Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 22 giugno 2015

Il ramadan e la "maison commune". La teologia di Monsignor Benoît Rivière

Riprendo da Vigiliae Alexandrinae. Mi pare che la situazione vada vieppiù dilagando e peggiorando. Oggi è diventato normale, nella cosiddetta 'pastorale', ciò che - diciamolo - normale non è affatto. Mi limito a riportare il commento che precede il testo, che dice tutto molto chiaramente: siamo al grado avanzato di una dissoluzione non più temuta ma ormai evidente e non più circoscritta... Del resto l'esempio è qui - qui - qui... Preghiamo la Regina delle Vittorie, impugnando con maggior fervore e assiduità l'arma del Santo Rosario!

Riportiamo qui di seguito la lettera che Monsignor Benoît Rivière, vescovo di Autun, Chalon e Mâcon, nonché Abate di Cluny, ha scritto ai musulmani residenti nella sua Diocesi. L'"incoraggiamento alla preghiera" rivolto agli eretici da parte di un vescovo e l'indicazione del ramadan come di un "tempo privilegiato consacrato a Dio" rappresentano ormai il cliché di una pastorale, e di una teologia, apertamente anti-trinitaria praticata ostentatamente in molte Diocesi. La novità nella lettera di Monsignor Revière è la sollecitudine con cui si coniuga l'ideologia ecumenica con la "salvaguardia della casa comune" sostenuta da Francesco nell'enciclica "Laudato si". Nella visione del vescovo francese si profila una neutralizzazione che attende di realizzarsi nella prossima stazione del disvelamento storico ("l’umanité entière" nella "maison commune"), e una distinzione attuale tra l'umanità intera e "nous croyants", cristiani e musulmani, portatori di una rivelazione e di un credo comune ("création par Dieu"). Attualmente cristiani e musulmani, i "credenti", hanno una maggior consapevolezza della casa comune, una consapevolezza che sarà, e in parte già è, dell'intera umanità. In realtà, mentre la storia del mondo fluisce verso la parusia dell'anticristo, la storia della Chiesa è "già e non ancora" nella Parusia di Cristo. Ogni ecumenismo e ogni neutralizzazione dell'immagine di Cristo e della fede nella Trinità costituisce in fondo il tentativo di sostituire la "maison commune" all'"ecclesia". Con le conseguenze che un vescovo cattolico dovrebbe conoscere e riconoscere.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Riportiamo la lettera... Ma la lettera dov'è? E poi... Parusia dell'anticristo? Cos'è, una novità teologica? Senza contare che gli islamici non si possono definire eretici. Bah!

Franco ha detto...

Ciascuno ha la sua via e la mia è quella di rimanere cattolico, apostolico e romano non glissando sulle filosofie, le religioni, le chiese diverse o avverse, ma esaminandole per quanto possibile una per una, in modo da realizzare non tanto un DIALOGO qualunquistico, nello stile "volemose bene", " é più importante quello che ci unisce rispetto a quello che ci divide", "credenti e non credenti insieme per la pace e il progresso nel mondo" e via inzuccherando, ma un CONFRONTO serio, tale da consentire un riconoscimento reciproco senza confusioni e squagliamenti nello stesso minestrone interreligioso ecumenista.
Per questo però occorre studiare, studiare, studiare, giorno e notte, in casa e in vacanza, nel mio caso perfino in tram; cosa che nemmeno volendolo possono fare i preti, oberati da un lavoro faticoso e snervante, spesso improbo e umanamente deludente. Per cui è l'ora dei laici, sia nelle opere di misericordia corporale, sia in quelle di misericordia spirituale.



mic ha detto...

Anonimo 7:41
Ho detto nell'intriduzione che pubblicavo soltanto il commento di Vigiliae Alexandrinae. La lettera è leggibile dal link.
Parusia dell'anticristo su cui si ferma a sottilizzare è un'espressione efficace sulla inquietante presenza di elementi anticristici in misura tale da sembrar davvero preparare questa temibile venuta...

viandante ha detto...

Ciascuno ha la sua via e la mia è quella di rimanere cattolico

Ognuno ha la sua via da percorrere, questo è chiarissimo. Così come espresso parrebbe però che se la sua via è quella di rimanere cattolico, questa non sia per forza la via degli altri, il che non è evangelico. Infatti tutti sono chiamati a partecipare al banchetto e compito della Chiesa é quello di portare il Vangelo a tutte le genti battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Quindi la via è differente per tutti, ma la meta è la stessa: diventare Figli di Dio. Ciò normalmente significa farsi battezzare e diventare cattolico. Questo vale per tutti e non solo per alcuni.
Anche il confronto serio, che qui si contrappone al dialogo qualunquistico, in verità non si distingue molto da esso se lo scopo è solamente quello di un riconoscimento reciproco. Lo scopo dovrebbe essere altro e in particolare dovrebbe fornire degli strumenti utili alla conversione.
E allo studio, utilissimo e indispensabile, dobbiamo abbinare la preghiera ed una vita di grazia, altrimenti tutto è vano e rischia solo di alimentare il nostro orgoglio.

Catholicus ha detto...

Ben detto Franco, non possiamo aspettarci niente dai preti, al giorno d'oggi. Ieri il celebrante, un pretino polacco alle prime armi, ha detto che la Chiesa è d'accordo sull'aiutare i migranti a casa loro; c'è da sperare che non lo riferiscano al suo vescovo, altrimenti per lui saranno guai. Il giornale della mia diocesi ha dipinto il vescovo come "coraggioso" perché, dice, pur sapendo come la pensa la gente della sua diocesi, insiste sul dovere di accoglienza, non sull'aiutiamoli a casa loro.
Ora, ditemi voi, si può parlare con 'sta gente qua? purtroppo è inutile. Umanamente sono anche bravi, brave persone, poveri Cristi, ma sull'obbedienza a ordini scellerati non discutono; e allora nemmeno noi dobbiamo più discutere con loro, ma seguire la nostra coscinza (lo dice anche Bergoglio chde seguendola siamo a posto con Nostro Signore!): sempre più italiani lo stanno facendo, grazie a Salvini che apre loro gli occhi. Basta, mandiamo a casa Renzi e lungi dai preti comunisti, antiitaliani e anticattolici !

Anonimo Pisano ha detto...

Anche il confronto serio, che qui si contrappone al dialogo qualunquistico, in verità non si distingue molto da esso se lo scopo è solamente quello di un riconoscimento reciproco. Lo scopo dovrebbe essere altro e in particolare dovrebbe fornire degli strumenti utili alla conversione. E allo studio, utilissimo e indispensabile, dobbiamo abbinare la preghiera ed una vita di grazia, altrimenti tutto è vano e rischia solo di alimentare il nostro orgoglio.
PAROLE SANTE. Da incorniciare ed esporre.
Il dialogo e/o il confronto, se sono fini a se stessi (arti, dialogo e/o confronto infiniti, di cui erano abili praticanti i SOFISTI dell'antica Grecia) sono parenti prossimi della "PERDITA DI TEMPO", per non dire della "CHIACCHIERA A VUOTO", o peggio.
SE IDDIO HA voluto che conoscessimo certe cose, ci dobbiamo porre il problema del "Perché". Solo per assecondare le nostre curiosità? Non credo. La conoscenza, in se stessa, NON *necessariamente* è fonte di Salvezza. Però è certamente una grazia. La distribuzione (apparentemente) DISUGUALE della Grazia e delle grazie, è il più grande dei misteri di DIO. Ed ogni grazia è anche fonte di responsabilità. Abbiamo (parlo prima di tutto per me), il dovere di chiederci come corrispondere a tali grazie. Vi faccio un esempio, parte per il tutto. Padre Pio insegnava che Dio ha stabilito quanti figli vuole concedere ad ogni coppia di sposi. Quando tali coppie di sposi si presenteranno di fronte al Tribunale di Dio, diceva Padre Pio, che non era in grado di immaginare l'imbarazzo di quelle coppie, che si presenteranno con MENO di figli di quanti Dio aveva stabilito per loro.

Anonimo ha detto...

Riporto una frase detta ad AC, che ogni tanto scrive qui ed ha un suo blog, da un alto prelato vaticano ' Il miracolo sarà se la Chiesa riuscirà a sopravvivere a questo pontificato mediatico'......domanda :'Ma non lo sapevano da tempo chi era?'

Josh ha detto...

estraggo da Franco
"Per questo però occorre studiare, studiare, studiare, giorno e notte, in casa e in vacanza, nel mio caso perfino in tram; cosa che nemmeno volendolo possono fare i preti, oberati da un lavoro faticoso e snervante, spesso improbo e umanamente deludente."

Capisco il tuo punto di vista. Studio conoscenza, corroborato da fede, preghiera, assistiti dalla grazia, e certo tanto lavoro, e duro, per i laici vigili oggi.

Però almeno molti sacerdoti (e non solo) dovrebbero conoscere nella loro coscienza la differenza netta tra cattolicesimo e islam, tra Gesù Cristo Unico Salvatore e maometto.

Noto invece che i confini si fanno molto sfumati in loro.
E non per mancanza di studio, ma per errori di (o mancanza di) fede sempre più grossi, e per il ricercare vie umane a ciò che casomai, se avverrà, sarà solo soprannaturale.
E non dev'essere una sorta di fusione tra fedeli e infedeli, tra cattolici e musulmani, ma la loro conversione.

Ops...maaa dimenticavo: conversione a che cosa?
Del resto ognuno basta che segua la propria "idea di bene" e sta a posto così.

Josh ha detto...

dal testo del post

"Attualmente cristiani e musulmani, i "credenti", hanno una maggior consapevolezza della casa comune, una consapevolezza che sarà, e in parte già è, dell'intera umanità."

Cioè tutto dve diventare halal nella casa comune?

e anche un po' kosher, suvvia...

viandante ha detto...

La conoscenza, in se stessa, NON *necessariamente* è fonte di Salvezza. Però è certamente una grazia. La distribuzione (apparentemente) DISUGUALE della Grazia e delle grazie, è il più grande dei misteri di DIO. Ed ogni grazia è anche fonte di responsabilità.

E qui l'orgoglio è in scacco matto! Se abbiamo delle grazie le dobbiamo saper far fruttificare, altrimenti saremo come il servitore che ha interrato il talento ricevuto. E se ci vantiamo di avere tante grazie, tanti dovranno essere anche i frutti e di conseguenza il nostro impegno, il nostro lavoro, la nostra preghiera. E quindi c'è poco da vantarsi, c'è piuttosto quasi da temere di non essere all'altezza del compito ricevuto. O meglio, senza ulteriori grazie e senza l'aiuto divino non saremo mai all'altezza del compito.
Tante sono le nostre mancanze e la sporcizia nella nostra anima. E percorrendo la via della santità che dona luce, meglio vedremo quanta di questa sporcizia ancora c'è che prima nemmeno vedavamo!

Josh ha detto...

ancora dal post

"Attualmente cristiani e musulmani, i "credenti", hanno una maggior consapevolezza della casa comune"

e sempre in questo concetto fuorviante, risiede anche nel principio di realtà hic et nunc un'ulteriore differenziazione.

Per es. nell'attuale 'casa comune' sappiamo che alcuni musulmani (alcuni anche proprio nelle terrazze condominiali, casa comune proprio nel senso letterale veh) prendendo l'uso dall'ebraismo antico, sgozzano l'agnello.

Perchè noi, nella nostra consapevolezza di cattolici, non lo facciamo più?

perchè siamo più verdi, più ecoequosolidali, e in decrescita felice, come c'insegna Bergoglio?
macchè.

Perchè l'agnello da sgozzare dell'AT era "ombra di Colui che doveva venire", ma che è già venuto. E' già venuto il Redentore, si è già immolato ed è già risorto. E di nuovo verrà nella gloria, alla fine dei tempi e il Suo regno, solo il Suo, non avrà fne.

RAOUL DE GERRX ha detto...

“Con le conseguenze che un vescovo cattolico dovrebbe conoscere e riconoscere…”

Oui, mais le problème est que, n’étant plus catholique, il ne connaît plus la doctrine (ou plus exactement, il la connaît très bien mais ne veut plus en entendre parler), et qu’il y en a comme lui quelques milliers…
Ils se formatent, se reproduisent, se protègent, se cooptent.
Il n’y a absolument rien à attendre de ces gens-là.
Ils iront jusqu’au bout de leur “cheminement”…

Voyez sa photo. N’a-t-il pas la tête du “Jolly Good Fellow”, bien dans sa peau, satisfait de lui-même, “abbé de Cluny” (?) en plus… Tous pourraient aussi chanter, comme dans les opérettes militaires : “La Victoire en chan-tant nous ou-vre la ca-rriè-re”, etc.
S’il se conduit bien et fait ce qu’on attend de lui, ce Benoît Rivière finira peut-être “Primat des Gaules”. Il pourra alors danser la gigue avec celui de Cantorbéry…

Anonimo ha detto...

Vivo in Francia e mi rendo conto della paura che c'e', si teme a volte di andare contro i musulmani per timore di accuse anche di stessi parrocchiani ,di chi pensa che per essere buoni cristiani e gentili si debba fare e dire cosi', e anche per timore di ripercussioni .
Nella mia cittadina le chiese sono aperte solo negli orari di messa per timore che nel lasciare una chiesa aperta si compiano sacrilegi. Proponendo di lasciarle aperte con persone che si danno il cambio... ecco.. a trovarle.. e poi pure trovandole bisogna convincere il prete..

Luisa ha detto...

I criminali della strage di Charlie Hebdo, avranno raggiunto diversi scopi:
il giornale, diventato millionario grazie allo tsunami emozionale, è in preda a divisioni interne, il disegnatore Luz non disegnerà più Maometto, i collaboratori vogliono la loro parte della torta, e la tiratura è scesa ai livelli bassi di prima dell` 11 gennaio,
ma sopratutto,
quei criminali musulmani sono riusciti a far sì che oggi non osi più esprimere liberamente il tuo pensiero sull`islam, sui musulmani, se è critico, sei subito tacciato di islamofobia.
I responsabili politici e religiosi, dopo l`attentato, hanno talmente martellato che non bisognava fare l`amalgama fra quei terroristi e l`islam, che l`islam non era quello, che l`islam era solo pace e amore, che se ti permetti di dissentire, non fosse che aprendo il Corano, diventi subito un islamofobo.

Luisa ha detto...

Come ogni anno all`inizio del ramadan i nostri "pastori" si credono obbligati di inviare un messaggio ai musulmani, quello di un vescovo francese è particolarmente gustoso, dopo aver scritto che pregava Dio affinchè li benedisse, cita in effetti un autore musulmano che in altri hadith incita al crimine.

http://www.leforumcatholique.org/message.php?num=781654