Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 2 dicembre 2016

La Congregazione per la Dottrina della Fede risponderà ai 'Dubia' solo se il Papa ne darà il permesso

I 'Dubia' dei 4 Cardinali erano indirizzati anche alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Apprendiamo da Marco Tosatti che Il cardinal Müller glissa su una risposta diretta ma cita e l'insegnamento costante, da non disattendere. Dunque, siamo punto a a capo. La situazione, per ora, è di stallo totale: “Una confusione che non sembra destinata a diminuire, dal momento che conferenze episcopali e singoli vescovi prendono decisioni diametralmente opposte su un tema così importante e delicato”.

Il Prefetto della Congregazione per la fede, il cardinale Gerhard Müller, in un’intervista a Kathpress ha dichiarato che la sua congregazione parla a nome del Pontefice, e emette i suoi giudizi “con l’autorità del Papa”. Quindi, potrebbe rispondere ai quattro cardinali se il Pontefice la autorizzasse. Ma sarebbe inappropriato intervenire in una controversia senza l’approvazione del Pontefice.

I quattro cardinali – Burke, Brandmüller, Caffarra e Meisner – hanno chiesto chiarimenti in cinque punti sull’esortazione apostolica Amoris Laetitia in una lettera indirizzata al Pontefice nel settembre scorso, e di cui secondo la prassi copia è stata inviata anche alla Congregazione per la fede.

Il Papa non ha mai risposto e due mesi più tardi, di conseguenza, i cardinali hanno deciso di rendere pubblici i “Dubia”, alla luce delle interpretazioni divergenti e della confusione che si è manifestata nel mondo cattolico sull’ammissione all’eucarestia dei divorziati che vivono una seconda unione coniugale senza che la prima sia mai stata considerata non valida.

Una confusione che non sembra destinata a diminuire, dal momento che conferenze episcopali e singoli vescovi prendono decisioni diametralmente opposte su un tema così importante e delicato.

Il cardinale Müller ha definito esagerati i reportage su una battaglia interna al Vaticano sull’interpretazione del documento papale, dicendo che riflettono la tendenza dei giornalisti a leggere i fatti di Chiesa in termini di politiche di forza. Allo stesso tempo ha affermato che è importante che i fedeli restino oggettivi e non siano trascinati nella polarizzazione. “In questo momento è importante per ciascuno di noi di restare oggettivi concentrati e di non farsi trascinare nelle polemiche, tanto meno crearne”.

Per quanto riguarda il problema dell’ammissione all’eucarestia dei divorziati risposati, Müller non ha risposto in maniera diretta, ma ha fatto riferimento a una direttiva del 1994  della Congregazione per la Dottrina della Fede, in cui l’allora Prefetto, Joseph Ratzinger , respingeva una proposta avanzata dai vescovi tedeschi di permettere la comunione a queste coppie in alcuni casi.

Il Prefetto della Congregazione per la fede ha detto che Amoris Laetitia dovrebbe essere letta alla luce dei precedenti documenti papali, e che l’indissolubilità del matrimonio dovrebbe essere “l’incrollabile fondamento” di ogni strategia pastorale. Ha aggiunto che il Pontefice con questo documento cercava di aiutare le coppie a “trovare una strada che sia in accordo con la volontà di Dio”.

13 commenti:

Piero Mainardi su Fb ha detto...

I fedeli che non sono sconcertati invece hanno già cessato da tempo di essere cattolici.

Anonimo ha detto...

Verità, non compassione. E' questo che i cardinali chiedono al Papa
Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner, scrivendo a Francesco, hanno fatto ciò che era necessario La fede è minacciata dalle suggestioni moderne. Serve la parola di Pietro

http://www.ilfoglio.it/chiesa/2016/12/02/news/chiesa-amoris-laetitia-sinodo-papa-francesco-giovanni-paolo-ii-cardinali-108950/

Anonimo ha detto...

....
In altri termini, i quattro Cardinali hanno chiesto al Papa di rafforzare i fratelli nella fede sempre più minacciata dalle suggestioni moderne, cui a parere di molti fedeli l’esortazione post-sinodale Amoris laetitia non si è opposta in modo chiaro e fermo. Una famiglia in cui non fosse possibile tale comportamento dei figli verso il padre, sarebbe non famiglia ma piuttosto una collettività costruita sulla base della dialettica hegeliano-marxista servo-padrone, dove il padrone ha paura del servo che a sua volta ha paura del padrone. Di conseguenza, principio della coesistenza sociale non sarebbe l’amore e la libertà, ma il conflitto e la schiavitù. Ho vissuto più di quarant’anni in un paese dialetticamente amministrato e non c’è da meravigliarsi se ne sono allergico. Ciò mi permette di vedere meglio i pericoli micidiali ai quali il mondo occidentale è esposto o, meglio, si espone sponte sua.

La sollecitudine dei quattro cardinali riguarda qualsiasi dubbio possa intaccare il sacramento del matrimonio e la famiglia che in esso prende vita. I potenti della postmodernità, ben sapendo che senza togliere di mezzo quest’ostacolo, cioè la vita sacramentale della Chiesa, non riusciranno mai a impadronirsi del mondo, colpiscono i sacramenti nei quali la Chiesa di Cristo nasce e si sviluppa. Colpiscono perciò il sacramento del matrimonio e la famiglia che in esso nasce, colpiscono gli altri sacramenti a esso organicamente legati, i sacramenti cioè della penitenza e dell’eucaristia. Di conseguenza anche il sacramento del sacerdozio, poiché una volta distrutti quelli il sacerdozio non serve a niente. La cura dei quattro cardinali è lungimirante. Essi difendono l’uomo. Le loro domande, i “dubbi”, sono giustificate e perfettamente articolate. Ne irradia l’amore della Verità che è la Vita e la Via della Chiesa e dell’uomo. Ne irradia l’amore per Cristo. La loro Lettera è atto della testimonianza che la Chiesa deve continuamente dare alla Verità che è Cristo senza deformarla con mezze verità e con riserve troppo umane (“ma”, “però”, “solo che in questo caso” e così via). Tanti uomini sperano che sia dato anche a loro di ricevere la risposta di Pietro. Ci sono tanti che desiderano uscire dall’incertezza della situazione in cui vivono, aiutati però dalla fiamma della verità e non dalla fioca luce della compassione offerta dai pastori. Non li potrà aiutare la parola di alcun altro, soprattutto la parola di un qualche laico (nemmeno se fosse un “esperto” del pensiero del Papa), a liberarsi dai turbamenti morali. Il laico che si provasse a farlo commetterebbe peccato d’arroganza e di vana presuntuosità. Dobbiamo aspettare la parola di Pietro. Solo lui ha ricevuto da Cristo il comando di confermare i fratelli nella fede. Un giorno udremo da lui la parola attesa. La presenza di Pietro nella Chiesa non cesserà mai di essere attuazione delle parole rivolte da Cristo a Pietro prima che Lo tradisse: “E tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32).

Anonimo ha detto...

È un'altra voce molto autorevole, che definirei "vice - papa" (!), che rilancia la palla al papa. Ma lui non la gioca. Io penso che la pressione interna nei confronti del papa stia salendo, a breve salirà anche la pressione esterna, da parte dei laici.
A tal punto è quasi inevitabile che avvenga qualcosa di serio.

PAX

Alice nel Paese... ha detto...

Per Avvenire - che fa orecchie da mercante e dimentica che c'è stata un'esortazione postsinodale che ha oltrepassato i documenti conciliari - è tutto chiaro:

Divorziati risposati. Dubbi e risposte sull'Amoris Laetitia. Il Papa ha già chiarito
Luciano Moia venerdì 2 dicembre 2016
Le cinque questioni sollevate da quattro cardinali sui divorziati risposati sono già risolte dai testi. I documenti sinodali bastano a spiegare i percorsi da seguire

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/i-dubbi-e-le-risposte-il-papa-ha-gi-chiarito

tralcio ha detto...

Piero Mainardi campione di sintesi...

Al capitolo 23 di San Matteo c'è un passaggio interessante:

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!

In effetti, mentre diventa sempre più un problema teologico la "fanta-certezza" del riscaldamento globale con i suoi moscerini, sembrano perdere di peso i cammelli dei sacramenti... I quali non sono esauriti dalla sola misericordia, ma contemplano anche la fedeltà e la giustizia, senza trascurare nemmeno i moscerini!

Se il cardinale Müller ha definito esagerati i reportage su una battaglia interna al Vaticano sull’interpretazione del documento papale, beh, da fedele che resta oggettivo mi sento trascinato eccome nella polarizzazione di chi vorrebbe eliminare dal dibattito fedeltà e giustizia...

A quanto pare chi tutela l'ambiente non ha molto a cuore i cammelli, animali da deserto, poco spendibili nei salotti buoni, dove invece va di moda parlare delle zanzare e molto si discute del moscerino...

Anonimo ha detto...

Non riesco a capire come fà il Card Muller a dire che non vi è in corso una "guerra" in Vaticano.

Anonimo ha detto...

@ Avvenire

Oltre a dire il papa ha già chiarito, l'articolista di Avvenire irride ai 4 cardinali chiamandoli, testualmente: "quattro noti porporati che per ragioni d'età sono ormai liberi da incarichi ufficiali". Capito? Perchè ignora quanti anni ha il cardinal Burke e come è stato estromesso da prefetto della Segnatura Apostolica?
Avvenire è diventato un covo di menzogne.

Anonimo ha detto...

Gerarca
Adorante
L'
Autorità
Non
Teme
Indifferente
Nell'
Onestà

Autorevole
Voce
Vera
Era;
Non
Inno
Regime
Episcopale

Anonimo ha detto...

Be’, a ogni modo, per l’essenziale, una risposta il Müller l’ha pur data, quand’ha citato, e considerato sempre validi, i precedenti richiami della congregazione da lui presieduta. Sicché, insomma, la comunione ai divorziati risposati non s’ha da dare, e i vescovi non hanno il diritto di decider diversamente. Peccato solo che il papa abbia detto il contrario.

Maso

Anonimo ha detto...

Anche l'apparentemente innocua mascalzonata fatta da (sol dell')Avvenire verso i quattro Cardinali è un chiarissimo indicatore del regime della bugia di questa "strana chiesa"

Anonimo ha detto...

Ma è noto quanti siano questi divorziati dai tribunali e risposati dai sindaci, che vivono more uxorio in senso pieno, che vorrebbero comunque accostarsi alla Comunione?
Francamente non ne conosco.
O è solo una scusa per creare confusione, rectius, scandalo?

Cesare Baronio ha detto...

DUBIUM DE DUBIIS
http://opportuneimportune.blogspot.it/2016/12/dubium-de-dubiis.html