Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 30 aprile 2012

Un vescovo francese, che la pensa come molti vescovi di tutto il mondo, ma non ha fatto i conti con la Grazia di Dio!

Questa è l'ultima chicca dall'Agorà francese (Riposte Catholique di oggi by Perepiscopus), purtroppo sintomatica, che riprendo inserendo alcune chiose in rosso. La consegna del silenzio diviene inutile perché il battage degli avversari si sta intensificando. Dunque meglio parlarne, prendere atto della situazione, che è quella che è, senza tuttavia lasciarsene scoraggiare, perché non dice niente di nuovo e soprattutto non fa i conti con la Grazia del Signore! Il dato più rimarchevole e anche paradossale, oltre che inquietante, è che di fatto la maggioranza dei vescovi non è in comunione col Papa.

Scrive Massimilien Bernard:
Nell'impossibilità di trovare un vescovo di Francia disposto ad esprimersi (a favore o contro) il riavvicinamento tra Roma e la FSSPX, il periodico Pèlerin ha cercato un vescovo nella persona di Mons. Gérard Defois, vescovo emerito di Lille :
« Gli ultimi avvenimenti di cui siamo stati messi a conoscenza non sono che una tappa nelle discussioni. È ben chiara la volontà della Santa Sede di trovare una soluzione onorevole per tutti [non secondo verità e coscienza?] al fine di non permettere che lo scisma [insiste con lo scisma, che non c'è mai stato perché la giurisdizione dei vescovi, pur rimanendo in sospeso, è sempre stata affidata al Papa]. Resta da sapere in quali termini. Ciò non può avvenire a detrimento dei progressi del concilio Vaticano II, col rischio di rimettere in causa l'infallibilità stessa del Papa. D'altro canto, perché Mons. Fellay ammetterebbe eventuali accomodamenti ? Numerosi preti della fraternità non vorrebbero mai un tale accordo. Quale sarebbe allora lo statuto della Fraternità se si reintegrasse nella Chiesa cattolica ? Quale forma giuridica ci garantisce che c'è una comunione profonda ? [nessuna formula giuridica potrà mai risolvere la dis-comunione che traspare dalle sue parole] »
« I vescovi del concilio hanno sempre espresso la loro volontà di salvaguardare l'unità dei cristiani. Ma questa non può farsi a qualunque prezzo [a meno che non si tratti degli eretici protestanti]. La concezione di Chiesa affermata dal Concilio non pone problemi che ai membri della Fraternità [dimentica tutti gli altri cattolici che si riconoscono nella Tradizione perenne]. Non approvo la pubblicità eccessiva intorno a queste discussioni [teme forse che l'opinione pubblica ignara o disinformata possa rendersi conto della crisi che è difficile negare?] . Questo resta una posta in gioco di secondo piano per la Chiesa di oggi. La vera priorità non è forse l'evangelizzazione delle nuove generazioni che crescono in una cultura decristianizzata [o anche diversamente-cristianizzata?] ? [...] Ripeto : si tratta di una questione marginale, anche se resta fortemente simbolica [pare non rendersi conto che quel  marginale, in corrispondenza di fortemente simbolica, rappresenta un ossimoro]. »
Traduzione di Maximilien Bernard:
Noi vescovi di Francia abbiamo ben compreso che Benedetto XVI è determinato e che questo accordo dovrebbe avere un esito positivo (Deo Gratias), allora, consumando i loro freni, essi adottano lo stesso atteggiamento del momento della pubblicazione del motu proprio Summorum Pontificum : il silenzio e l'ignoranza deliberati, con l'argomentazione tirata fuori ogni volta (malgrado i sondaggi di Paix Liturgique) :  «si tratta di una minoranza»! In breve: «circolate, non c'è niente a che vedere con voi e non cambia niente».

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