Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 9 aprile 2012

Stat Veritas. La varietà non è necessariamente una ricchezza.

Abbiamo già visto che l'ultimo lavoro di Romano Amerio, Stat Veritas, analizza e commenta in 55 chiose la Lettera apostolica Tertio millennio adveniente. Colgo un'altra occasione per condividerne con voi una  'perla', che tocca il tema della pari dignità e ricchezza attribuita indiscriminatamente ad ogni confessione cristiana e ad ogni religione, senza più riconoscere e chiamare col loro nome i disvalori, sottovalutandone la portata. Non si può ignorare infatti che i frammenti di verità presenti nelle altre religioni e confessioni cristiane hanno un ruolo parziale incompleto mentre gli errori all’interno dei quali sono costrette le distorcono e falsano la vera portata della verità. Ce lo conferma questa affermazione di P. R. Garrigou Lagrange: “in una dottrina globalmente falsa la verità non è l’anima della dottrina, ma la schiava dell’errore”.

Chiosa 17: Commento al § 25 p.33
« Come tacere poi delle Chiese d'Oriente, i cui antichi patriarchi si richiamano così da vicino all'eredità apostolica e le cui venerande tradizioni teologiche, liturgiche e spirituali costituiscono un'enorme ricchezza, che è patrimonio comune di tutta la cristianità? »
Qui avviene un fraintendimento: che la varietà sia una ricchezza.

Distinguiamo: è una ricchezza la varietà delle cose di valore. Per esempio la varietà dei riti e delle venerabilissime tradizioni delle tante Chiese in cui si esprime l'unica Liturgia. Ma se la varietà è costituita di valori e di disvalori, la varietà non è più di per sé una ricchezza. Ad esempio, lo scisma delle Chiese Ortodosse d'Oriente è certamente un disvalore. 

Abbiamo nel mondo varie religioni, ma questa varietà di religioni non arricchisce perché la ricchezza è costituita solo dalla verità e, se in quella varietà ci sono religioni false, le falsità in esse contenute non arricchiscono, ma depauperano, mortificano. Il presupposto neoterico è che tutte le religioni valgano: per fare ricchezza dovrebbero valere.

Se ci sono, in una borsa, monete valide e monete scadute, non posso dire che l'esserci monete scadute costituisca la ricchezza della borsa.

Oggi non sono considerati validi solo tutti i riti, tutte le tradizioni delle Chiesa Latine e cattoliche-orientali, ma sono considerate vere tutte le religioni: secondo una certa mentalità neoconciliare tutte le religioni oggi sarebbero considerate valide perché salvifiche.

Bisognerebbe ora rilevare che una eccessiva esaltazione della Chiese cattoliche-orientali potrebbe sembrare qui, in una certa misura, fuor di posto, nel momento in cui i Patriarchi di queste Chiese rifiutano di essere preti romani. Il Sacro Collegio è infatti il Collegio dei preti che aiutano il vescovo di Roma; quindi ogni cardinale ha un titolo romano, è incardinato in una chiesa romana, su cui pone il suo stemma.

Il patriarca d'Oriente Antoine-Pierre Khoraiche, d'Antiochia dei Maroniti, quando nel 1983 fu creato Cardinale, dichiarò che non accettava di entrare nel Sacro Collegio con il titolo romano perché il Patriarca avrebbe in se stesso medesimo il titolo di elettore del Papa. La sua richiesta fu dalla Santa Sede accettata.

Così la Chiesa cattolica-orientale ha manifestato la sua autonomia dalla Chiesa Romana e dalla sua secolare Tradizione, mai prima violata nella quasi bimillenaria sua storia.

Ci sembra, oltretutto, che qui sia stato anche compromesso il Primato del Vescovo di Roma: per far parte del Sacro Collegio - sosteneva il Patriarca Khoraiche - io, elettore del Papa, non ho bisogno di dipendere dal Papa, di essere un suo prete, perché il mio diritto è in forza del mio patriarcato. (cfr. Iota Unum, § 323).

31 commenti:

Dante Pastorelli ha detto...

Orientali di tal fatta sono nominalmente cattolici, ma di fatto scismatici perché si ritengon "autocefali".
La varietà delle ricchezze oggi è varietà delle eresie dalla Chiesa accettate in nome di una fittizia unità.

Marco Marchesini ha detto...

Dei Cardinali cattolici che rifiutano di essere preti romani?

E' molto sospetta la cosa. Bisognerebbe esaminarli se accettano la dottrina cattolica o se, sotto l'accettazione della Santa Sede, continuano a professare gli stessi errori degli scismatici orientali chiamati "ortodossi".

E' vero che hanno delle Liturgie molto belle, profonde e ricche di devozione e tradizione, ma non è tutto oro quello che luccica. Sotto la bellezza della Liturgia ci sono gravi errori dottrinali, tra cui il rifiuto del "Filioque", del Primato del Papa, della teologia scolastica, di tutte le legittime devozioni del secondo millennio, degli approfondimenti dottrinali del secondo millennio.

Da quanto ho letto però il Canone Romano usato nel Rito latino nella sostanza è anche più antico delle loro Liturgie.

Marco Marchesini

Dante Pastorelli ha detto...

E' vero, persino il progressista Bouyer ha dovuto riconoscer che il canone romano è più antico delle anafore orientali, qualcuna delle quali, quella di Addai e Mari, nonostante l'assurda approvazione romana, non contiene le parole dell'Istituzione. Però non si può dire ai novatori

Dante Pastorelli ha detto...

Vedo ch'è sparito un post molto eloquente letto a primo mattino. Perché?

Anonimo ha detto...

Caro Marco.
ho programmato per domani il tuo articolo.
Penso che il tema di stamane debba aver il tempo di non essere oltrepassato immediatamente, per proporsi ancora almeno un giorno alla lettura immediata ed alla conseguente riflessione di chi entra.
Dobbiamo fare attenzione non solo ai contenuti; ma anche al ritmo con cui li proponiamo.
Ne convieni?

Marco Marchesini ha detto...

Sì, cara Mic.

Il tema di oggi è molto interessante.
Mi ha fatto piacere anche il riferimento alle cosiddette "chiese ortodosse".
In ambito ecumenico infatti sono molto bene viste come vere e depositarie della tradizione apostolica, dimenticando i loro errori.

Che poi se si guarda bene, non si capisce l'ammirazione verso le loro Liturgie e l'avversione verso il Rito Romano antico da parte delle stesse persone.
Anche nelle loro Liturgie si celebra verso Oriente ed alcune parti vengono dette sottovoce dal Celebrante. L'iconostasi poi copre ai fedeli la vista dell'Altare e del Celebrante e senza un limite invalicabile da parte dei fedeli.

Marco Marchesini

Anonimo ha detto...

Caro Marco,
mi aveva colpito in un intervento del card Ratzinger a Fontgonbault sulla Liturgia nel 2001, proprio una riflessione del tipo che tu sottolinei.

"... Trento non si ingannò, si appoggiò sul solido fondamento della Tradizione della Chiesa. Rimane un criterio affidabile. Ma noi possiamo e dobbiamo comprenderlo in un modo più profondo, attingendo alle ricchezze della testimonianza biblica e della fede della Chiesa di tutti i tempi. Vi sono autentici segni di speranza di questa comprensione rinnovata e approfondita di Trento possa, in particolare tramite la mediazione delle Chiese di Oriente, essere resa accessibile ai cristiani protestanti. "

Poi subito dopo dice anche: "
Una cosa dovrebbe essere chiara. La liturgia non deve essere il terreno di sperimentazione per ipotesi teologiche. In questi ultimi decenni, congetture di esperti sono entrate troppo rapidamente nella pratica liturgica."

Molto mi ha colpito proprio quel riferimento ai riti Orientali dai quali avremmo qualcosa da imparare!!! Ma col nostro Rito Latino - che lui stesso ha detto non abrogato ma che non celebra mai - non è che abbiamo abbandonato proprio tutto quello che c'era da imparare e da vivere?

Bontà sua che Trento rimane un criterio affidabile. Ma quell'andare ancora alla ricerca nella testimonianza biblica e nei riti orientali, e poi questa fissa dell'accessibilità ai protestanti (ma chi viene prima il Signore o l'unità fatta dagli uomini e non da lui?), non mi piace per nulla.

E il "nuovo movimento liturgico" di queste cose è anche portatore, oltre che dell'antropocentrismo tuttora imperante!

Anonimo ha detto...

Vedo ch'è sparito un post molto eloquente letto a primo mattino. Perché?

Caro Dante,
qualcuno gentilmente mi ha fatto notare la "chiave di lettura" ambigua di quel filmato: in genere il Papa, in ogni suo viaggio, quando all'arrivo passa in rassegna i vescovi che sono ad accoglierlo all'aeroporto, più che porger loro la mano, li indica e li 'presenta' alla persona autorevole del luogo... molti vescovi comunque allungano la mano e gliela stringono, altri no.

Ma in questa ottica, forse non è leggibile un affronto voluto e diretto che, se così fosse, sarebbe davvero più che grave intollerabile...

Quanto al post, nel ragionevole dubbio, ho preferito non prestare il fianco ad equivoci.

Marco Marchesini ha detto...

Da quanto un Patriarca è automaticamente elettore del Papa? Dove sta scritto?
Il Papa non è sempre stato eletto dal clero romano?

Ha ragione Dante, il problema di queste Chiesa è sempre stata la volontà di potere personale e di indipendenza da Roma. Questa è stata la causa dello scisma orientale. I motivi teologici sono stati solo dei pretesti.

Una volta lessi che è peggio una moneta verosimile di una evidentemente falsa.
In effetti è psicologicamente più difficile per una persona convertisti partendo da una religione falsa al 100%, come le religioni animiste, che partendo da una religione dove c'è una parte di verità.

Marco Marchesini

Marco Marchesini ha detto...

Sull'Anafora di Addai e Mari ho trovato questo intervento di mons. Gherardini:

http://www.liturgia.it/addaicongress/studi/gherardini.pdf

In effetti come fanno i novatori a dire che i Sacerdoti non pronunciavano le parole dell'Istituzione nell'Anafora? Allora non c'erano registrazioni o video che possono provare questa teoria assurda. La loro mancanza nei testi non prova affatto che non venissero pronunciate.

E' ragionevole pensare che le parole dell'Istituzione venivano recitate a memoria dal Sacerdote anche se non erano riportate nei testi scritti dell'Anafora per il segreto dell'arcano.

Le parole dell'Istituzione sono la forma dell'Eucarestia. La loro omissione comporta l'invalidità dell'intera Santa Messa.

Marco Marchesini

Anonimo ha detto...

Meditate su questi eventi di dieci anni fa. IL VEscovo di cui si parla, volendo diventare Cattolico, si rivolse alla FSSPX. Da Ecòne, lo indirizzarono in Vaticano. In Vaticano, lo spedirono a prendere contatti con una comunità di "Ortodossi", non solo scismatici, ma anche "Progressisti" [doppia contraddizione in termini!]. Ecco come andò a finire:Vescovo Scismatico Ucraino Ritorna Al Cattolicesimo Romano
COMUNICATO UFFICIALE DI S.E.R. MARK ANTONY PIVARUNAS C.M.R.I.
RITORNO ALLA CHIESA CATTOLICA DEL, VESCOVO Yuri Yurchik DI Danetsk, UCRAINA
IL 2 FEBBRAIO 2002.
Il giorno della festa della Purificazione della Beata Vergine Maria, il
vescovo Yuri Yurchik della "Chiesa" Ortodossa Ucraina mi ha comunicato la
sua a lungo meditata intenzione di ritornare alla Chiesa Cattolica (con la
precisazione che egli *NON* intende aderire alle "riforme" del Vaticano II).
Durante gli ultimi otto mesi ho effettuato un'attenta investigazione
riguardo la reale accettazione della fede cattolica da parte del vescovo
Yurchik, specialmente riguardo i temi che furono rigettati dalla scismatica
"Chiesa Ortodossa", in special modo: il papato, il primato di giurisdizione
del pontefice romano, l'infallibilità papale, il "filioque" del Credo niceno
(la processione dello Spirito Santo e dal Padre e dal Figlio da una medesima
spirazione), la transustanziazione del pane e del vino durante la santa
Messa nel Corpo e nel Sangue di Cristo (non tramite epiclesi, l'invocazione
dello Spirito Santo- più esattamente: l'indispensabilità dell'epiclesi a tal
scopo-); inoltre l'ho interrogato sulle dottrine del Purgatorio
e dell'Immacolata Concezione della Beata Sempre Vergine Maria (che gli ortodossi ritengono ma non in modo esplicito né dogmaticamente vincolante).
Il vescovo Yurchik ha risposto sia per iscrittto che alla presenza di padre
Eugene Rissling, sacerdote cattolico di Monaco di Baviera, con fermo assenso
alla fede cattolica, in specialmente in quelle dottrine rifiutate dalla
"Chiesa" Ortodossa" scismatica.
In vista della situazione straordinaria nella Chiesa Cattolica con la
vacanza (formale) della Sede Apostolica e in virtù del
canone 209 del c.d.c.(del 1917) dal quale la Chiesa fornisce giurisdizione in foro
interno ed esterno, ho ricevuto (privatamente) l'abiura degli errori e la
professione di fede del vescovo Yuri Yurchik e l'ho assolto (privatamente)
dal vincolo della scomunica e l'ho restituito alla comunione e alla unità
della fede cattolica.
data il 24 ottobre, festa di San Raffaele Arcangelo, nell'anno del signore
2002.

+ Mark Anthony Pivarunas, CMR

Anonimo ha detto...

Il vescovo ucraino non è rientrano in senso alla Chiesa Romana, ma è diventato sedevacantista!

La vicenda ha risvolti strani, soprattutto nel 'reindirizzamento' Vaticano...

Anonimo ha detto...

Grazie per l'articolo di mons. Gherardini, che non conoscevo!

Dante Pastorelli ha detto...

Ricordo che don Brunero si occupò di Addai e Mari in Divinitas anni fa, e dimostrò oltre all'inconsistenza della presunta presenza disseminata ed eucologica delle parole dell'Istituzione, anche la necessità di ritornare su quell'approvazione in parte giustificata da eccezionali circostanze storico-geografiche ed dal processo di avvicinamento tra la chiesa scismaitica assira e la catolica orientale caldea. Agli assiri, dopo il concilio, di Firenze veniva richiesta, per il riconoscimento romano, l'introduzione della formula consacratoria ed anche nella stessa approvazione di Addai e Mari (documento Orientamenti ecc. del 2001 leggibile in vatican.va: il non plus ultra dei contorcimenti dottrinali)) si richiedeva che in presenza dei cattolici la formula consacratoria fosse recitata.
Quanto ai vescovi ucraini si tratta di sedevacantisti, come sedevacantista della linea Thuc è Pivaranus: un altro generale senza truppe.

Anonimo ha detto...

Caro Dante,
ricordo che nella celebrazione di uno dei novendiali di Giovanni Paolo II cui ho partecipato (conservo ancora il libretto originale), quella del Patriarca Sfeir dei Maroniti, fu usata l'Anafora dei dodici apostoli. Mi ha colpito l'epiclesi - per me 'stranamente' - pronunciata dopo le parole della consacrazione...

Per altri aspetti un rito ricchissimo, con molti riferimenti alla Santa Vergine.

Dante Pastorelli ha detto...

Anche a proposito degli anglicani e dei cattoluterani si strologa sulla ricchezza che apporterebbero alla Chiesa.
E' l'ora di finirla con queste favole devastanti: la Chiesa Romana non ha bisogno d'esser arricchita da nessuno. Tutto quel che gli altri cristiani hanno lo hanno avuto dalla Chiesa. Di proprio hanno solo gli errori.

Marco Marchesini ha detto...

mic, se leggi l'inglese qui è spiegata molto bene la questione:

http://www.newadvent.org/cathen/05502a.htm

al paragrafo "The controversy".

Marco Marchesini

Gederson Falcometa ha detto...

"Una cosa dovrebbe essere chiara. La liturgia non deve essere il terreno di sperimentazione per ipotesi teologiche. In questi ultimi decenni, congetture di esperti sono entrate troppo rapidamente nella pratica liturgica."

Mic,

La stessa riforma liturgica di Paolo VI è una congettura di esperti che è entrata dalla porta sul retro della Chiesa. Per essere una riforma liturgica, la conditio sine qua non è l'abrogazione del rito a essere riformato e la riforma liturgica di Paolo VI, non soddisfa tale requisito.

Dopo il Summorum Pontificum, se parla di Rite ordinario e straordinario, ma in realtà ciò che vedi è il rito di essere riformato e rito "riformato", vivono insieme. Questo potrebbe spiegare la forte resistenza dei Vescovi, in relazione al Summorum Pontificum, perché una volta che se dichiara che il rito di san Pio V non è mai stata abrogato, non abbiamo una riforma liturgica, abbiamo un'altra cosa. Ma che cosa è una riforma liturgica senza l'abrogazione del rito a essere riformato?

Un Saluto dal Brasile

Anonimo ha detto...

E' l'ora di finirla con queste favole devastanti: la Chiesa Romana non ha bisogno d'esser arricchita da nessuno. Tutto quel che gli altri cristiani hanno lo hanno avuto dalla Chiesa. Di proprio hanno solo gli errori.

E' questo il punto e ne siamo ben consapevoli, anche se le catechesi imperanti sono di conio diverso, perché purtroppo il mysterium iniquitatis è presente in tutte le sue più nefaste manifestazioni.

Però, non praevalebunt!

Dante Pastorelli ha detto...

Lo so, Mic, che non prevaranno, alla fine e per sempre, ma intanto seminano la morte spirituale le forze del male vestite di rosso o cremisi o di nero...

Anonimo ha detto...

Sì, e nel frattempo la battaglia si fa sempre più dura!

Anonimo ha detto...

>Il vescovo ucraino non è rientrano in seno alla Chiesa Romana, ma è diventato sedevacantista!
Carissima,
è proprio certa che il sedevacantismo sia una setta? E' proprio certa di ciò che scrive? Non mi sembra che, neppure in Vaticano, si siano mai espressi in termini tanto perentori.
>La vicenda ha risvolti strani, soprattutto nel 'reindirizzamento' Vaticano.
Si metta nei panni del Vescovo ucraino. Lui vuole diventare cattolico. Si rivolge a Ecòne, dove, come ogni cattolico, che riconosce essere quelle del Vaticano le Autorità cattoliche, le reputano Autorità "Cattive", ma legittime, lomandano lì. Ora, di fronte alla risposta, quanto meno pratica:"non solo resta scismatici, ma prendi contatti con dei"progressisti" della tua "Fede", Lei che avrebbe fatto? Non le sembra che, a questo punto, il sedevacantismo possa sembrare una soluzione?

Dante Pastorelli ha detto...

Il sedevacantismo non risolve affatto i problemi, semmai ne crea degli altri.
Ad es. chi dovrebbe elegger il Papa? Ricossa, Carandino, Pivarunas?
La Chiesa non si è pronunciata? Ha scomunicato Thuc, Guerard des Lauriers ed altri vescovi senza fedeli. La risposta è arrivata e chiara. Thuc fu riammesso in comunione grazie al pentimento e così morì nella Chiesa.

Anonimo ha detto...

Lei che avrebbe fatto? Non le sembra che, a questo punto, il sedevacantismo possa sembrare una soluzione?

E' un caso singolo, emblematico della situazione terribile in cui siamo e presenta una sua logica intrinseca; ma che non fa testo.

Per il resto ha già risposto Dante.
Che il Signore la illumini e la custodisca, così come Lo invochiamo per tutti noi!

Anonimo ha detto...

un caso singolo, emblematico della situazione terribile in cui siamo e presenta una sua logica intrinseca; ma che non fa testo.
Non ho detto che faccia testo. Ho detto solo:al suo posto, come vi sareste comportati?
Avreste pensato: "Son tutti scemi, per cui, scemo per scemo, me ne resto dove mi trovo"?
Non dico che il sedevacantismo sia una soluzione. Dico che, ad un figliul prodigo, che, giunto alla casa del padre, sente l'amministratore che gli dice, eccoti un po' di pezzi di rame, e stattene fuori, perchè, tanto, tra dentro e fuori la differenza è poca, come avrebbe reagito?

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo,
io lo trovo un caso drammatico.
Mi viene in mente il Buon Pastore che va a cercare e si prende cura della pecorella smarrita.

Chi lo incarna oggi?

Dante Pastorelli ha detto...

Il risultato non ha modificato in niente la situazione: era fuori della Chiesa e lo è ancor oggi.
Poi casi come questo andrebbero approfonditi per arrivare a conoscerne gli effettivi passaggi. Nel mondo sedevacantista le consacrazioni restano per lo più velate di segretezza. E questo non depone a favore della validità della consacrazione.

Anonimo ha detto...

Il risultato non ha modificato in niente la situazione: era fuori della Chiesa e lo è ancor oggi.
Beato lei, che ha tante certezze. E se non fosse così? E se, di fronte a Dio, le cose non stessero come pensa Lei? Almeno soggettivamente, il protagonista è convinto di essere dentro.

Dante Pastorelli ha detto...

Non mi pronuncio in foro interno, ma giudico in foro esterno. Senza il Papa non c'è Chiesa. E chi sostiene il contrario è anch'egli fuori della Chiesa.

Joseph ha detto...

Dante, Dante, che scherzo da prete m'hai fatto.
Quando t'ho chiesto quale blog potevo seguire con profitto nelle mie vacanze italiane, mi hai segnalato Messa in Latino.
Mi hai voluto prendere in giro o mettere alla prova la mia fede?
In quel blog circolano idee chiaramente non cattoliche, specie in materia di morale sessuale. Da alcuni giorni sto scrivendo dei commenti che ribadiscono la fede cattolica, e mi trovo attaccato come un eretico o, perché contrario alle aperture all'amore omosessuale, come gay represso. Il tutto nel silenzio della redazione.
Ora ti ho scovato qui, e allora dimmi: perché?
Sempre affezionato Giuseppone.

Dante Pastorelli ha detto...

Volevo andar a dormire, ma vedo un commento del buon Joseph, per me Beppone, che mi rimprovera di avergli segnalato il blog cui un tempo collaboravo e non posso tacere.
Caro Beppone, non dici però che la segnalazione risale a due anni fa. In due anni le cose posson cambiare e mi meraviglia che un ragazzone bravo e intelligente come te non sia arrivato a comprenderlo da sé non vedendo più in quelle pagine il mio nome. E non capisco neppur perché tu non ti sia fatto vivo una volta in Italia.
Tuttavia, s'anche m'avessi chiesto in questi giorni un giudizio su quel blog non l'avrei espresso e ti avrei non sconsigliato ma invitato ad andar a guardare. Le conclusioni le avresti tratte da te, ché non hai bisogno della pappa scodellata.
Purtroppo non è il solo luogo del web insozzato da falsi cattolici che propugnan idee tutto fuor che in linea con la Rivelazione, la Tradizione ed il Magistero.
Hai visto, ora, hai formulato un giudizio, regolati. Hai intelligenza più che sufficiente per decider se continuar a scrivervi sino al tuo ritorno alle brumose terre, o lasciar perder del tutto. Alla fin fine, anche se in negativo, qualcosa puoi sempre ricavarne e magari far sentir la tua voce che ricordo ben formata.
Se resti ancora non ti perdonerei altro silenzio. Anche fuori del web.
Un abbraccio
d