Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 1 novembre 2015

Ross Douthat sul New York Times. Lettera alle Accademie cattoliche: tempo di chiarezza, tempo di battaglia

Incisiva l'ultima replica di Douthat, l'editorialista cattolico del New York Times, che non si può dire manchi di chiarezza, dimostra che 'siamo in guerra' e la lotta si fa dura. Il precedente : Ross Douthat, il giornalista che ha messo a nudo il “papa-re” qui.

Miei cari professori!

Ho letto con interesse la vostra  lettera di questa settimana ai miei redattori, ampiamente pubblicizzata, in cui vi opponete al mio recente servizio sulle controversie cattolico romane lamentando che stavo attribuendo accuse infondate di eresia (sia "sottilmente" che "apertamente"!). E deplorate la volontà di questo giornale di permettere che qualcuno privo di credenziali teologiche faccia supposizioni sui dibattiti all'interno della nostra chiesa. Sono rimasto davvero colpito dalle decine di nomi di accademici che hanno firmato la lettera sul sito di Daily Theology, e dalle illustri istituzioni (Georgetown, Boston College, Villanova), rappresentate nella lista.

Ho grande rispetto per la vostra vocazione. Vorrei cercare di spiegare la mia.

Un giornalista ha due compiti: quello di spiegare e quello di provocare. Il primo richiede di dare ai lettori un senso della posta in gioco in una data polemica, e perché potrebbe meritare un momento della loro frammentaria capacità di attenzione. Il secondo richiede di prendere una posizione chiara su tale polemica: la cosa migliore per indurre sentimenti (quali: solidarietà, interesse, accecante rabbia) che convinca le persone a leggere, tornare e seguire riabbonandosi.

Spero che possiamo essere d'accordo che le attuali controversie all'interno del cattolicesimo romano gridano (sic) [esigono un'azione immediata] per una delucidazione. E non solo per i cattolici: il mondo è affascinato - com'è normale che sia - dagli sforzi Papa Francesco per rimodellare la nostra chiesa. Ma le parti principali nelle controversie della chiesa sono incentivate a sminuire la posta in gioco. I cattolici conservatori non vogliono ammettere che il cambiamento dirompente sia ancora possibile, i cattolici liberali non vogliono ammettere che il papa potrebbe portare la Chiesa in una crisi.

Così nelle mie colonne, ho cercato di aprire un varco in quella confusione verso ciò che appare come la verità di base. C'è davvero una divisione nelle posizioni, ai più alti livelli della Chiesa, oltre che nell'ammettere i cattolici divorziati risposati alla comunione, anche su ciò che il cambiamento significherebbe. In questa divisione, il papa inclina chiaramente verso la visuale di liberalizzazione e ha manovrato ripetutamente per promuoverla. Al recente Sinodo, è stata posta una battuta d'arresto modesta ma genuina da parte dei conservatori.

E poi, a questa descrizione, ho aggiunto il mio punto di vista provocatorio: nel quadro della tradizione cattolica, i conservatori hanno di gran lunga la meglio sull'argomento.

In primo luogo, perché se la Chiesa ammette i risposati alla comunione senza l'annullamento - ma anche ne istituisce una accelerazione, senza alcun processo per ottenere l'annullamento, come il papa è pronto a fare - l'antico insegnamento cattolico che il matrimonio è "indissolubile" diventerebbe un dire vuoto.

In secondo luogo, perché cambiare in questo modo l'insegnamento della Chiesa sul matrimonio sarebbe il più grande disfacimento della visuale cattolica della sessualità, del peccato e dei sacramenti, tagliando il legame tra confessione e comunione, e dando alle convivenze civili, alle unioni omosessuali e alla poligamia possibilità rivendicative pienamente ragionevoli per essere accettate dalla chiesa.

Ora, ciò è, come si nota, solo l'opinione di un giornalista. Così ho ascoltato con attenzione quando i teologi accreditati portano avanti la causa della liberalizzazione. Ciò che ho sentito sono tre affermazioni principali. La prima è che i cambiamenti in discussione sarebbero semplicemente "pastorali" piuttosto che "dottrinali", e che fino a quando la chiesa continua a dire che il matrimonio è indissolubile, niente di rivoluzionario sarà accaduto.

Ma questo sembra un po' come sostenere che la Cina non ha, di fatto, subito alcuna rivoluzione del mercato perché è ancora governata da sedicenti marxisti. No: in politica e in religione è la stessa cosa, una dottrina svuotata in pratica, è svuotata in realtà, qualunque cosa la retorica ufficiale suggerisca.

Quando viene sollevato questo punto, i riformatori fanno circolare l'idea che, beh, forse le modifiche proposte sono davvero dottrinali, ma non ogni questione dottrinale è altrettanto importante, e in ogni caso la dottrina cattolica può svilupparsi nel tempo.

Ma lo sviluppo della dottrina suppone l'approfondire l'insegnamento della chiesa, non invertirlo o contraddirlo. Questa distinzione permette molte zone d'ombra, è vero. Ma eclissare le stesse parole di Gesù sui temi non proprio secondari del matrimonio e della sessualità certamente sembra un rovesciamento importante piuttosto che un cambiamento effetto di un organico approfondimento dottrinale.

A quel punto arriviamo al terzo argomento, che fa la sua apparizione nella vostra lettera: Tu non capisci, tu non sei un teologo. E del resto non lo sono. Ma nessuno può presumere che il cattolicesimo debba essere una religione esoterica e che i suoi insegnamenti siano accessibili solo agli adepti accademici. E l'impressione lasciata da questo obiettivo in movimento, temo, è che alcuni riformatori stiano minimizzando la loro posizione reale nella speranza di portare gradualmente dalla loro parte i conservatori.

Qual è la vera posizione? Che quasi tutto ciò che è cattolico può cambiare quando i tempi lo richiedono, e la dottrina  in "via di sviluppo" significa solo stare al passo con le magnifiche sorti e progressive, non importa quanto del Nuovo Testamento sia lasciato alle spalle.

Come ho osservato in precedenza, il compito del giornalista è quello di essere provocatorio. Quindi devo dire, apertamente e non sottilmente, che questa visione suona come un'eresia secondo qualsiasi ragionevole definizione del termine.

Ora può essere che gli eretici di oggi siano profeti, la chiesa sarà davvero rivoluzionata, e le mie obiezioni saranno sepolte con il resto del cattolicesimo conservatore. Ma se ciò dovesse accadere, occorrerà una dura rettifica, non solo mezzi termini che si fanno forti del rango accademico. Sarà necessaria un'accanita guerra civile.

E così, cari professori: Benvenuti sul campo di battaglia.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

38 commenti:

Rr ha detto...

Assolutamente PERFETTo!!!
Da stampare, fotocopiare, ciclostilare, diffondere ovunque!
Ho paura che i giorni di Douthat al NYT siano contate.
Rr

Arcangelo Pio ha detto...

Sarà necessaria una guerra civile. E così, cari professori: Benvenuti sul campo di battaglia.

Peccato questa conclusione, adoperando parole che ritengo fuori luogo. "Guerra civile" in America doverbbe suonare male. Vabbe'!! Però sarebbe il caso di non dare appigli ai persecutori di domani, che aspettano dietro l'angolo, i quali potrebbero gridare "alla forca" - una volta era "ad leonem" - anche prendendo a prestito una parola "iperbolica" che in ogni caso stona. Per il resto, ammiro la chiarezza, che è tutta anglosassone, mentre noi affoghiamo nei bizantinismi.

RAOUL DE GERRX ha detto...

Ce 'siamo in guerra' de Douthat m'a rappelé le "Nous sommes en guerre" de Mitterrand que j'évoquais récemment. Il parlait (il y a vingt ans déjà !) de la guerre mortelle (culturelle, économique, diplomatique, militaire, etc.) que nous font les USA maçonniques, et il ajoutait : "Mais les Français ne le savent pas." Parce que, apparemment, il n'y a pas de morts…

Sur le plan spirituel, combien de catholiques savent que nous sommes en guerre, comme l'affirme Douthat (et tous les vrais traditionalistes avec lui) ? Très peu. Beaucoup croient qu'il ne s'agit que d'une crise, une de plus, et qu'elle sera tôt ou tard dépassée… Donc, tenons-nous pénards, pensent-ils, et attendons… Tragique aveuglement !

Anonimo ha detto...

Grandissimo Douthat. Encomiabile per coraggio e sincerità.
Ha le palle, come si suol dire.
Speriamo che non gliele taglino.
humilitas

Arcangelo ha detto...

Comunicazione di SERVIZIO.
Faccio presente ai gentili lettori che "Arcangelo PIO", non sono io.
Grazie
Arcangelo S.

Rr ha detto...

Arcangelo Pio,
forse non conosce la realta' americana a livello di università, media, politica, scienza, intellighenzia, ecc. C'è già una guerra civile che non è altro che il prolungamento e l' aggiornamento della Guerra civile americana, si proprio quella. Il Nord puritano e righteous capitalist -finanziario, arrivista e pesantemente influenzato dal marxismo culturale e dal talmudismo di New York e dintorni, è sempre in guerra strisciante, più o meno dichiarata, con il Sud agrario, tradizionalista, protestante si, ma non puritano e molto meno influenzato dagli intellettuali di sinistra, anche estrema, di cui sopra.
Quindi Douthat ha fatto benissimo a dire apertis verbis quel che ha detto. Perché è cosi, e sara sempre piu' cosi. Basta leggere l' articolo ultimo di Magister, soprattutto l' ultima parte.
Solo che se la guerra è dichiarata apertamente, ognuno si posiziona e sa cosa combatte, se invece si fa una lotta per bande, di tipo partigian-terrorista, chiunque può essere un nemico e nessuno può essere un amico, tutti possono essere " Banditen" e rastrellati. Cosi poi sarà facile dire che gli altri han commesso crimini di guerra. In questo coloro che hanno sostanzialmwnte chiesto il licenziamento di Douthat dal NYT e quelli come Melloni che cita Magister, sono bravissimi, da almeno 150 anni( epoca della Guerra civile americana, ma non solo)?
Rr

Arcangelo Pio ha detto...

Difatti io mi firmo "Arcangelo Pio", non Arcangelo S. Poi io non ricordo di aver mai letto un commento a nome di "Arcangelo" o "Arcangelo S.". Ma dev'essere la mezza età che mi porta ad avere vuoti di memoria...

Raoul: Sur le plan spirituel, combien de catholiques savent que nous sommes en guerre:

Benissimo! Chiariamo che si tratta di una guerra "sul piano spirituale". E sai perché? Perché il "popolo bue" - locuzione, lo ammetto, non tanto pacifista - sarebbe perfino portato a credere che i cattolici che difendono la Dottrina di sempre siano disposti a imbracciare le armi per contrastare quanti non la pensano come loro. Ed allora faremmo il gioco dell'avversario. Attenzione a giocare con le parole, perché trattasi di parole contundenti.

Ancora Raoul: Beaucoup croient qu'il ne s'agit que d'une crise, une de plus, et qu'elle sera tôt ou tard dépassée

Credo anch'io che non sarà affatto così. Andiamo chiaramente verso un'accelerazione degli eventi, ma non sta a noi paventare "guerre civili" e "campi di battaglia". Restiamo saldi nella verità, e magari leggiamo San Paolo e tutto l'armamentario "spirituale" che ci suggerisce per difendere la fede cattolica ricevuta dai padri.

Felice ha detto...

Siamo in guerra. Inutile nasconderlo, sig. Arcangelo Pio. Ed è una guerra civile perché tutta interna alla Chiesa Cattolica.

irina ha detto...

Bene. Molto bene.
E' bene che ci si esprima in merito.Molto bene che le espressioni di merito vengano liberamente alla luce.Ovunque.La guerra delle idee è sana, vi si affilano le armi del pensiero. Della Verità.L'Europa è tenuta in coma farmacologico da anni ed anni. Reagisce poco. Si desterà presto. Molti gruppi sbadigliano, si stropicciano gli occhi, si guardano intorno stupiti, increduli.I giovani, in modo particolare, non possono essere presi per i fondelli a lungo. Li si è corrotti, li si è drogati, li si lascia nell'ignoranza seppellendoli in un oceano di carta stampata presto straccia. La storia ideologizzata, non più maestra ma serva dei servi delle rinnovate ideologie, non insegna più niente a nessuno. Tutti mentono e distorcono fatti e realtà pur di affermare le opinioni,assorbite a fondo dalla sottile e martellante propanganda fino a ritenerle proprio pensiero sorgivo.
E la Chiesa è la grande malata, anch'essa infettata fin nelle ossa. Se ha da essere la Chiesa una santa cattolica apostolica romana ad iniziare in se stessa l'opera di risanamento che sia. Non c'è bisogno di teologi laureati,c'è bisogno di amici di Nostro Signore Gesù Cristo,un semplice catechismo, di seconda mano, un rosario è tutto quanto il necessario per questa guerra volta a liberare i fratelli dalle illusioni,dal peccato, questo sì vecchio come il mondo, dalle eresie,anch'esse
tanto distinte, imbellettate e sporche, sempre seduttrici di uomini.Dunque siamo pronti.Anche noi faremo la nostra parte.Il nostro aiuto è nel nome del Signore.

Ubi humilitas ha detto...

Signora Mic, volevo chiederle se posso pubblicare sul mio blog la sua traduzione dell'articolo.
(Soprassieda al fatto che in passato abbiamo avuto nette diversità di vedute, oggi, almeno da parte mia, lievemente affievolite. Lo richiede la "battaglia" comune, pur con tutte le diversità di vedute che possiamo avere).
Cordiali saluti.

mic ha detto...

Non ho nulla da obiettare, Ubi. A rigore non avrebbe nemmeno dovuto chiedermelo: sulla rete è prassi condividere contenuti citando la fonte.
In ogni caso si tratta di riflessioni che vanno diffuse. Il resto non conta e ci sorpassa.

Anonimo ha detto...

Da 'Rorate Caeli' h 00:30 :
'I divorziati saranno ammessi ai Sacramenti ' avrebbe detto telefonicamente Bergoglio a Scalfari il 28 Ottobre.
Mark Pr

Arcangelo Pio ha detto...

Signori, non vorrei essere fraienteso né vorrei che noi fraintendessimo i diversi piani:
ora, che l’Europa sia marcia, che sia “ tenuta in coma farmacologico da anni ed anni", come dice irina, è verissimo. Che lo scenario internazionale, pesantemente compromessosi nell’ultimo anno, abbia come obiettivo quello di far fuori – materialmente, culturalmente, spiritualmente – i popoli europei, specie quelli nominalmente cattolici del Sud, è altrettanto acclarato. Che l’obiettivo ultimo sia la Chiesa Cattolica, che in Europa, e in special modo in Italia, ha le sue radici da sempre, è beninteso pienamente condivisibile.

Ecco, potrebbe capitare che qualcuno di noi – forse quelli più giovani, ma non solo – possano essere coinvolti, in un futuro più o meno prossimo, in una qualche “chiamata alle armi” – armi vere – per difendere il patrio suolo, oramai largamente occupato già da parecchio da varie consorteri banditesche camuffatesi in malo modo. Però la Chiesa, con la sua dottrina, i suoi sacramenti, la vita immortale a cui è chiamata a generare non la si difende con le armi che sparano, ed anzi il solo modo efficace, agli occhi di Dio, è quello di offrire le nostre intere esistenze in “riparazione”, in virtù di quella Comunione dei santi di cui si è trattato nella giornata appena trascora. Adoperiamo piuttosto tutti i mezzi leciti – spirituali e materiali – per testimoniare questa fede e lasciamo perdere il reclutamento forzoso o volontario nelle milizie. L’unica milizia che io ammetto in questo ambito – ed è questo il motivo principale per il quale ho scelto il mio “nick” – è quella celeste, alla quale dovremmo votarci tutti con più fiducia, e al cui comando è quell’Arcangelo Michele che ha già abbattutto il drago …

Le armi contro chi, poi? Contro chi non condivide le idee dei c.d. “cattolici tradizonali”!!?? Davvero rischierebbe di essere una battaglia contro i mulini a vento, perché dovremmo prima comprendere chi siano i veri “mandanti”, gli avvelenatori del popolo: nomi e cognomi, e possibilmente gli indirizzi. Seguite il mio consiglio: le armi vere per difendere il patrio suolo dall’ "invasore", quando sarà il momento; le armi spirituali per corazzarci contro gli assalitori della vera Chiesa, che oramai la loro testa di ponte l’hanno conquistata. Per sbaragliarli occorrono armi esclusivamente spirituali. E null’altro.

Cesare Baronio ha detto...

Come esclamerebbero i giovani dell'oratorio, accompagnando l'espressione con un gesto tipicamente americano: Evvai!.

Un modesto canonico osserverebbe meno prosaicamente che queste parole sono: Albo signanda lapillo.
Si muove qualcosa, non tanto nei contenuti - peraltro diffusi e condivisi da molti - quanto nella visibilità che sta finalmente acquisendo la reale contraddizione tra le tesi ortodosse e quelle eterodosse in seno alla Chiesa.

Un giornalista osa dire le cose come stanno su un giornale diffuso e letto da migliaia - forse milioni - di lettori, ed ecco che la gioiosa macchina da guerra modernista si scomoda con una lettera firmata da decine di teologi. Come osa costui, si chiedono, a mettere in discussione le conquiste della moderna teologia? Quali sono i suoi titoli accademici? E come osa il New York TImes a dar voce a questo micròscopo, ed alle perplessità della massa che noi, e solo noi, siamo autorizzati ad indottrinare?

Ma come? Non eravate voi a sbandierare la libertà di discussione, ogniqualvolta uno dei vostri metteva in discussione la dottrina insegnata dal Magistero? Non volevate una chiesa democratica, in atteggiamento di ascolto verso la base? L'ottimo Douthat ha scoperto la vostra contraddizione, ha svelato gli altarini (coram populo) e soprattutto ha fatto luce sui vostri piani miserabili, permettendosi di chiamare le cose col loro nome.

Eccovi allora ergervi a maestri infallibili - novelli farisei - alzando il ditino ammonitore contro costui, reo di aver detto una verità lapalissiana, che a voi però non piace veder pubblicata. Dalla turris eburnea dei vostri atenei siete corsi ai ripari con la spocchia e la sicumera che si mostra per quel che siete: eretici. Come eretici sono quanti, a partire dal vostro corifeo, calpestano la verità cattolica per assecondare la mentalità secolare del mondo.

Douthat non è un dottore della legge: è un semplice cattolico, come quasi tutti i fedeli in seno alla Chiesa. Ma come cattolico egli - e noi con lui - è dotato di quel sensus fidei che vi fa orrore, perché con semplicità e logica inoppugnabile ha messo a nudo la contraddizione tra quel che dite e quel che fate, tra la vostra pseudodottrina e la cosiddetta pastorale.

Che voi abbiate osato protestare su un giornale - dopo che questo aveva pubblicato l'articolo che tanto vi scandalizza - non ci stupisce. Ma i vostri nomi dovrebbero esser ricordati a vostro disonore perpetuo. Lontani dal gregge, asserragliati nelle università. abbarbicati alle cattedre che usate per diffondere l'errore.

Siete caduti vittime di quella democrazia che oggi vi mostra al mondo per quel che siete: lupi travestiti da agnelli.
Ancora una volta.



Luisa ha detto...

Ho letto queste parole delxard. Dolan:

“Molta attenzione è stata data dai media a coloro che sposati sacramentalmente in forma valida, divorziati e risposati civilmente, possono o meno ricevere la Santa Comunione. La pratica continua della Chiesa, recentemente confermata da S. Giovanni Paolo II dopo il sinodo sulla famiglia del 1980 e rinnovata dal papa Benedetto XVI dopo il sinodo sull’Eucaristia del 2005, è che non possono finchè la seconda unione coniugale continua. E’ la conseguenza necessaria di quello che Gesù insegnò sul divorzio e sul nuovo matrimonio e quello che l’apostolo Paolo insegnò a proposito dello stato di grazia per ricevere la Santa Comunione. Le proposte finali dei vescovi al Sinodo non modificano in nulla tale insegnamento”.

Siccome non annovero Dolan fra gli ingenui, fra coloro che, anche per ignoranza, non hanno visto la mossa strategica per far approvare i paragrafi sulle situazioni irregolari, mi domando se pure lui non ci ci stia prendendo in giro volendo farci ingoiare la pillola rosa della "dottrina non è cambiata" mentre è sempre più palese( basta leggere non gli articoli dei media ma le numerose dichiarazioni di vescovi e cardinali) che se la dottrina a PAROLE non è stata modificata lo sarà nei FATTI "grazie" a quel discernimento caso per caso, al ruolo lasciato al foro interno e a chi sarà responsabile di decidere alla fine di quel "discernimento".

Non so se Dolan faceva parte degli 80 che hanno votato contro, se sì perchè non ha il coraggio di dire come stanno le cose veramente?
Perchè non dice ad esempio che spera che Bergoglio farà luce e non lascerà nessuno spazio alla confusione, all`arbitrio, riconfermando senza "se" e senza "ma" la Verità del Signore che non è una "verità secondo me", quel "me" fosse anche il Successore di Pietro?

lister ha detto...

@ Arcangelo Pio
"Però la Chiesa, [...] non la si difende con le armi che sparano..."
Ancora! Ma chi ha mai parlato di armi?
Già Raoul aveva detto che la questione era posta sul piano spirituale.
Rr aveva spiegato di che razza di Guerra vivono costantemente in USA.
Gesù, dicendo "Non veni pacem mittere, sed gladium", non intendeva, certo, usare la spada per infilzare i miscredenti.
Per dirla alla Fantozzi: Chiamasi LOCUZIONE FIGURATA.

@ Luisa
"...perchè [Dolan] non ha il coraggio di dire come stanno le cose veramente?"
Ne butto lì una:
Paura di perdere la poltrona? :)

Anonimo ha detto...

La buona battaglia non è solo una accanita guerra civile, è uno scontro radicale tra il bene ed il male, tra la verità e la menzogna, tra la salvezza e la perdizione, tra la fedeltà a Cristo e l'eresia, è la guerra del tutto contro il nulla.

Forse l'eresia stà per prendere il potere istituzionale e mondano nella chiesa burocratica e decadente del postconcilio, favorita da una gerarchia corrotta, ipocrita e menzognera infettata di falsi pastori e di burocrati da quattro soldi, eretici e traditori, ma la Chiesa di Cristo, Una, Santa, Vera Cattolica Apostolica e Romana, non sarà abbattuta e i suoi fedeli, veri seguaci di Cristo si preparino a combattere con ogni mezzo fino al martirio per la Gloria di Dio e sotto la protezione della Vergine Immacolata e di San Michele Arcangelo.
La vera Chiesa non sarà mai sconfitta dagli eretici, neppure da quelli travestiti
da papi o da alti prelati.
Forse gli eretici sono riusciti ad occupare abusivamente persino il vaticano, ma la loro eresia modernista non può niente contro il Re dei Re ed i suoi fedeli sudditi, pochi o tanti non conta. Christus vincit Christus regnat Christus imperat.

Viva Cristo Re!

Ubi humilitas ha detto...

Grazie Mic. Ho pubblicato l'articolo con l'opportuna e dovuta citazione della fonte.
Quanto a "non avrebbe nemmeno dovuto chiedermelo" , ritengo sempre opportuno chiederlo: è un modo per esprimere rispetto ed apprezzamento per il lavoro altrui.
Di nuovo grazie, rinnovando i cordiali saluti.

lister ha detto...

@ tralcio
Volevo ringraziarLa per la risposta data al mio commento del 31 ottobre (lo scrivo qui per tema che non mi legga su quel post, scusandomi per il ritardo).
Nel contempo mi permetterei di aggiungere una postilla al n. 7 del Suo elenco:
non solo "aperto SOSTEGNO a ciò che noi riteniamo deprecabile" ma anche aperta ADESIONE... :)

irina ha detto...

Editoriale di Francesco Agnoli su B.Q. di oggi.

E.P. ha detto...

Il problema non sta nel dire "guerra", "guerra civile", o che altro, perché ci sarà sempre da far guerra in difesa della fede: la vera pace universale sta solo nell'alto dei Cieli.

Il problema è che la guerra attualmente in corso è davvero una «guerra civile», nel senso che è anzitutto interna alla Chiesa: è una guerra fra i cattolici e i sedicenti teologi, guerra fra i cattolici e la gerarchia, guerra fra i cattolici e - dispiace ammetterlo! - il Papa.

Una sedicente teologa, qualche tempo fa, invocava una qualche forma di «elasticità dottrinale» (sic!). Come a dire che a seconda delle convenienze, due più due può far tre, o cinque, o sette, a seconda di quel che serve "pastoralmente" alle mode del momento. Se non fosse finita all'inferno (come si può legittimamente temere), in questo momento si renderebbe conto dell'enormità che andava acidamente propugnando.

rr ha detto...

Nel testo originale si dà il benvenuto, sec. me ironicamente, sul "battlefield", sul campo di battaglia, a quei professoroni tanto bravi a discettare ed parlare in teoria ed in astratto dalle loro torri d'avorio, ma sempre molto restii a scendere sul campo di battaglia della vita quotidiana, fatta di sudore, fango e sangue (non solo metaforicamente).
E qual è in realtà il "campo di battaglia ? Cito: "In man there are three things: Grace, sin and nature. As coming from God, our basic nature can only be good, but as flawed by original sin it is weak and inclines to evil. Nature is like the battlefield of the war to eternity between grace and sin for the possession of that nature. Grace lifts it up and heals that nature. Sin pulls it down. Hence the never-ending war. (...)The Church is commander-in-chief on the side of saving souls". (Williamson).
RR

mic ha detto...

Qui il sismografo:
http://ilsismografo.blogspot.it/2015/11/vaticano-i-due-papi-e-i-numerosi.html
...
Noi non sappiamo se il Papa ha detto veramente tutto questo e non sappiamo se lo ha detto così, con queste parole, seppure Scalfari fa uso delle virgolette. Non è la prima volta. Lo ha fatto in passato e non sempre queste virgolette sono state garanzie di verità e precisione. Il fondatore della Repubblica, ma anche altri, in Italia e in altri Paesi tra cui gli Stati Uniti (tra gli ultimi quel Ross Douthat del New York Times ora al centro di una polemica), racconta un "suo Papa Francesco" e alla fine, da tutti coloro che raccontano un "proprio Papa Francesco”, viene fuori una sorta di "doppio mediatico" del Pontefice, quasi un ventriloquo al quale ciascuno degli interessati fa dire ciò che desidera o vuole.
...

Il fatto è che è il papa che telefona a Scalfari (non si capisce perché, conoscendo i precedenti), così come per le altre questioni, compresi gli articoli di Douthat, non ci si basa su illazioni o su panzane mediatiche, ma sui documenti del Sinodo o su atti ufficiali del papa. Questo mi pare che non si prenda in considerazione. Dunque le ipotesi sono due: gli estensori di certi articoli soffrono di cecità intellettuale o sono corifei della gerarchia liberal...

Anonimo ha detto...

Arrestati monsignor Vallejo e Francesca Chaouqui
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/vallejo-vatileaks-44390/
Che velocità! Altrettanto non è accaduto per papa Benedetto...

Ricca e Chaouqui, due nemici in casa
Lui prelato dello IOR, lei commissaria per il riordino delle amministrazioni vaticane. Due nomine volute e decise da papa Francesco. Che però sono la negazione vivente del suo programma di pulizia e di riforma
Sandro Magister, che può bene dire. "lo avevo detto!..."
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350582?

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 17.22
il monsignore Spagnolo purtroppo è stato chiamato in Vaticano dalla Spagna da Benedetto XVI e non da bergoglio che anzi nel 2014 lo ha licenziato, preferendo al suo posto il prete maltese già segretario di benedetto.

laura

Felice ha detto...

Ho letto l'interessante articolo di Agnoli sulla Nuova Bussola Quotidiana sulle inquietanti affermazioni di p. Cavalcoli. E sì che p. Cavalcoli solo pochi anni fa sembrava cattolico. E' incredibile come esistano persone che buttano a mare decenni di studi e di insegnamento della sana dottrina per compiacere il potente di turno. E che per di più lo facciano in un'età in cui più il timore di perdere la vita eterna dovrebbe essere più forte di quello di perdere una poltrona.

Rr ha detto...

Il monsignore sara' gia' stato in Vaticano, ma la' ce l'aveva piazzato il VdR, almeno stando a quanto scriveva Magister che per i suoi articoli su Ricca e Chaqoui, nonché' sul monsignore, ha perso l' accreditamento alla sala stampa vaticana. Basta consultare gli archivi del suo blog.
Rr

Rr ha detto...

E comunque , Laursa, ricordo ben quando la sciacquetta Chaluqui venne nominata. I giornali facevano a gara. Aparlarne, una donna in Vaticano, giovane, bella, scollacciata, ad un posto di rileibo, bella ed intelligente e cattolica, il simbolo della Nuova Chiesa Bergogkiana.
Si, certo, proprio un simbolo: tutto media, fcciata, sesso, droga e rock'n roll!
Ed il monsignore era il suo padrino politico (e forse pure qualche altra cosa).
Leggere l' articolo di oggi di Magister è troppo divertente. Peccato che il tutto accada tra S. Marta e le Mura leonine, non a Cinecitta'. Ma ormai tutta Roma e' veramente una " Babilonia sul Tevere".
Del resto con uno come Ricca a chef d'hotel, che mai ci si potrebbe aspettare? Eh, il Palazzo apostolico non era sicuro, non era a la page, bisognava umilmente occupare un piano d'albergo a 4 stelle, cosi sarebbe stato piu' facile evitare le fughe di notizie e di documenti. Ci pensava Mata Hari a sorvegliare. LOOOOL!!!
Rr

Anonimo ha detto...

A proposito del tema "guerra", nelle due differenti accezioni - guerreggiata e spirituale - mi chiedo: a detta di molti, il clima elettrico che si avverte porterà a una deflagrazione bellica, su più fronti - interno: pseudo-terroristico, leggasi "massonico-destabilizzante", ed esterno: contro la Russia, leggasi "massonico-destabilizzante" -. Ed allora, parlando del fronte esterno,il cattolico italiano cosa dovrebbe fare? Parteggiare per le forze del Male, quelle di casa che vorrebbero annichilire Mosca, oppure stare dalla parte del "nemico" Putin, che però difende i valori cristiani?

Sempre molto interessante l'anlisi fuori dal coro di Blondet:

http://www.maurizioblondet.it/preghiamo-per-la-russia-di-nuovo-sul-calvario/

Luisa ha detto...

Non è esatto Laura, è vero che Vallejo Balda, segnalato dall'arcivescovo di Madrid Rouco Varela, nel settembre del 2011 è stato nominato da Benedetto XVI segretario nella prefettura per gli affari economici della Santa Sede, ma è Bergoglio, subito dopo la sua elezione , ad averlo nominato segretario della Commissione referente sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede.
Non è stato licenziato semplicemente è stata sciolta la Commissione a compimento del suo mandato.

Joeph ha detto...

@ Anonimo 10:24 Quello che scrivi tu, caro afratello in Cristo, potrei averlo scritto io steso, tanto collimano le tue idee con le mie. Quindfi grazie di cuore per esserci e farti sentire. Non smettiamo mai di dire ad alta voce la Verità, amico caro, qualunque sia la reazione dei papolatri di turno. Un abbraccio, Joseph

Rr ha detto...

Vai Luisa, grande!mi sembrava di ricordarmi bene!
Rr

Altra riflessione ha detto...

http://sinodo2015.lanuovabq.it/mons-anatrella-la-coscienza-personale-non-puo-esonerarsi-dalla-legge-morale/

sensus fidelium, quello vero ha detto...

ex ore infantium et lactentium perfecisti laudem propter inimicos tuos, ut destruas inimicum, et ultorem.

Anonimo ha detto...

luisa
non parlavo di quella commissione, ma di avvenimenti successivi.
La commissione di cui parli è arrivata alla fine del suo mandato, ma in seguito il card. Pell è stato nominato presidente di una Segreteria per l'economia sorto nel 2014( di fatto è un ministro delle finanze del vaticano). Ebbene da questa Segreteria il monsignore polacco è stato escluso, quando già brindava alla sua futura elezione. Il papa ha preferito mettere al posto di segretario il segretario maltese.

Laura

Luisa ha detto...

Lo so laura, abbiamo letto tutti il curriculum del monsignore spagnolo, semplicemente non è stato licenziato, la commissione è stata sciolta e poi, come lo ricordi, non è stato scelto per il posto che già considerava suo.
Certo è che ha dovuto legarsi al dito quella batosta papale, il suo agire ha un sapore di bassa vendetta personale.

Rr ha detto...

In tutti i casi, si diceva che l'andare a vivere a S.Marta, invece che vivere nel Palazzo apostolico, avrebbe ovviato a questi Vatileaks.
Invece si dimostra che il male può essere commesso ovunque, indipendentemente dove qualcuno abita.
Segui un minimo i TG oggi e ti salta subito il sangue alla testa, tra le sleccazzate al Jefe e la bassa pubblicità ai libri in uscita. E tra i vaticanisti interpellati, non un Magister, un Tosatti, o uno straniero. In compenso una vaticanista che sembra tanto un uomo...
Vedremo come finirà, se con la testa di Pell, con la Comunione distribuita dalle macchinette, o con lo IOR finalmente ceduto a qualche grossa banca, tipo, che so, JP Morgan.
Rr

Rr ha detto...

Luisa,
sempre che sia colpevole. In Svizzera non avete la presunzione d'innocenza:)) ?
Rr