humilitas

Catholicus SSM ha detto...

@ Luisa e Mic: scusate, non era un rimprovero il mio; volevo solo dire che, data la mia età alquanto avanzata (prossima ai settanta) non intendo più sprecar tempo ad ascoltare Fanzaga, a leggere Tornielli e così per tutti i modernisti pari loro, ma concordo comunque che corre l'obbligo di mettere sull'avviso quanti potrebbero essere ingannati da quanto essi vanno dicendo e scrivendo. "Se il tempo della prova non fosse abbreviato..." si legge infatti nella Sacra Scrittura, tutti sarebbero ingannati, quindi anche noi che stiamo costantemente all'erta. La battaglia finale incombe, come scrive Padre Paul Kramer, prepariamoci quindi, sarà dura, ma fidiamo nell'aiuto della Divina Provvidenza, che non abbandona mai chi confida in Lei.