Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 28 aprile 2012

"Aspettando l'ungherese. Aggiornamento!". Riguarda il sito della Santa Sede...

Oggi Padre Zuhlsdorf sul suo Blog pubblica questo ironico commento, come dal titolo. Anch'io avevo inutilmente cercato sul Vatican.va la Lettera del Papa ai vescovi tedeschi, di cui ho dato notizia qui e, poi, ragionando sugli stralci offerti dalle Agenzie, ho messo il link al testo originale tedesco, in mancanza d'altro. Il fatto non è irrilevante perché si tratta del sito ufficiale della Santa Sede, quello cui fanno riferimento cattolici e non di tutto il mondo. Non pubblicare o pubblicare con tanto inspiegabile ritardo un testo, equivale a non volerlo diffondere...

In questi cinque brevi anni, vatican.va è già riuscito a postare Summorum Pontificum in latino e ungherese!
[ne parlavamo anche noi qui e tuttora la situazione è immutata!
Ricarico l'immagine].

Ma aspettate! vatican.va non ha ancora nulla sulla Lettera del Santo Padre ai vescovi di lingua tedesca circa la traduzione di "pro multis"!
Potremmo almeno avere dal Santo Padre la lettera "pro multis" in lingua ungherese?
Almeno, per favore?

La lingua magiara è apparentemente all'avanguardia per le persone che controllano vatican.va quando si tratta dei documenti liturgici  e degli scritti del nostro Benedetto XVI.

AGGIORNAMENTO 27 APRILE 1857 GMT:

Alla fine, la lettera è ora disponibile in tedesco sul sito vatican.va. QUI .
Ora abbiamo davvero bisogno che sia diffusa anche in ungherese!

13 commenti:

Icabod ha detto...

L'articolo è gustoso, ma il contenuto è amaro!

Vi prego, RISPONDETEMI. ha detto...

applicheranno?
Al contrario, un prete (come ne conosco alcuni)che MOTU PROPRIO decida di celebrare, usando l'espressione PER MOLTI, al posto di PER TUTTI, può essere certo di non avere rimproveri? Se, di fronte ai rimproveri (anzi, ad eventuali censure) decidesse di ricorre a Roma, proprio appellandosi alla lettera in oggetto (e/o, meglio ancora, al documento del cardinale Arinze, Roma gli darebe ragione?

25 aprile 2012 14:13

Gederson Falcometa ha detto...

Me scusa, ma si veda questa notizia:

Ai "fratelli separati", nessuna richiesta. Ma alla Fraternità San Pio X ...

Austria. La Fraternità Sacerdotale di San Pio X dovrebbe chiarire la sua posizione prima del Concilio, ha chiesto il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, cardinale Kurt Koch, durante una conferenza presso l'Università di Vienna. Il cardinale non è coinvolto nei negoziati della Congregazione per la Dottrina della Fede con la FSSPX. Ha ammesso non conoscendo il testo recente [della risposta presso la Santa Sede] FSSPX. Eppure, per lui, non è certo la fraternità rifiutare 65 per cento del concilio." Inoltre, il Cardinale ha definito l'ecumenismo come essendo "non facoltativo, ma obbligatorio". Lei sarebbe, presumibilmente, "elementare per l'essenza della Chiesa".

L'originale è in tedesco nel sito di Kreuz.net (http://kreuz.net/article.15087.html), da cui questo brano è solo una parte (o una sintesi) del publicato in portoghese.

Anonimo ha detto...

Lo avevo visto nel testo francese diramato da Apic l'altro ieri, Gederson.

Ma è solo un'esternazione di Koch, che non fa testo.
Ora la parola è al Santo Padre!

In ogni caso l'ecumenismo è obbligatorio anche per il Signore, ma di certo non il "falso ecumenismo" postconciliare che pretende di far convergere verso un nuovo "centro" comune fuori della Chiesa cattolica. Come se la nostra Chiesa, che custodisce la Verità e ne è animata e rinnovata e costituita, non fosse portatrice dell'Unico Vero e Santo Signore nella sua pienezza, senza i tagli arbitrari operati dagli eretici nei quali si vogliono vedere i "semi del Verbo" che i Padri attribuivano alle filosofie e non alle religioni né cristiane né di altra matrice...

Capisco, però, quanto sia logorante e sgradevole questo stillicidio dei nemici che stanno venendo allo scoperto e si stanno agitando molto.

Ho aggiornato il thread in cui parlavo di La Croix, con i link a Golias e La Vie (basta affacciarsi non c'è bisogno di tradurre: lo stile e il succo sono chiari e sono sempre gli stessi).

Ma tutto questo veleno non potrà scalfire la volontà del Signore.

E continuiamo ad aspettare in preghiera, con fiducia e speranza grandi....

Anonimo ha detto...

Al contrario, un prete (come ne conosco alcuni)che MOTU PROPRIO decida di celebrare, usando l'espressione PER MOLTI, al posto di PER TUTTI, può essere certo di non avere rimproveri? Se, di fronte ai rimproveri (anzi, ad eventuali censure) decidesse di ricorre a Roma, proprio appellandosi alla lettera in oggetto (e/o, meglio ancora, al documento del cardinale Arinze, Roma gli darebe ragione?

E' una domanda amara che già ha in sé il timore della realtà di fatto che purtroppo non coincide con quella de iure.

Quanti sacerdoti nella nostra esperienza, ai quali non si poteva dare ragionevolmente torto, hanno pagato la loro "fedeltà" alla Verità col trasferimento o altro?

E, tuttavia, credo che a ognuno sia dato di tentar di fare nel suo contesto quanto è possibile. Penso che sia necessario cominciare con la catechesi giusta, che quel "per tutti", nel nuovo conio postconciliare, sottende in maniera distorta.

Non credo che persone ragionevoli, messe di fronte alla verità della propria responsabilità al cospetto del Signore, che attende il nostro sì e non ci salva in automatico come fossimo dei burattini, si scandalizzarebbero a lungo.

Bisognerebbe riuscire a parlare dopo ore di adorazione e il Signore saprebbe ispirare parole e atteggiamenti che veicolano ciò di cui le anime hanno più bisogno: la verità, cioè Lui e la Sua salvezza, nella quale il nostro Battesimo ci ha introdotti, ma che richiede fedeltà e coerenza per potersi dispiegare secondo la volontà del Padre per ognuno di noi, nel Figlio diletto...

Dante Pastorelli ha detto...

Il Papa non sa? Neppure il suo segretario lo informa? Nessun buon collaboratore? Quaklche amico anche fuori del Vaticano? Mi dispiace, ma non ci credo.

Serafino ha detto...

Bisognerebbe riuscire a parlare Carissima Mic,
tu scrivi:>dopo ore di adorazione e il Signore saprebbe ispirare parole e atteggiamenti che veicolano ciò di cui le anime hanno più bisogno: la verità, cioè Lui e la Sua salvezza, nella quale il nostro Battesimo ci ha introdotti, ma che richiede fedeltà e coerenza per potersi dispiegare secondo la volontà del Padre per ognuno di noi, nel Figlio diletto.
Ebbene:
a) ti dispiacerebbe tradurre?!?
b) ciò che scrivi mi ricorda un aneddoto.
Correva l'anno del Signore 1975. In una ridente cittadina posta ai piedi di colline situate nell'area compresa tra il Rubicone e lo Stretto di Messina, si stava profilando una certa esigenza. Un nuovo quartiere residenziale era sorto in una zona, sino ad allora a vocazione eminentemente agricola. Erano stati costruiti molti allogi, ed altri erano in costruzione. Il nuovo quartire era lontano dal centro storico. In particolare, la chiesa parrochiale era a qualche kilometro di distanza da essa zona. Se è vero che siamo tutti (a quell'epoca,in verità, un po' meno di oggi) motorizzati, è altretttno vero che le persone anziane e/o inferme, che già si era trasferite in tale nuovo quartiere, risutavano penalizzate. Frequentare le funzioni era divenuto più complesso. Certamente più meritorio, però più faticoso. Diversi tra coloro abitavano nella nuova frazione avevano avuto un'idea. Un proprietario era intenzionato a doanre un suolo edificabile. Molti artigiani, tra i quali qualche mio congiunto, erano disposti a lavorare GRATIS, per costruire una cappella. Circa l'aspetto burocratico, in primis stiamo parlando di una parte d'Italia dove fortunamente/sfortunatamente, in questo campo si sono spesso chiusi tutti e due gli occhi, e poi, tra i residenti in quella frazione, c'era anche il tecnico comunale. La parrochia avrebbe dovuto fornire il materiale. La buonanima del parroco di allora, don Y.X., era fresco di "conversione" alla "spiritualità" focolarina. Ed infatti, reagì more focolarino, citando l'edificazione della chiesa-"comunità", che precede e prepara l'edificazione della chiesa-edificio e simili belle parole. Parole-idea, verso le quali nessuno si sente di dire no, di porsi in opposizione dialettica, di ricordare che non significano nulla di concreto e che, anzi, la presenza della chiesa-edificio, storicamente è andata di pari passo (quando non ha preceduto)l'edificazione della comunità. Un po' non voleva spendere (ma alcuni fornitori era già stati contattati ed avrebbero praticato prezzi stracciatissimi, di estremo favore), e soprattutto non voleva mettere le basi per la nascita di un'altra, futura, parrocchia. Morale della favola? Quel quartiere è oggi uno dei più popolati della ridente cittadina, ma la cappella ancora oggi non c'è. Al contrario, nel lotto di terreno che sarebbe stato donato, per costrurvela, è stato realizzato un villino. In tale villino, sapete in alcuni locali, cosa ha sede? Sempre un luogo di "culto". LA PIù GRANDE SALa DEL REGNO, che i TdG hanno in quel circondario. Tanto è vero che, vengono anche da fuori per celebrarvi matrimoni. Parte della famiglia che lo possiede, tale villino, e che possedeva il suolo che voleva destinare alla costruzione della chiesa, è, infatti diventato TdG. Un'altra parte è diventata protestante. Coloro che sono rimasti ("nominalmante") "cattolici", sono carismatici. Tra questi ultimi, c'è un ufficiale dell'aeronautica, che, spesso, durante la Messa, "riposa" nello Spirito. Ovvero, tutto d'un tratto, sbatte a terra svenuto. Quindi si rialza di scatto gridando "GLORIA A GESù, GLORIA A GESù"!

Anonimo ha detto...

Caro Serafino,
non capisco cosa dovrei tradurre. Le mie parole sono state semplici e chiare.
Mi sono immedesimata nel caso, davvero difficile, suggerito dal post cui replicavo, di un sacerdote che ama la verità ma vive in un contesto dove fanno di tutto per silenziarla. E allora ho tirato fuori un povero suggerimento limitato al caso di specie: intanto quello di far precedere la decisione di usare 'contro corrente' nella celebrazione le parole suggerite dal Signore stesso, dal farne 'passare' il significato tra i suoi fedeli, ad evitare sorprese e possibili contestazioni. Del resto la priorità per un sacerdote, oltre alla sua personale fedeltà, è anche il bene delle anime che gli sono affidate.
E, allora, come può tacere, anche se la situazione lo ingabbierebbe? E' chiaro però che, per parlare e agire come il cuore gli suggerisce - e deve farlo - in un contesto reso refrattario da una lunga apnea e superficialità, è il suo personale rapporto col Signore, che incrementa la grazia di stato a soccorrerlo... Ed ecco che la prima cosa che mi è venuta in mente è l'Adorazione.

Il tuo aneddoto è molto istruttivo; ma chi, guardando solo al proprio orticello non ha fatto la scelta che si imponeva, con le drammatiche conseguenze che descrivi efficacemente, non vedo cosa abbia a che vedere col mio discorso.

Vorresti dire che quel sacerdote dovrebbe scegliersi un contesto in cui "può parlare" liberamente senza correre il rischio di incappare nelle incomprensioni di un'autorità costituita che fa acqua da tutte le parti?

Ma la sfida non è proprio quella di rimanere sul fronte a fare il possibile nel contesto in cui si è?

Comprendo anche che la perplessità può riguardare non soltanto il "pro multis", perché è evidente che se sorge il problema siamo già in un contesto NO, di per sé non l'ideale per chi ama la Tradizione.

Ma, vedi, penso che ci sono molti santi sacerdoti - e molti fedeli di buona volontà - anche e nonostante i 'deficit' che purtroppo conosciamo. E' il supplet ecclesia in attesa della necessaria restaurazione?

Non te lo so dire. Non posso pensare a soluzioni o a scelte che esulano dalla mia povera persona, alla quale non è attribuito alcun compito del genere, ma solo quello di dare le ragioni della propria fede, anche tenendo alta una fiaccola di cattolicità in questo ginepraio che ci circonda.

Anonimo ha detto...

Il Papa non sa? Neppure il suo segretario lo informa? Nessun buon collaboratore? Quaklche amico anche fuori del Vaticano? Mi dispiace, ma non ci credo.

Qualche piccolo esempio:

1. all'epoca del "caso Williamson", il Papa ha dichiarato ufficialmente di non conoscerlo, anche se in Segreteria di Stato era ben noto...

2. Il caso segnalato da Mons. Fellay dell'ordine religioso che gli aveva chiesto di poter celebrare secondo l'Antico rito, la cui autorizzazione data dal Papa giaceva archiviata in Segreteria di Stato.

3. Il caso della Conferenza Episcopale giapponese che concorda la chiusura di un seminario col Papa, per poi vederlo rispuntare a Roma il giorno prima della chiusura ad iniziativa di Bertone.

Però non so se ti riferisci alle disfunzioni - a senso unico - di aggiornamento del sito oppure alle bordate della stampa modernista che rendono il clima piuttosto ostico.

Penso all'omelia della Messa del Crisma... lì il Papa si è mostrato consapevole della crisi. Forse gli arrivano le cose più eclatanti?

Considera anche che l'ultima riunione della feria IV è stata preceduta da un provvedimento personale del Papa che ha tagliato fuori due capi dicastero che avevano redatto un decreto 'impossibile' alle sue spalle...
Ma era un decreto talmente 'fuori' da ogni decenza, che alla fine è intervenuto...

Mi sovviene anche l'annullamento all'ultimo momento (non certo per sua iniziativa) della proclamazione del Curato d'Ars come patrono di tutti i "presbiteri"; la scomparsa del Triregno dagli arredi liturgici che gli erano stati donati e che non aveva disdegnato di indossare.

Sono episodi che mi sembra impossibile attribuirgli. Per lo stesso motivo possiamo pensare che ci sono cose che non sa, anche perché per forza di cose è sempre tributario di quel che gli dicono i suoi collaboratori i quali è possibile diventino anche dei 'filtri'... Come la giri, è una situazione di grande oscurità.

Anonimo ha detto...

Bisognerebbe riuscire a parlare Carissima Mic,

Serafino, mi spiegano che il problema riguarda anche l'uso del messale, che resta con la dicitura "per tutti".

Mi risulta che il nostro Areki ha brillantemente risolto il dilemma dicendo sempre la consacrazione in latino. E sono anche sicura che non manca, all'occorrenza, di catechizzare i suoi parrocchiani al senso di responsabilità...

Anonimo ha detto...

Credo che il problema di base siano le Conferenze Episcopali, che dimidiano quando non neutralizzano la volontà del Papa. Anche perché non sempre sono in sintonia con lui, come dovrebbero. Altro che Chiesa di comunione come prefigurato da Paolo VI!

Anonimo ha detto...

Ho trovato questo interessante articolo sul "pro multis" e la lettera del Papa

http://catholicaforma.blogspot.it/2012/04/pro-multis.html

Gederson Falcometa ha detto...

Mic,

Grazie per il chiarimento.

Approfittando: avete visto lo stemma del nuovo Patriarca di Venezia (Don Francesco Moraglia)?

É molto molto simile al stemma di San Pio X.

Saluto dal Brasile