Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 7 settembre 2012

Benedetto XVI, una sintesi purificatrice con i luterani (nella fede)

Riprendo ciò che scrive Paolo Rodari su Il Foglio del 4 settembre scorso. Non si sono più parole per qualificare una vera e propria distorsione dell'identità e della funzione di una Chiesa che voglia riconoscersi ancora cattolica. 
Così scrivevo in occasione dell'esperienza del Papa ad Erfurt. E, anche qui, in occasione delle ventilate celebrazioni (!?) del cinquecentesimo anniversario della Riforma e, poi, su alcuni recenti inattesi e soprendenti ripensamenti del card. Koch, ora a quanto pare vanificati. Penso sia interessante, per chi leggesse solo ora, ripercorrere la logica del card. Koch, nonché Il card. Koch sul Vaticano II.
Non dimentichiamoci che queste questioni non implicano semplicemente il dibattito tra teologie, e quindi antropologie, diverse; ma il bene spirituale delle anime...

Una cerniera, tra cattolici e protestanti, esiste e si chiama Martin Lutero. “Non è forse il monaco agostiniano di Erfurt a svolgere questa funzione tra le nostre chiese, poiché egli appartiene a entrambe?”, chiese un anno fa il presidente del consiglio della chiesa evangelica tedesca, Nikolaus Schneider, poche ore dopo che Benedetto XVI aveva partecipato nella città dove Lutero visse dal 1505 al 1511 a una celebrazione ecumenica. Il Papa non ebbe motivo di pensarci su troppo. Per lui era ed è così, e lo ha dimostrato poche ore fa, chiudendo a Castel Gandolfo l’edizione 2012 del “Ratzinger Schülerkreis”, il seminario coi suoi ex alunni dedicato quest’anno ai rapporti tra cattolici e protestanti a partire da un libro del cardinale Walter Kasper “Raccogliere i frutti”, una summa del rapporto tra le chiese cristiane. L’idea che il Papa ha messo in campo è una: purificare la memoria. Dice il religioso salvatoriano Stephan Horn, presidente del “Ratzinger Schülerkreis”: “A castello è stata sviluppata l’idea di un ‘mea culpa’ di ambo le parti. Il Papa ha sempre avuto l’idea che fosse necessaria questa purificazione. I fatti storici non possono essere cancellati, però la differenza sta nel come si guardano: cancellare il veleno di questi conflitti è un vero risanamento”.

Già Kasper aveva meditato a lungo su questa idea. E così il suo successore in curia romana, il cardinale svizzero di lingua tedesca Kurt Koch, che tuttavia non ha mancato di sottolineare che questa purificazione deve essere una “strada a doppio senso. Anche gli evangelici devono spiegare come vedono oggi la Riforma del Cinquecento, se con continuità rispetto a quell’epoca o con una rottura”. Ma intanto le tappe sono già programmate: nel 2017 ha luogo il cinquecentesimo anniversario della Riforma, un’occasione ghiotta per un doppio “mea culpa” preludio di una nuova età. Ha detto recentemente Schneider: “Forse non ci sarà una riabilitazione formale, ma una rivalutazione di fatto della figura di Lutero l’abbiamo sentita molto chiaramente dalla bocca del Papa a Erfurt. Sarebbe fantastico avere anche una rivalutazione della sua teologia”.

Per Ratzinger l’ecumenismo non è mai stato la ricerca del minimo comune denominatore, una sorta di “sincretismo all’insegna dell’uniformità” come lo ha stigmatizzato Kasper, quanto un ritorno all’essenziale, a “ciò che unisce”, ha detto a Erfurt, e cioè a quell’“interrogativo su Dio” che fu centrale anche nella vita di Lutero, la domanda su chi sia Dio e chi sia l’uomo innanzi a lui. Perché “in fondo”, dice lo storico Alberto Melloni, “l’agostiniano Ratzinger vive davanti a Dio lo stesso dramma che visse Lutero. E qui cattolici e luterani possono tornare a incontrarsi”.

Ratzinger, soprattutto da cardinale prefetto, ha lavorato per la ricomposizione delle divisioni. Il suo atto più decisivo fu la spinta per la firma della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione del 31 ottobre 1999, nella quale chiesa cattolica e federazione luterana concordarono su un punto: l’uomo dipende interamente per la sua salvezza dalla grazia salvifica di Dio. Una dichiarazione che limò le differenze e che, proprio per questo, fu molto criticata sia “da destra”, da chi l’ha ritenuta conciliante con i luterani, sia “da sinistra”, Hans Küng, che accusò Ratzinger di aver trattato una resa con la parte di luteranesimo più conservatrice. Ma per Ratzinger la radice tra le due chiese è viva, occorre soltanto riconoscerla, appunto purificarla. E’ il concetto che espresse il cardinale Johannes Willebrands, ex presidente dell’Unità dei cristiani, nel 1980 in occasione dell’anniversario della Confessio augustana. E fa niente se, come ricordò lo stesso Ratzinger, “il cardinale Hermann Volk fece, umoristicamente e seriamente, questa domanda: ‘Vorrei sapere se nell’esempio di cui parla Willebrands si tratta della radice di una patata oppure di un melo. In altre parole: quello che è venuto fuori dalla radice sono tutte foglie oppure è proprio la cosa più importante, cioè l’albero?’”.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Negli anni '60, subito dopo la remissione della Scomunica agli Ortodossi, ci fu chi ventilò l'ipotesi di ritirare la scomunica a Lutero. Learders evangelici di mezzo mondo, risentiti, inviarono un messaggio pubblico in Vaticano, il cui succo era: premesso che non vogliamo interferire nei vostri affari interni, sappiate che, in caso di un vostro atto unilaterale in questo senso, a non non solo NON farà paicer, ma , al contrario, CI VANTIAMO DI MERITARCELA ANCORA, LA SCOMUNICA CHA AVETE dato a Lutero.
E non dimentichiamo che una figura di rilievo del luteranisimo conservatore, il martire (14 anni di carcere sotto i comunisti) rumeno Richard Wurmbrand, ha più volte afferamato che non solo la Chiesa Cattolica è cambiata molto più di quanto Lutero avrebbe mai auspicato, ma che oggi è un incompresibile enigma. Cosa davvero creda ed insegna, non per nulla chiaro. Tanto è vero che, sul finire degli anni '70, il seminario calvinista di Ginevra, invitò Mons. Lefevbre a tenere delle conferenze per spiegare loro cosa è il cattolicesimo, visto che, da ciò che mandavano il Vaticano ed i vescovi, non si riusciva a comprendere un bel nulla. Monsignore non accettò. Secondo me fece male. Forse avrebbe convertito qualcuno.

Anonimo ha detto...

Mi sono ripromessa di dare rilievo, come antidoto degli inestinguibili rigurgiti conciliari, a "Iucunda Sane", l'enciclica dedicata da Pio X a S. Gregorio Magno, nella quale il grande Papa coglie l'occasione per esprimersi in maniera chiarissima, luminosa e non nebulosa, sulle radici dei mali della nostra epoca, già perfettamente individuati e chiamati col loro nome.
E, quanto ai rimedi, essenziali perché conducono alla santità, li individua ed enumera in modo prescrittivo, non descrittivo e unicamente propositivo al quale ci vanno purtroppo abituando e che purtroppo resta completamente inefficace, perché alla fine ognuno fa e dice - sia liturgicamente che dottrinalmente - quel che gli pare...

DANTE PASTORELLI ha detto...

Parlar di chiesa luterana è del tutto improprio, direi assolutamente erroneo. Non esistono elementi ecclesificanti nella grande varietà di sette che da Lutero son nate riproducendosi in forme diverse.
Niente abbiamo da imparar dall'agostiniano Lutero, e se il papa agostiniano pensa di poterci imporre un insegnamento dalla mente di quell'eresiarca prodotto, cosa che non credo, troverà un muraglione imprendibile, invalicabile.
Uno periodo storico può sempre esser approfondito, anche se gli elementi che abbiam oggi non credo possan aggiunger molt'altro.
Anche e soprattutto in questo campo don Brunero Gherardini ha scritto pagine che resteran come pietra miliare.

hpoirot ha detto...

ricordo di passaggio che il 2017 é sia l'anniversario (500 anni) delle tesi di Lutero, sia il centenario delle apparizioni di Fatima (!)

vedremo cosa deciderà di festeggiare la Chiesa conciliare ...

http://it.gloria.tv/?media=261040

Anonimo ha detto...

l'anniversario (500 anni) delle tesi di Lutero, sia il centenario delle apparizioni di Fatima (!)

direi che non ci sono dubbi: sarà preferito Lutero, in quanto le gerarchie della Chiesa conciliare considerano Fatima un frutto della fervida immaginazione di tre ingenui ragazzi...pur avendo riconosciuto il fatto come soprannaturale ! il miracolo del sole fu visto da 70.000 persone, come conferma soprannaturale della concreta visita agli uomini fatta dalla Regina del Cielo. (ma molti dicono che fu allucinazione collettiva). Anche Pio XII lo vide manifestarsi di nuovo, pochi giorni prima di proclamare il dogma dell'Assuzione di Maria: ne diede notizia Tornielli, riferendo di un breve manoscritto ritrovato:
...." tra le carte della famiglia Pacelli. E’ vergato a matita, riutilizzando un foglio nel quale il Papa aveva iniziato a scrivere a macchina le parole “Maria… Maria”. Descrive con stile notarile e asciutto le quattro volte in cui Pio XII vide il cosiddetto “miracolo del sole” mentre passeggiava nei giardini vaticani. "
Il miracolo si ripetette per tre giorni davanti agli occhi del Papa, l’antivigilia, la vigilia e il giorno della proclamazione del dogma dell’assunzione di Maria in cielo (celebrata il 1° novembre 1950) e infine nell’ottava della stessa cerimonia, l’8 novembre.
http://2.andreatornielli.it/?p=160
(ma tanti increduli dicono che il Papa bbe le allucinazioni causate da indigestione....per tre giorni!)
Vorrei dire a Hpoirot che la Madonna è in concorrenza diretta, anzi lotta FRONTALE e decisiva contro il serpente ecumenista insinuatosi nella Chiesa grazie al concilio "pastorale ecumenico" che ha demolito la dimensione Apostolica, rendendola dialogante e accogliente verso tutte le eresie, in primi il protestantesimo ( e lo vediamo da questi discorsi di assurde "cerniere" o presunte rofonde comunanze di fede); possiamo dire allora: "vedremo chi vincerà" entro quella fatidica data, e se Nostro Signore, dopo aver dato tutti i vantaggi al suo nemico, per oltre mezzo secolo, gliene concederà anche oltre quella data così importante per i devoti al Cuore Immacolato di Maria, che -disse anche FELLAY in anni recenti- dovrà trionfare dopo tante preghiere (previa obbedienza a Lei di un papa che deve purtroppo ancora venire).
Del resto anche Benedetto XVI disse (2010): "Si illuderebbe chi pensasse che il segreto di Fatima sia già concluso...." (al mio paese si dice: "Ha paura e non trema")

Anonimo ha detto...

se il papa agostiniano pensa..... di poterci imporre un insegnamento dalla mente di quell'eresiarca prodotto, cosa che non credo, troverà un muraglione imprendibile, invalicabile.

Muraglione? mi vien da ridere....
Intanto il Papa lo farà, quell'assurdo insegnamento, ha già iniziato a farlo -in modo FELPATO, come è consueto- e non si fermerà, come è evidente da tanti segnali.
Quell'immaginario muraglione, ove si possa erigere, sarà prontamente buttato a terra dai nemici di Cristo, perchè le forze umane sono del tutto insufficienti nell'attuale immane impresa di custodire il Depositum assalito da tutte le parti, che si sgretola e frana ogni giorno senza sosta (con miseri puntelli come il SPMP, contrastato e vanificato in tanti modi).
Non dimentichiamo che, come dice S. Paolo, che
La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra.
Non ci sono forze umane bastanti a contrastare le potenze infernali scatenate contro la Chiesa, che ora si servono di Lutero e seguaci per "rinnovarla" ovvero stravolgerla e distruggerla dalle fondamenta !
A tale impresa solo la SS.ma Madre del Redentore e Corredentrice è idonea, Lei che è potente contro tutti gli eserciti infernali schierati. E' lei ne ha ricevuto l'incarico fin dall'inizio dei tempi; comunque sia concessa a noi, con sua intercessione indispensabile, la battaglia, a Lei e a Nostro Signore la vittoria e la gloria.

hpoirot ha detto...

Ma come si pu'o affermare che papa Ratzinger é agostiniano ???

(ri)leggete qui : "Quando Sant'Agostino accusa BXVI d'inseguire una falsa unità..." http://it.gloria.tv/?media=260278

diceva sant'Agostino:
“In molti punti, gli eretici sono con me, in qualche altro no;
ma a causa di questi pochi punti in cui si separano da me,
non serve loro a nulla di essere con me in tutto il resto”
( S. Agostino., In Psal. 54, n. 19; PL 36, 641).


Ratzinger fa l'esatto contrario! Cerca l'unità NEI SOLI PUNTI che uniscono, spesso a scapito della dottrina!


Anonimo ha detto...

bravissimo Hpoirot.
Infatti il papa regnante non fa altro che seguire il proclama iniziale del concilio: "cercare solo ciò che unisce", contraddicendo 19 secoli di strenua lotta alle eresie di tutti i papi e di tutto il Magistero costante. Qui Sant'Agostino è proprio travisato.
Il papa attuale è prigioniero del kantismo-hegelismo, altro che agostiniano.
Bisogna pregare per lui, che sia liberato da quelle perniciiose filosofie che inquinano il suo insegnamento fin da quand'era giovane. Solo così si spiega il suo voler conciliare cattolici e luterani, sorvolando su ciò che li divide (che non sono bazzecole).

Gederson Falcometa ha detto...

Caro Hpoirot,

Ancora non è stata fatta un'analisi cerca del termini "ciò che unisce"*. Che cosa possiamo parlare su questo?

Mettere al centro del tratto tra chiesa e tutti eretici solo quello che ci unisce, sembra riconoscere la libertà di loro, in quello che fa divisione, e questo è lasciare in secondo plano le definizione del magistero. Così le decisioni del Magistero contro gli eretici, non sono più vincolanti. In realtà essi sono completamente abbandonati in nome di "ciò che ci unisce". Questo è molto grave.

Ma che cosa possiamo immaginare per 2017?

Prima dobbiamo avere in mente che questo "mea culpa" è sollo possibile pela Dei Verbum, e la sua reductio ad unum alla solla Scriptura. Forse, possiamo sperare che in 2017 se parle delle fonte di rivelazione in un senso luterano, perchè solo questo diventa possibile il "mea culpa".

Dio voglia che no! Abbiamo 5 anni per fermare questo assurdo e que lui sia con noi!

Un saluto dal Brasile

P.S.: Nella teologia cattolica, "ciò che unisce" noi cattolici è quello che è stato deciso di forma definitiva per il Magistero, in quello che non ha definizione abbiamo la libertà di opinare. Quello che fa il magistero attuale sembra una analogia con questo, o sia, in certo senso, è un'affermazione che quelle definizione non sono state definitive...