Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 2 giugno 2015

Perché la mistica non finisca in politica

Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VIII n° 6 - Giugno 2015

  Cambierà qualcosa nella Chiesa? Vedremo la fine della crisi modernista? Vedremo il ritorno di tutta la Chiesa alla sua Tradizione?
  Umanamente dovremmo rispondere di no.

  Da troppo tempo questa crisi va avanti, perché umanamente sia prevedibile una rinascita. La presenza dei cattolici secondo il gusto del mondo è così estesa e la Tradizione così umanamente esigua, da portare, secondo un calcolo umano, allo scoraggiamento.
 Per questo, secondo una previsione umana, possiamo dire che non vedremo il ritorno alla Tradizione.

  Eppure noi preghiamo e lavoriamo ogni giorno perché la Tradizione torni ad essere patrimonio comune di tutta la Chiesa. Facciamo la Tradizione per questo, la facciamo perché tutti tornino ad essa, e la Chiesa si liberi dal veleno modernista nella sua dottrina e nella sua pastorale.

  Sarebbe logico abbracciare la Tradizione, passare alla Messa antica, solo per un gusto personale? Che senso avrebbe fare la Tradizione senza desiderare che questa torni a regnare sulla Chiesa tutta? Sarebbe un gioco senza senso! e noi non vogliamo giocare.

  Ma questo desiderio, umanamente infondato, come non è un'utopia?
  Non è un'utopia irrealizzabile perché è in gioco la potenza di Dio. È Dio che conduce la storia, è sua l'onnipotenza; “nulla è impossibile a Dio”.

  Carissimi, occorre evitare la tentazione del Naturalismo pratico, che può regnare anche in coloro che si dicono Cattolici secondo la Tradizione.

  Il naturalismo pratico, quando pensa alle vicende della storia, del mondo o della Chiesa fa lo stesso, calcola in sostanza solo le forze umane in atto. A parole può ancora dire che Dio può tutto, ma questo potere non entra mai nella logica delle sue scelte e azioni.

  Quando questo naturalismo pratico entra nell'azione dei cattolici è devastante: li fa agire secondo il possibile umano e non secondo il possibile di Dio.

   Sono tanti quelli che amano la Tradizione, che la sentono corrispondente alla verità della fede, e poi agiscono non secondo questa verità, ma secondo il calcolo umano del possibile e realizzabile! Dicono: “Come è vera e bella la Tradizione della Chiesa - e poi aggiungono - ma ormai non può più tornare il suo glorioso passato; siamo dunque prudenti e accontentiamoci di qualcosa di meno realizzabile ora”. Per questi cattolici il possibile e il realizzabile non è poggiato sulla Verità di Dio, ma sul fattibile umano.

  Non c'è posto nel loro calcolo per la grazia, sono dei naturalisti.
  Non c'è posto per Dio, non c'è posto per il miracolo, che in verità è la normalità della Storia.

  I cattolici di duemila anni, quelli veri, non hanno pensato e agito così.
  Hanno riconosciuto la Verità di Dio, l'hanno desiderata per la loro vita, hanno faticato e lottato perché il mondo intero la riconoscesse e accogliesse. Per questo il Cristianesimo si è diffuso nel mondo intero.
  Hanno posato la loro azione sulla verità della grazia e della onnipotenza di Dio, non hanno calcolato umanamente il realizzabile.

  I martiri hanno fatto così.

  Loro, che sono i santi per eccellenza, sono morti per affermare la verità di Dio, fidandosi che un giorno Dio avrebbe portato a compimento l'opera. Sono morti senza vedere il trionfo della fede; sono morti sul serio, in una solitudine abitata solo da Dio, lasciando a Dio il futuro. Hanno vissuto dell'unica preoccupazione seria, quella di santificare il presente nella fedeltà assoluta a Nostro Signore Gesù Cristo.

  E che dire di tutti quei cristiani, pensiamo al quelli del Giappone, che per secoli hanno resistito fedeli al Signore, con un Pater e Ave, senza più sacramenti, consegnando la loro fede ai figli, lasciando a Dio il futuro, certi che un giorno un missionario sarebbe tornato con i sacramenti che salvano. Fedeli a Dio nel presente, senza calcolo umano, lasciando a Dio l'esito della loro testimonianza.

  Cari amici, anche noi dobbiamo fare così, fedeli a Dio nel presente, custodendo la Tradizione che è la natura stessa del Cattolicesimo, lasciando a Dio il futuro. È l'unica posizione ragionevole.
 È qui dentro, in una posizione radicalmente anti-naturalista, certa realmente della potenza della grazia, che ha senso e valore il nostro sacrificio, unito a quello di Cristo.

  L'alternativa è il pasticciare: volere un po' di Tradizione, venendo continuamente a patti con mille compromessi in chiesa e in casa, accondiscendendo al peccato o all'errore che ci circonda, sottraendoci al sacrificio del richiamo, dicendoci che non possiamo pretendere tutto. Tanti fanno così: un po' di tradizione e tanto cedimento alle mode del momento, lasciando a Dio la responsabilità della testimonianza. È l'esatto contrario che occorre fare: la nostra testimonianza dev'essere totale, lasciando alla grazia di Dio i frutti.

  Occorre non essere cattolici naturalisti. Il naturalista è sciocco e miope, dice di credere in Dio e poi sottrae a lui la signoria sulla realtà e il tempo.

  Occorre essere mistici, cioè cattolici. I mistici vedono Dio all'opera e partono da questo.
  Occorre restare mistici, mentre intorno a noi la mistica muore nella politica. Anche quella ecclesiastica.

14 commenti:

Josh ha detto...

Sursum Corda!

tralcio ha detto...

La Chiesa è vera quando è tutta unita al Suo Signore. E lo deve essere in ogni "pietra viva".
San Luigi Maria Grignion de Montfort spiega benissimo l'importanza di consacrarsi a Maria, non come "cosa in più", ma a garanzia della propria piena e consapevole consacrazione a Gesù.
Consacrare significa rendere sacro, cioè sottrarre all'uso comune secondo il mondo... Anche per la pace (Gv 15,15-31) e per la gioia. In senso figurato è l'offrire se stessi a Dio con dedizione assoluta: sia fatta la Tua volontà, sapendolo il meglio per me, perchè Dio mi ama!
Consacrarsi a Maria è la perfetta rinnovazione delle promesse battesimali, che ci hanno uniti a Cristo.
La consacrazione ha un significato portentoso: consegna a Maria ogni soddisfazione e ogni merito di ogni nostra opera buona (attenzione: non la soddisfazione interiore di essere più buoni o quella esteriore che la fama merita presso gli uomini, tipici "dell'uomo psichico", bensì la soddisfazione della pena per il peccato commesso e i meriti per la vita eterna, che valgono per "l'uomo spirituale"). E' ben diverso "affidarsi" o "consacrarsi", perchè nel secondo caso si rinuncia a ogni pretesa personale per mettere tutto nelle mani di Maria, la quale è l'unica creatura umana ad aver compiuto al 100% la volontà di Dio, l'Immacolata e perciò l'Assunta in cielo, dove è Regina degli angeli e dei santi!
Prima del battesimo ogni cristiano era schiavo di satana, appartenendogli come suddito di quel principato che domina il mondo. Il battesimo sancisce la rinuncia a satana e sceglie il Signore Gesù per diventare figli di Dio. E' necessario essere davvero liberi, per non restare schiavi. Evidentemente i cristiani battezzati non sono automaticamente immuni dal disordine generale, che nasce dallo spregio al Creatore e dall'odio per il Verbo incarnato, per l'incapacità di ascoltare lo Spirito che ci fa riconoscere in Gesù il Figlio che rivela il Padre... Bisogna essere molto più umili, come Maria. Poveri in spirito come lei, pieni di grazia come lei. Conviene consacrarsi. E poi pregheremo con lei il Magnificat, il compimento delle promesse, che passano anche dal martirio e dalla croce, senza sconti.

Maurizio ha detto...

Cari amici virtuali, Si, l'Editoriale di 'Radicati nella Fede' e' sempre ben scritto e profondo ma NOI che abbiamo abbracciato la Tradizione cominciamo col essere uniti. Basta con FSSPX che parla male della FSSP o l'Istituto di Cristo Re che critica quelli del Buon Pastore, ecc., ecc. Consacriamoci a Maria, insieme, e restiamo uniti in Cristo. L'unita' fa la forza. Preghiamo e lavoriamo ogni giorno, insieme, perché la Tradizione torni ad essere patrimonio comune di tutta la Chiesa.
Siamo noi i 'Defensor Fidei' e ... nulla e' impossibile a Dio!

mic ha detto...

Maurizio,
intanto cominciano da noi, senza badare ai limiti degli altri. Ai limiti nostri ci pensa la Vergine Santa... Il resto lo fa il Signore.

Luisa ha detto...

Due informazioni:

il papa ha accettato, subito, le dimissioni di Mons. Léonard, vedremo chi gli succederà, il card. Danneels essendo molto vicino a Bergoglio c`è da temere il peggio per il Belgio, c`è anche chi spiffera che Bonny sarebbe in pole position.

http://benoit-et-moi.fr/2015-I/actualite/demission-de-mgr-leonard.html


E qui quando il papa ammette in un messaggio video che forse sta dicendo un`eresia:

“Y me viene a la mente decir algo que puede ser una insensatez, o quizás una herejía, no sé"

Non manca la picca ai teologi che, decisamente, non gli stanno simpatici, in quel messaggio centravano come i cavoli a merenda. Mah.

http://benoit-et-moi.fr/2015-I/actualite/heresie-papale.html



MICHELE ha detto...

Editoriale mirabile per sapienza spirituale. Ciò che conta è rimanere fedeli alla verità, lasciando il futuro a Dio. Eppure la tentazione è sempre quella: di restare dalla parte dei bottoni, anche portando avanti la Tradizione, o qualche suo brandello, sotto la comoda garanzia di qualche autorità che si vorrebbe legittima, ma non legittimata dalla verità.

mic ha detto...

Quella cattolica è la verità tutta intera. Una Tradizione "a brandelli" non è Tradizione, è solo una finzione ad usum dei manipolatori. E, se la legittimazione non viene da parte di chi dovrebbe, c'è sempre quella della Roma perenne, La Catholica Apostolica di Agostino, de i Padri, dei Santi Papi, dei Santi che ci hanno preceduto e che, insieme al Signore, ci hanno consegnato i tesori spirituali che solo da Lui provengono e nessuno potrà toglierci.

Luisa ha detto...

Continuo con le mie segnalazioni, in un altro post avevo riportato l`intervista di p. Spadaro a p. Garrigues, domenicano, in presenza del card. Schönborn, l`analisi di Garrigues essendo uscita su Civiltà cattolica, il giornale La Croix ne fa i titoli dicendo che è una lettura autorizzata della posizione di Bergoglio, oggi Magister pubblica la reazione a quell`intervista di p. Fessio ( gesuita) e di un altro domenicano, entrambi criticano gli esempi specifici portati da Garrigues.

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351059

mic ha detto...

Grazie della segnalazione, Luisa,
la battaglia continua a imperversare su molti fronti.
l'auspicato, ineludibile "se non ora quando" mi pare che stia funzionando in ogni direzione, e certo non manca dal fronte della verità cattolica tutta intera. Vedremo cosa ci porterà ottobre prossimo.

MICHELE ha detto...

@mic: Non ci crederà, ma sono d'accordo con lei. Chi preleva dalla Tradizione solo quei brandelli (liturgici e non)che gli fanno comodo all'occorrenza, non è tradizionalista e soprattutto non è cattolico. Ce ne sono tanti che fanno così.

Anonimo ha detto...

P.S. Ripasso per le cattoliche :
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1178_Pompei_Il_velo_delle_donne.html

Anonimo ha detto...

A proposito di se non ora quando, il 20 giugno di nuovo a San Giovanni, come nel 2007!

http://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2015/06/02/societa/il-20-giugno-in-piazza-per-la-famiglia

NICO

tralcio ha detto...

L'ho trovata scritta da un conoscente, che mi disse di averla trovata su un blog...

A qualunque cultura appartenga, vedendo per esempio una bella città un uomo la apprezzerà bella (solo un uomo può farlo, non l’animale). Solo chi (ri)conosce la cultura di quella città la capirà fino in fondo, collegando quella bellezza ad un significato più pieno.
Tra quanti condividono il parere, la sensazione del bello è per (quasi) tutti, la comprensione della ragione del bello per molti meno. Poi resta lo spazio per dissentire: sia sul giudizio estetico in se stesso, sia nell’astenersene, scegliendo un giudizio sul significato (sgradito) di quel che per altri è bellezza.
La lecita distanza dal giudizio estetico o la lecita avversione del giudizio dei significati non aboliscono la bellezza naturalmente percepita, apprezzabile dalla stragrande maggioranza degli esseri umani.
E' un semplice esempio di “naturalità” che sfugge ai giudizi dei singoli, senza annullarli. La legge naturale, inscritta da Dio nel cuore umano, è questa.
Esempio di come la retta ragione cozzi contro l'irragionevolezza pretesa dall’ideologia.
Esempio di come il relativismo evapori nell’assoluto, pur vantando pretese assolutistiche.
Esempio di come il soggettivo non potrà mai travalicare la “natura”, nemmeno con il potere.
Esempio di come il disprezzo imposto per legge risulti disumano, preferendo la pazzia.
Esempio di come sia sensata la legge naturale e insensata quella per "utilità a tempo".
Esempio di come valga la pena di soffrire per tutelare ciò che è patrimonio dell’umanità, e si finisca per morire in difesa dei patrimoni del potere di pochi e delle loro idee.
In fondo una società che non sappia più perché vive, è una società dove si muore senza senso. Una società che è meno umana, pian piano diventa sempre più disumana.
Come gli animali non apprezziamo più la bellezza ed i significati: ci basta una tana, nutrirci e riprodurci. Peggio degli animali senza nemmeno più l’istinto di salvare la specie, ma credendoci una specie derivata da altri animali, che gode solo delle proprie brame, nemmeno con un finalismo naturale, ma sempre più intenzionato a pretendere “diritti” a prescindere dalla natura. Si muore per caso, persino ci si lascia morire.
“E dove non c’è nulla per cui valga la pena di morire, là è difficile anche vivere” (Giovenale).

Anonimo ha detto...

http://www.newliturgicalmovement.org/2015/06/pope-francis-to-card-sarah-continue.html#.VW4aQlztlHw