Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 5 ottobre 2017

Pellegrinaggio “della Tradizione” ad Aquileia

Sabato 23 settembre fedeli di tutto il Triveneto si sono recati in pellegrinaggio ad Aquileia, il primo “pellegrinaggio della Tradizione Cattolica” promosso dalla Compagnia di Sant’Antonio con la collaborazione della Società Internazionale Tommaso d’Aquino sez. FVG, del Circolo Culturale Cornelio Fabro di Udine e realizzato soprattutto grazie al coraggio e all’amore per la nostra fede che anima ancora molti sacerdoti della regione.

Il pellegrinaggio è partito dalla città di Cervignano del Friuli, percorrendo le sue strade con labari e stendardi e proseguendo poi lungo la via Julia Augusta e la Via Sacra per arrivare alla Balistica intitolata a Santa Maria Assunta, in Aquileia.

I pellegrini hanno percorso i sette chilometri a piedi condotti con soave forza e sicurezza da Don Michele Tomasin, parroco di Mariano del Friuli, che ha instancabilmente intonato canti, preghiere ed invitato al rosario. 

E’ stato bello vedere molti fermarsi al nostro passaggio e farsi il segno della Croce, ciclisti che si sono uniti ai bei canti mariani e chi, come una signora sudamericana che nulla sapeva dell’evento, che ha lasciato i suoi impegni per partecipare alla processione e alla S. Messa.

Al termine del cammino i pellegrini sono entrati in battistero, dove ci attendevano altri amici arrivati anche da Parma, Brescia, Verona, Vicenza oltreché da molti paesi del Friuli. La loro presenza ci ha dato fiducia e fatto capire che l’amore per la Tradizione è ancora forza viva nelle nostre terre.

Qui con Don Michele, Don Rino e Don Samuele abbiamo rinnovato le nostre promesse battesimali e recitando il Simbolo aquileiese.

In un’atmosfera che ci riportava ai tempi in cui la fede cristiana informava e sosteneva la società e la vita di ciascuno, recitando le Litaniae Sanctorum i pellegrini si sono mossi in processione entro la basilica e quindi nella cripta dove sono custodite le reliquie dei santi martiri aquileiesi, Ermagora e Fortunato, Ilario e Taziano, Canzio, Canziano e Canzianilla ed altri campioni della fede, venerati col canto dell’inno Sanctorum meritis, l’incensazione e le orazioni prescritte in Expositione Ss. Reliquiarum.

Alle 1130, alla presenza di più di cento fedeli, la Santa Messa cantata celebrata in Rito Romano Antico da Don Michele secondo il formulario della Messa votiva del Cuore Immacolato di Maria, con la commemorazione del sabato delle quattro Tempora di settembre all’altare della navata centrale è stato il momento culminante di questa giornata di penitenza e preghiera. Il servizio liturgico come anche i canti sono stati eseguiti dagli amici che normalmente animano e servono la liturgia antica nelle chiese di Venezia, Pordenone, Udine e Trieste. Si sono in questo modo unite le forze della Tradizione di Veneto e Friuli-Venezia Giulia per rendere culto al Signore.

Nel pomeriggio la giornata è proseguita con un momento di formazione cattolica nella Sala Romana, gentilmente concessa dalla parrocchia di Aquileia e si è conclusa con una supplica alla Madonna di Fatima, nel centenario delle Sue apparizioni ai tre pastorelli, affinché ci dia la grazia di farci strumento del trionfo del Suo Cuore Immacolato.

Don Samuele Cecotti, della Diocesi di Trieste, ispirandosi al classico “L’anima di ogni apostolato” dell’Abate di Set-Fons  dom Chautard, ha parlato del rapporto inscindibile tra la vita attiva e la vita contemplativa, della necessità della vita interiore per poter condurre una vita di apostolato sottolineando l’importanza di una costante formazione cattolica. Don Samuele ha pure brevemente parlato della preziosità degli Esercizi spirituali ignaziani.

Il professor Giovanni Turco dell’Università di Udine, ci ha ricordato cosa significhi essere dei pellegrini in questo mondo e della vita cristiana come pellegrinaggio a Dio. Ci ha, inoltre, mostrato come i frutti velenosi della rivoluzione francese ci abbiano condotto verso una società, quella moderna e ora post-moderna, pervasa di nichilismo e di odio per la Verità.

E’ stata evidenziata l’urgenza di ritornare alla sana dottrina, alla integralità del dogma, per poterci dotare di armi efficaci e sicure in ogni ambito del nostro apostolato.

I due relatori, con i loro interventi chiari e densi di contenuto hanno contribuito a delineare le linee guida, la missione che la Compagnia di Sant’Antonio si è data, che è quella di contribuire alla riconquista delle terre di memoria marciana alla Tradizione cattolica.
Antonio Falcomer - Compagnia di Sant’Antonio

6 commenti:

irina ha detto...

Grande esempio, che spinge all'emulazione!
Grazie.

Anonimo ha detto...

Curiosamente, in quello che è stato per secoli uno dei fattori di divisione più forti, cioè la convinzione dei protestanti che la salvezza si ottenga "sola fide", mentre per i cattolici la fede deve essere accompagnata dalle opere, il pendolo si è spostato a favore dei secondi. Quasi ovunque, cioè, anche tra i protestanti la maggioranza pensa che la fede e le opere siano entrambe necessarie. L'unica eccezione sono i protestanti norvegesi, tra i quali il "sola fide" prevale col 51 per cento contro il 30.

Va notato però che il luterano "sola fide" trova anche tra i cattolici un buon numero di sostenitori: in Italia e in Germania lo sposano un quarto dei cattolici, mentre nel Regno Unito, in Francia e in Svizzera un terzo.

Quanto alla comunione dei protestanti nelle messe cattoliche – e viceversa dei cattolici nei culti evangelici – l'indagine del Pew Research Center non dice nulla. Ma è risaputo che è un comportamento sempre più diffuso, non certo arginato, anzi, incoraggiato da quanto detto in proposito da papa Francesco o dal cardinale Walter Kasper.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/10/05/trento-e-lutero-per-me-pari-sono-unindagine-choc-su-cattolici-e-protestanti/

Anonimo ha detto...

Il tempo corre. Giusto ieri mi rivedo a leggere i passi di Giovanni della Croce ad un attento e religiosissimo ragazzino dagli occhi azzurri, in quel di Grado (Gorizia). Poi quel ragazzino entra in seminario con altri tre e, nonostante le prevedibili difficoltà che queste strutture creano a chi è tradizionale, diventa prete, un buon prete. D'altra parte alle sue spalle c'era il pievano di Grado, noto per la sua affabilità e per la sua composta ieraticità. Un prete d'altri tempi con tatto e cortesia ma pure con fermezza quando era necessario... Ricordi oramai lontani nel tempo ma che non mi lasceranno mai. Il ragazzino oggi prete è quello che ha celebrato la Messa ad Aquileia.

Anonimo ha detto...

Mentre infuria il turpiloquio e i disfattisti si incontrano come grappoli di pipistrelli per il loro vile godimento, la FSSPX USA tace sapientemente.
Come quella in Germania. Non applicano le categorie della lotta politica parlamentare alla Chiesa. É un vantaggio.
(Andrea Sandri)

Emanuele ha detto...

Io c'ero!!! Da Parma, con moglie e figli (di 9 e 7 anni) al seguito.
E'stato veramente stupendo ed edificante.

Anonimo ha detto...

Grazie per questo post, che oltretutto mi riporta presso la terra natia di mia madre... e mi ricorda che sono passati troppi anni dalla mia ultima visita alla magnifica Aquileia. Urge un ripasso.